La neve non ferma la caccia
Pensavamo di vivere in una provincia che dava esempio di convivenza, cultura, civiltà. Senza parlare del tanto decantato ambiente, della ricca biodiversità, della capacità di gestire il territorio con lungimiranza e competenza. Ma la neve, che di solito ricopre tutto con la sua coltre, nascondendo tante brutture, stavolta mette in mostra le pecche del Trentino: la neve, eccezionalmente abbondante, non ferma la caccia!
Bene hanno fatto gli esperti a rivolgere un appello agli escursionisti, avvisandoli del gravissimo pericolo cui vengono esposti gli animali selvatici, qualora vengano disturbati e costretti a muoversi dal passaggio di sci alpinisti e ciaspolatori. Ma salta agli occhi come sia quantomeno controverso il dovere morale di salvaguardare la fauna selvatica, quando per la “selezione” poco più in là può esserci un cacciatore che sta prendendo la mira contro un maschio forte e sano, cui solo la straordinarietà delle condizioni meteorologiche potrà impedire di trasmettere il suo patrimonio genetico, contro un cucciolo stremato dalla fatica di procedere affondando in uno strato di neve che lo supera in altezza, oppure contro una femmina che già vede la sua vita messa in pericolo dalla difficoltà di trovare cibo. Selezione, concetto mitizzato, che però in questi momenti mostra quanto sia un improvvido e discutibile stratagemma per poter attingere a piene mani a favore di una limitatissima categoria a principi dal valore naturalistico ed etico incalcolabile: la biodiversità e il diritto alla vita di esseri senzienti. La neve stavolta mostra che il re è nudo: perché non serve che i cacciatori facciano selezione, è la natura stessa che fa la selezione, e la caccia non è altro che un ulteriore, più grave insulto alla biodiversità.
Per questo diciamo forte e chiaro: la caccia non serve a fare selezione. In alcune zone è stata giustamente chiusa per la stagione, ma deve essere chiusa in tutto il Trentino.