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QT n. 1, gennaio 2010 Monitor: Libri

Blu. Giancarlo Godio. Una stella della bonne cuisine.

Autori vari. Gamsblut Verlag, pp. 176, 35 euro.

Forma e contenuto. Il libro convince sotto tutti i punti di vista. È un oggetto grafico raffinato e di forte impatto - dietro al quale si vede la mano sicura dei bolzanini di Gruppe Gut - e racconta una storia con la chiarezza e la delicatezza di un libro di fiabe per bambini.

Giancarlo Godio è un cuoco italiano, un piemontese nato a Parigi e innamorato dell’Alto Adige. Secondo molti un artista della cucina, per chi l’innalza ad arte, e che s’intende anche di scultura e pittura. Eclettico e perfezionista, dopo una lunga gavetta è tra i primi in Alto Adige a conquistare la Stella Michelin. È il 1978, Godio da alcuni anni ha aperto il ristorante la Genziana, a Fontana Bianca, in fondo alla Val d’Ultimo. A pranzo cucina per gli operai dell’Enel, mentre a cena apre le porte del suo locale a gourmet, appassionati e curiosi che arrivano da tutta Italia per assaggiare le sue creazioni. Il libro ne racconta la storia per immagini fatte di testo e figure e ricette. È come se il lettore sfogliasse un album di fotografie con a fianco un parente del cuoco che ad ogni scatto gli racconta qualcosa, collegando alle istantanee un ricordo, un aneddoto, un retroscena. Il viaggio appassiona, così come il personaggio. Appassiona oggi noi lettori, ma affascinava allora anche i suoi colleghi sudtirolesi, per nulla acrimoniosi ed anzi innamorati di quel piccolo italiano che insegnava cucina tra le loro montagne (e senza pastasciutta, perché a quell’altezza l’acqua non bolle mai!). Chissà, forse davvero Godio ricordava a loro, gente di montagna, i tanti scalatori di talento nati in quella terra impervia e bellissima. Come loro - come Messner, spesso ospite del suo locale - Godio aveva scelto la solitudine per dimostrare il suo talento, lontano dalla mondanità dei salotti cittadini e scansando il disimpegno della clientela “di passaggio”. Il libro restituisce con chiarezza il carattere di un uomo forte e delicato allo stesso tempo. Una persona capace di far crescere la sua Genziana in un luogo poco ospitale, difficile da raggiungere e spesso afflitto da condizioni climatiche faticose; eppure un animo incapace di darsi pace quando nel 1993 la Guida Michelin toglie alla sua creatura la prestigiosa stella. “Per me è notte fonda. Mi avete spento la luce” scriverà in quei giorni ad un amico. Precipita così, la prima volta, detronizzato. La seconda caduta, pochi mesi dopo e passeggero di un piccolo aeroplano da turismo, gli sarà fatale.

Oggi lo ricordano in tanti. Oltre a questo libro, per il quale merita una menzione anche Philipp Putzer, autore delle belle illustrazioni, un premio a lui intitolato viene assegnato annualmente: dal 2006 se lo contendono giovani cuochi.

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