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Una campagna “americana”

Elezioni in Sudtirolo: niente programmi, molti soldi e messaggi semplificati.

Un manifesto alto undici metri rappresenta il presidente della giunta che dà la mano al segretario organizzativo del partito, che la SVP vuole far diventare consigliere o assessore. Questo appare a chi dall’uscita di Bolzano sud si dirige verso la città. Di fianco, stessa dimensione, i 18 candidati dell’Union, il partito di Eva Klotz, sorridono all’automobilista e ai pochi avventurosi ciclisti. Superato il ponte Roma, la capolista di Forza Italia, spiega il programma del suo partito in modo curioso e un po’ ambiguo: “Biancofiore: un nome, una garanzia”. Il puntino delle “i” è sostituito da un fiorellino. Questo fino a pochi giorni fa. Scattato l’inizio del mese ufficiale di campagna elettorale, rimangono i camion che circolano senza posa, portando enormi superfici concave con sopra le figure gigantesche (fisicamente s’intende) dei candidati.

Alle dieci di sera esco dall’ufficio e mi aspettano taxi su cui occhieggiano i faccioni dei candidati. Per fortuna il primo ha “solo” la pubblicità del bordello di Innsbruck, che, avendo numerosissimi clienti sudtirolesi, da qualche mese fa una casta propaganda (“Casa Bianca” è il nome, su fondo rossastro). Mi sento sollevata, anche se, quando è apparsa la prima volta, questa pubblicità mi aveva alquanto indignato.

Il partito di maggioranza ha regalato ai suoi candidati 35 auto di grossa cilindrata, una per ognuno, con il numero e il viso dipinto sulle fiancate. Verdi e Union für Südtirol hanno furgoni e autobus dipinti con i nomi e i visi dei loro. Una candidata del Burgraviato (la zona di Merano) va in giro accompagnata da un pallone aerostatico (costo stimato: 50 milioni di lire al giorno).

partiti dimostrano la loro vera essenza: denaro e semplificazione del messaggio. Niente programma: ci sono partiti che non ce l’hanno, magari hanno scritto delle cose nella pagina web, ma non l’hanno stampato e mandano in giro costosi dépliant, in cui anche i testi sono stati preparati dalle agenzie pubblicitarie. I consiglieri uscenti di AN si presentano in uno spot come manager seduti nei loro uffici davanti ai computer e hanno diviso la campagna in due parti: la prima in cui sparavano su tutti, e ora rivendicando successi di dubbio significato. Intanto telefonano, scrivono sulla tastiera con due dita, si fanno portare carte da una segretaria.

I DS si sono appropriati per il loro simbolo della bandiera della pace, esposta alle finestre per mesi da tante cittadine e tanti cittadini ignari di fare propaganda ad un partito. Nonostante le smentite degli interessati, l’Alto Adige continua a scrivere che i movimenti “no global” sostengono una lista, la stessa i cui esponenti manifestano a Riva del Garda contro i GATS e a Merano e Bolzano privatizzano l’Azienda Energetica Comunale. Quelli che dovevano essere “i cani da guardia” del cittadino, secondo una definizione inglese dell’Ottocento, sono i cani da guardia dei partiti. “Partiti-macchina” li definisce Ralf Dahrendorf, dotati di troppo denaro e senza proposte né popolo. Non ne hanno bisogno. Spingono un gruppo chiuso alla conquista, tramite la pubblicità, che possono permettersi grazie al finanziamento diretto e indiretto, che, nonostante un referendum l’abbia escluso, come si sa continua alla grande.

Campagna elettorale per le provinciali di Bolzano, “all’americana” - ha scritto Arnold Tribus sul suo giornale Tageszeitung.

Tutto è ammesso per intontire il popolo. I dibattiti sui bisogni della cittadinanza, sulle soluzioni proposte dalle varie liste, sulle priorità del bilancio provinciale, sulle forma dell’autonomia, non sono di moda. I candidati SVP hanno ricevuto l’ordine di non partecipare a dibattiti con gli altri partiti. E per dibattiti e confronti sui programmi non c’è posto né interesse nei mass-media. Ai giornali non passa per la testa di essere uno strumento di informazione: cercano lo scoop, inseguendo i pregiudizi e i collegamenti partitici dei loro redattori. Per le novità elettorali non c’è spazio informativo, salvo l’eccezione di una TV privata, che parla di tutti. La RAI, Sender Bozen, alla faccia della ”par condicio”, intervista quasi tutte le mattine il presidente della giunta. Lo spazio è diviso “equamente” fra i partiti consolidati, anche se troppi e con proposte tutte uguali, pronte a diventare diverse nel momento del bisogno.

L’Associazione degli operatori economici di lingua italiana ha organizzato uno dei pochi dibattiti interessanti. Mancava una parte decisiva, la SVP, ed era strano discutere “senza l’oste”, ma tuttavia è emerso il bisogno forte di progettualità politica che è mancata nelle ultime legislature e la cui mancanza costituisce il meccanismo di esclusione di chi non è dentro il partito di maggioranza assoluta, dove sempre più vengono prese le decisioni. Tre sindacati (ASGB, CGIL e UIL) si sono mobilitati a sostegno di candidati singoli, tradendo la loro essenza di rappresentanti degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, mentre la SGB/CISL, il sindacato non a caso più rappresentativo e interetnico, ha scelto di esercitare il suo ruolo di parte sociale, non indifferente alla politica, ma non schierata nell’agone, ed ha avviato incontri con le liste, sulla base di un progetto per il futuro del Sudtirolo. La cittadinanza tuttavia non ne è informata e i colloqui, interessanti e forse importanti, rimangono in un ambito quasi privato. L’Iniziativa per la Democrazia Diretta e il Centro Tutela Consumatori hanno inviato interessanti piattaforme, in parte per ottenere pareri, in parte per informare le candidate e i candidati di questioni di grande rilievo.

La presenza di una lista “rosa” fatta soprattutto di donne, ha spinto i partiti ad esaltare la presenza delle donne in lista (che però è paritaria solo nell’Union für Südtirol). Ma i candidati forti rimangono quasi ovunque uomini. In Italia la percentuale delle donne nel parlamento è dell’ 8,9% e nel consiglio provinciale uscente di Bolzano è del 22%; nella nuova giunta regionale del Friuli non c’è neppure una donna.

La questione è trasversale, ma il centro sinistra continuerà a perdere se non riuscirà a includere i soggetti “silenziati”, quali le donne e le diverse abilità.