Inceneritore: non rassegnarsi!
Nelle ultime settimane i quotidiani locali hanno dato spazio a lettere di mamme preoccupate per la decisione di realizzare un inceneritore a Ischia Podetti. Vivo a Trento da due anni e ho sempre considerato il Trentino una terra di montagna, una regione - al confronto con molte altre - ancora sensibile alle tematiche ambientali e attenta alla difesa del rapporto uomo-natura.
Vengo da Padova, luogo in cui l’inceneritore ha raggiunto ormai la terza linea, cioè ha aumentato considerevolmente la quantità di rifiuti inceneriti: anche in questa città studi medici lanciano da tempo l’allarme sull’altissima tossicità delle sostanze emesse dagli inceneritori per l’ambiente e la salute. Come neocittadina della comunità trentina rimango sconcertata di fronte alla volontà di realizzare l’inceneritore, nonostante se ne conoscano gli effetti inquinanti, sebbene ci siano concreti studi specifici sulle alternative possibili e senza che si tenga conto che la raccolta differenziata ha raggiunto buoni livelli e con ulteriori sforzi può essere migliorata. È chiaro che, da parte del Comune di Trento e della Provincia, esiste la precisa volontà politica di costruire l’inceneritore: a questo punto, dopo che il bando per la sua realizzazione è stato nuovamente spostato a fine anno, è fondamentale che i cittadini, le associazioni e i comitati continuino a mobilitarsi per opporsi a questa decisione.
Come neomamma credo che sia necessario ripartire dalla consapevolezza che le decisioni devono essere collettive e che le comunità territoriali devono riscoprire il valore etico dei beni comuni e consolidare una pratica che sappia tutelarli; per questo invito tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei propri figli a indignarsi e costruire dal basso iniziative di informazione e di protesta per obbligare gli amministratori a rivedere la loro scelta.