I catto-nuclearisti
Allegato a “Vita Trentina” e ad altri periodici diocesani italiani è uscito un opuscolo sfacciatamente pro-nucleare. Ricca pubblicità o mossa politica?
Agrigento, Padova, Trento. Nei giorni scorsi i fedeli di queste città si sono visti recapitare insieme con il settimanale diocesano un opuscolo patinato dal titolo “Energia per il futuro”. Si capisce immediatamente di essere di fronte ad un fascicolo in favore del nucleare, uno spot coloratissimo all’iniziativa del governo di ricostruire le centrali, un “Vangelo secondo Scaiola”, con benedizione apostolica, che esalta le magnifiche sorti della “nuova” energia pulita e sicura. I rischi sono sottovalutati, le prospettive positive amplificate, i problemi reali messi sotto il tappeto. Si potrebbe discuterne a lungo.
Il fatto nuovo e inquietante è che la pubblicazione viene ammantata con citazioni papali, con dichiarazioni di cardinali tese a dare una sorta di imprimatur ai progetti governativi. Le prime pagine sono dedicate alla posizione della Chiesa, che per bocca del cardinale Martino si dichiara, per nostra fortuna, contraria all’uso bellico del nucleare ma che fa grandi aperture sull’energia atomica. Dopo il sostanziale via libera della Chiesa seguono pagine di esaltazione del nuovo corso impresso dal governo, uscito dai tempi bui della cultura ambientalista retrograda. L’opuscolo è stato curato dall’agenzia pubblicitaria Mab.q, un’azienda dalle notevoli entrature in Vaticano, di cui parliamo a parte, in collaborazione con Enel. Un’operazione su larga scala che ha coinvolto buona parte o tutti (questo non è ancora chiaro, ma fa poca differenza) dei settimanali diocesani. La decisione di allegare il fascicolo è quindi avvenuta ai “piani alti” ed è stata praticamente subita dalla periferia: non risulta però che alcuno dei direttori delle testate locali si sia opposto a questa iniziativa.
Così anche i lettori di Vita Trentina si sono trovati a casa il fascicolo pro nucleare. Vibrante e immediata è stata la reazione di Emanuele Curzel, storico della Chiesa e membro della Commissione diocesana Giustizia e Pace, nonché autorevole esponente del mondo cattolico trentino: “Le parole del Papa sono state usate strumentalmente al servizio di un progetto politico e economico, e la stampa cattolica italiana ne è stata il vettore. La Chiesa deve dire qualcosa per prendere le distanze da questo modo di manipolare l’opinione pubblica: il silenzio sarà connivenza e legittimerà sia i contenuti che i modi. Non posso allora che chiedermi e chiedere: chi ha permesso che la voce della Chiesa venisse strumentalizzata? Chi ha pagato per diffondere questo fascicolo? Chi lo ha commissionato, chi l’ha approvato?”.
Sono le nostre stesse domande, semplici e chiare. Paul Renner, sacerdote e teologo altoatesino, rincara la dose sul Corriere del Trentino del 24 gennaio: “La posizione del Papa e della Chiesa italiana è stata riportata in maniera falsa e tendenziosa, strumentalizzandola per quelle finalità tecnico economiche che l’enciclica proprio si perita di criticare e denunciare”.
Chi è d’accordo e chi no
Che cosa risponde il settimanale diocesano? Il nuovo direttore Marco Zeni afferma con tono angelico che si tratta di una semplice pubblicità e come tale non dovrebbe scandalizzare. “Il materiale promozionale è giunto tramite la concessionaria di pubblicità del settimanale diocesano di Venezia”, spiega la stessa Vita Trentina nel numero successivo in cui si dedicano alla faccenda due pagine di approfondimento. Il direttore di Gente Veneta don Sandro Vigani è quasi fiero dell’operazione: “Con noi si è lamentato un gruppetto ben identificabile, di estrema sinistra, guidato da due preti operai. Ho risposto non scusandomi”. Don Vigani ammette di aver agito “sul filo della legittimità”, ma addossa la paternità del tutto alla Mab.q.
Guglielmo Frezza, direttore de La difesa del popolo (che non è un periodico comunista ma è la testata diocesana di Padova), la pensa diversamente: “Abbiamo sbagliato. E come è giusto fare in questi casi, chiediamo scusa per un’iniziativa che - evidentemente - non possedeva i requisiti di chiarezza indispensabili”.
Vita Trentina sembra non domandarsi nulla circa l’opportunità di allegare il fascicolo: si sa che c’è stata una discussione interna sulla possibilità di accompagnare l’inserto con un articolo interno al settimanale. Fatto sta che a pagina 14 di VT si trova nel taglio basso un testo che non è altro che il copia-incolla delle pagine 3 e 4 di “Energia per il futuro”. Di questo non viene data spiegazione. Viene data invece la parola a Mab.q, che si assume la completa paternità dell’operazione adducendo queste incredibili quanto testuali motivazioni: “Visto che il governo ha dato via libera alla riapertura delle centrali nucleari in Italia, abbiamo voluto fare un test con i settimanali diocesani per capire quale era la reazione dei lettori. Vogliamo sottoporre questa campagna a una serie di aziende, piuttosto che allo stesso ministero delle Attività produttive e alle aziende che si occupano della costruzione delle centrale nucleare, per capire se può essere un valido strumento pubblicitario (...) dietro a noi non c’è Enel. Noi speriamo che sarà davanti a noi (...) e che Enel apprezzi il nostro libretto”. Traduciamo queste parole di Tino Redaelli, redattore di Mab.q: abbiamo fatto un grosso investimento pubblicitario mirato al mondo cattolico per compiacere Enel e il governo nella speranza di avere ulteriori commesse. Insostenibile. Non si è mai sentito di una campagna pubblicitaria preventiva a fondo perduto per ingraziarsi qualcuno. Può essere vero l’inverso: il governo, a ridosso delle regionali, ha voluto compiere una campagna pubblicitaria surrettizia su un tema non certo popolare. Rassicurare e conquistare i cattolici è giudicato fondamentale. Ma questa è solo una supposizione.
Quello che sconcerta è rendersi conto della connivenza di buona parte del mondo cattolico, specie della gerarchia, con questo governo, oppure dell’incapacità di scelte responsabili e etiche. Va bene tutto, anche che il Papa diventi testimonial pubblicitario. Nessuno si è chiesto quale sia stata la genesi di questa operazione, quali le finalità di un’iniziativa per lo meno oscura. Che cosa accadrebbe se qualcuno lanciasse una pubblicità contro le scuole pubbliche, il diritto di voto alle donne, la libertà di coscienza citando Pio IX? Oppure se ci fosse un opuscolo favorevole ai respingimenti in mare dei clandestini? Basterebbe che ci fosse scritto un minuscolo i.r. (inserto redazionale) per mandarlo a tutti i propri lettori?
Ma forse anche dove dovrebbe regnare la morale comandano di fatto le regole del marketing e degli affari fino a raggiungere o oltrepassare “il filo della legittimità”.
Vita e opere di Egidio Maggioni
Egidio Maggioni, classe 1954, giornalista, già protagonista di una sfortunata avventura editoriale negli anni convulsi del dopo Tangentopoli a Milano, poi presidente di Sri spa (“Socially responsible Italia”, società specializzata nella comunicazione e nel consulting per il mondo della responsabilità sociale che ha firmato la controversa affissione pubblicitaria sul colonnato di piazza San Pietro a Roma), è il presidente di Mab.q, un’azienda di comunicazione, pubblicità, gestione eventi... Maggioni deve essere di casa in Vaticano, tanto che Mab.q dall’estate 2009 è la concessionaria per la pubblicità su Radio Vaticana con il compito, spiega Avvenire del 6 luglio 2009, di “esaminare attentamente, con la direzione della radio, la qualità e il contenuto etico dei messaggi proposti”. Manco a dirlo, la prima pubblicità su Radio Vaticana è stata quella dell’Enel. Ma Maggioni si dà un compito più grande, niente meno che conciliare la Chiesa e l’economia, cioè Dio e il denaro. Sempre su Avvenire, il 12 maggio 2009 il nostro afferma: “Esistono molte possibilità di collaborazione tra il ‘mondo Chiesa’ e le aziende, che possono esplicarsi su diversi fronti, di comunicazione e relativi all’apertura di nuove opportunità e canali commerciali che possono rivelarsi proficui per entrambe le parti... La Chiesa non è solo una realtà ‘spirituale’ ma un insieme di persone, una rete di variegati contatti e come tale necessita di un contributo anche di tipo economico per la sua sopravvivenza e per l’incremento/miglioramento delle sue numerose attività”.
Detto, fatto. Perché Mab.q ha collaborato alla nascita della “Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport”, organizza la “Clericus Cup” (il campionato di calcio per sacerdoti e seminaristi) e, dulcis in fundo, Mab.q gestisce la news letter del Comune di Lourdes e soprattutto gli eventi dell’Hospitalité Notre Dame, una delle associazioni che si occupano delle migliaia di pellegrini che ogni anno affollano il santuario. Insomma Maggioni non si fa mancare nulla, neppure il ruolo di docente universitario in un master in “Comunicazioni Sociali nel contesto interculturale e missionario” presso la Pontificia Università Urbaniana. Tutto ad majorem...
Botta e risposta sul nucleare
L’opuscolo “Energia per il Futuro”, stilato all’agenzia MAB.q ed allegato a Vita Trentina, è stato ideato allo scopo di “fornire un quadro completo della situazione energetica italiana e mondiale, valutare gli aspetti positivi e quelli invece più problematici e lasciare alla valutazione del lettore il giudizio sulla necessità o meno del ritorno al nucleare”. Nell’opuscolo vengono presentate dieci domande con l’obiettivo di aumentare l’informazione sul tema. Le risposte fornite sono a nostro avviso lacunose e semplicistiche. Per fare chiarezza, riprendiamo alcune di queste domande, commentando (e correggendo dove necessario) le risposte che si possono trovare nell’opuscolo.
Il nucleare è davvero sicuro?
Vita Trentina: L’industria nucleare è sottoposta ad un’infinità di controlli e le centrali sono in grado di resistere anche a forti scosse di terremoto.
QT: Le scorie radioattive restano un problema irrisolto. Oltre ai numerosi incidenti accertati, sono sempre presenti rilasci “ordinari” di radioattività, in tutte le centrali. Invece le fonti rinnovabili (solare, eolico, ecc.) non presentano rischi lontanamente paragonabili.
Potrebbe accadere una nuova Chernobyl?
Gli standard di sicurezza dell’impianto di Chernobyl non sono paragonabili a quelli degli attuali impianti. Inoltre, in 50 anni di industria nucleare è stato l’unico episodio con serie ripercussioni sull’ambiente.
Dal 1986 (disastro di Chernobyl) al 2006 si sono verificati almeno altri 22 incidenti importanti ad impianti nucleari, anche in Europa, e di essi 15 hanno causato il rilascio di radionuclidi nell’ambiente, causando morti e feriti. Ma su questo latita l’informazione e la trasparenza (Legambiente, 2006)
Non è possibile risolvere il deficit energetico italiano puntando su altre fonti energetiche pulite?
Per combattere su larga scala il cambiamento climatico, il nucleare è una tecnologia irrinunciabile, perché in grado di produrre energia elettrica senza emissioni di CO2.
È veramente irrinunciabile? Si potrebbe rinunciare a costruire un reattore nucleare da 1,6 gigawatt: sarebbe sufficiente installare, in ognuno dei circa 8000 comuni italiani, tre pale eoliche da 2,5 megawatt (o pannelli fotovoltaici per una superficie totale di 3 campi da calcio).
Con il passaggio al nucleare le bollette saranno più leggere?
Se l’Italia si doterà di un mix equilibrato di fonti (nucleare compreso), simile a quello medio europeo, avremo bollette mediamente inferiori del 30% a quelle attuali.
Il costo dell’energia elettrica in Italia dipende da fattori vari: il nucleare non li cambierà. Negli Stati Uniti si stima per il 2030 un costo reale del nucleare pari a 76 dollari per Mwh contro i 68 dell’eolico (EAI/DOE, 2007). Per le agenzie internazionali (Moody’s e altre) i costi cresceranno ancora. Gli Stati Uniti (mercato energetico privatizzato) offrono incentivi pubblici ma i privati non costruiscono centrali.
Quanto ci vorrà perché la prima centrale nucleare entri in funzione?
La prima centrale nucleare italiana dovrebbe entrare in servizio dal 2020.
Il 2020 è irrealistico (quasi tutte le Regioni hanno negato l’autorizzazione) e tardivo, per clima e costo dell’energia dobbiamo agire subito. Gli impianti eolici e fotovoltaici hanno tempi di installazione molto più brevi (e brevissimi tempi di smantellamento).
Cos’è cambiato in Italia dal 1987, quando un referendum sancì la rinuncia al nucleare?
Dal punto di vista giuridico non è esatto dire che il nostro paese con il referendum del 1987 sia uscito dal nucleare.
Con il NO ai tre quesiti, gli italiani hanno dichiarato il loro NO alla politica energetica basata sul nucleare. E tutti i sondaggi, anche recenti, confermano tale opinione. Nonostante questo la ricerca in campo nucleare ha assorbito negli ultimi 15 anni il 53% dei fondi, contro il 10% per le rinnovabili. Ma è cambiato il mercato dell’energia, oggi il settore delle rinnovabili è economicamente importante ed in crescita.
Come mai dopo tanti anni di stasi, oggi negli Stati Uniti si torna a parlare di nucleare e il nuovo governo tedesco ha deciso di allungare la vita delle centrali esistenti?
In tutto il mondo si torna a guardare a questa fonte energetica come a una opportunità in grado di ridurre la dipendenza dai Paesi produttori di gas e petrolio.
In questa fase di crisi e confusione è fisiologico che alcuni governi siano tentati dal ritorno al nucleare; in realtà Stati Uniti e Germania ad oggi non ne hanno deliberato alcun rilancio ed anzi, entrambi puntano sulla green economy.
Raffaele Millo - Ha collaborato Maddalena Di Tolla