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Vinicio Capossela

Un concerto d’acqua

Vinicio Capossela

È un concerto d’acqua, quello di Vinicio Capossela; l’acqua del lago di Garda dietro la Rocca di Riva che fa da sfondo al palcoscenico; l’acqua del mare, quello dei “Marinai, Profeti e Balene”, il penultimo album del cantautore che ancora fa capolino in questo nuovo tour; e l’acqua del Mediterraneo, dove dai porti ellenici si affaccia il rebetiko, questa musica popolare e passionale nata all’inizio del Novecento nei bassifondi dei locali portuali della Grecia, che ha ispirato invece l’ultimo album, dove Capossela trae ispirazione per nuovi brani e riletture dei vecchi successi. Vinicio è straordinario, come sempre: seppur con un allestimento meno in pompa magna rispetto a quello del tour per il precedente album, il concerto è un crescendo di trovate spettacolari, scandito dal ritmo con cui l’autore si cambia i cappelli, legati al tema o all’atmosfera dei brani.

Se la prima parte del concerto scorre quasi routinaria, tra le canzoni degli ultimi due album e forse in tono minore rispetto agli standard rutilanti di Capossela, l’ebbrezza di Bacco (simbolica, certo), con “Vino Vinocolo” pare diffondersi e contagiare i musicisti: e sul palco è già ritmo e rito tribale, con il cantautore dal copricapo taurino e due curiosi esseri mitologici della montagna, scesi apposta per questa danza primitiva. Esplode l’energia, sul palco e sotto, tra le 2.000 persone che affollano la piazza di Riva: Capossela, istrionico e arguto, racconta, chiacchiera e infiamma il pubblico e arriva il tanto atteso “Ballo di San Vito” a fare da climax alla performance. Con lui, sul palco, pregevoli musicisti: tra loro Vincenzo Vasi, che da tempo segue il cantautore nei suoi tour, virtuoso del theremin, lo strumento elettronico più antico del mondo, e al bouzuki Manolis Pappos, musicista greco scoperto da Capossela nel suo viaggio in Grecia alle radici del rebetiko.

Alla fine del concerto le acque si chetano e lentamente, con brani come “Scivola vai via” e “Le sirene”, e con tanti ritorni generosi sul palco, Capossela si accomiata sempre più sottovoce, come la marea che sfumando si ritrae.

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