Il primo prete che incontro mi dice: “La c’è la Provvidenza!”
Commentando i risultati del referendum sull’aborto.
Il primo prete che incontro mi dice entusiasta: là c’è la Provvidenza! I NO sono infatti troppi, e inattesi, anche nel Trentino, per non pensare ad un intervento provvidenziale. Paesini dispersi, senza ombra di comunisti o socialisti organizzati, in cui la provvidenza si serve delle donne, silenziose, credenti e non, per vincere: Carano 195 a 162, Varena 261-154, Fiera 201-155, Torcegno 193-159, Vervò 193-149, Monclassico 196-194.
Eppure quanti episodi preoccupanti nelle settimane precedenti. Il più doloroso per me, il giorno successivo all’attentato al Papa. Davanti alla scuola due studenti distribuiscono il volantino di CL, quello del "ma l’attentato è da imputare anche a responsabilità che nel nostro paese hanno volti e nomi conosciuti". Mi sono sentito indicare anch’io come mandante morale dell’attentato. Eppure a quei giovani, due anni fa, ragionando sull’origine del Cristianesimo e i suoi rapporti con l’impero romano, credevo di aver insegnato bene la distinzione fra fede e politica, fra credente e cittadino. Ma poi, nel Vangelo di CL, il "Date a Cesare quel che è di Cesare" è stato cancellato.
Censurato è anche sul "libretto verde" di cui è dotato ogni militante del Movimento per la vita, che si porta dietro nelle spedizioni serali, nei dibattiti a cui quei "guerrieri di Cristo Re", per una certa fase, partecipano in massa. E’, il libretto, un concentrato di biologia e teologia, diritto e demografia: certezze snocciolate una di seguito all’altra, impermeabili ad ogni dubbio. Le ragioni degli altri sono acqua sul marmo, non vengono nemmeno ascoltate. Sono anni che non vedo esempi di dogmatismo così assoluto e ossessivo.
Che molti cattolici trentini, anche preti, non, condividessero Vita Trentina, e si rifiutassero di leggerla, si sapeva. Troppo in linea con il Concilio, per i loro gusti. Che il settimanale diocesano, fra i pochi in Italia, non combatta la crociata del Movimento per la vita, che apra le pagine ai cattolici del NO, persino a qualche comunista travestito da cristiano, è uno scandalo. Bisogna ottenere le dimissioni del direttore: così ragionano, e scrivono, taluni. Per me invece, l’atteggiamento critico e riflessivo di Vita Trentina è motivo di speranza: è la prova che la Chiesa non è riducibile a istituzione cinica e massacratrice, come ho sentita affermare da un radicale in un dibattito. Anche da molti cattolici può venire un contributo al rinnovamento del paese.
E’ capitato a me, in numerosi dibattiti, di dover difendere e citare Vita Trentina, persino di invitare alla sua lettura gli esponenti del Movimento per la vita, visibilmente nutriti da ben altri giornali. Il loro teologo più prestigioso è diventato tal Carlo Casini, autore del libercolo "Gli anni di Erode". Lo citano infatti a piene mani due giovani studiosi di teologia del seminario di Trento, che attaccano in due lunghi scritti don Cristelli, colpevole di non essere Goffredo di Buglione. Gli è stato risposto per le rime. Ma non si vergognano in seminario di eleggere a loro maestro simile teologo?Avete mai sentito nominare Congar, Boff, Diez Alegria? O, in Italia, Adriana Zarri, Mongillo, Armido Rizzi? Più che questi giovani fanno pena i loro ispiratori. Carlo Casini ha scritto di voler deporre l’amarezza per il risultato ai piedi del Papa: un uomo così, se vincitore, sarebbe diventato per lo meno ministro della sanità. Speriamo invece che per i due giovani i risultati siano stati motivo di educazione.
Lo sono certamente stati per quei molti cristiani, che hanno votato due NO nel segreto dell’urna, ma non hanno avuto prima il coraggio, o la possibilità, di dichiararlo apertamente. Ora sanno che la riaggregazione cattolica non è riuscita, lo sanno con sollievo. Con disperazione lo scoprono invece gli integralisti e la gerarchia. "Ricominceremo da 32" titola il Sabato, il settimanale teorico di CL. "Dai SI’ l’impegno e la speranza" scrive anche l’Avvenire. Il settimanale cattolico di Belluno, nel fondo sull’aborto, invita i cattolici, per difendere la vita, ad istituire un centro di svezzamento per... vitelli: fra l’umoristico e il grottesco. Questi non hanno (ancora) capito nulla.
"Verrà il giorno in cui tutti non lasceranno soltanto ai cattolici l’onore e il privilegio di affermare che non si deve uccidere" è il commento pomposo dei Morandini Del Favero di casa nostra. Ma leggetevi i risultati di Cles e Cimone, Dimaro e Vigo Rendena! Che li pensate, questi cittadini, tutti materialisti dialettici, o propagatori di morte? Certo, "verrà il giorno", ma diverso da quello da voi auspicato, e in cui sarete ridotti ad uno sparuto gruppetto. Anche noi "ricominciamo da 32", perché sono ancora troppi i giovani, le donne, gli anziani in buona fede, che non vi appartengono. Riprendiamo anche così la lotta contro l’aborto, e per un Cristianesimo pluralistico e incarnato nella storia.
2 giugno 1981