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Alla ricerca del decreto “Salva ITEA”

Luigi Francesco Traverso

Leggo da qualche tempo a questa parte di una stressante rincorsa, da parte di politici trentini, di una “norma salva Itea”. Mi sembra quasi la saga di Indiana Jones.

Incuriosito dalla questione ho cercato di comprenderne le motivazioni.

Probabilmente avrò compreso solo in parte le difficoltà di questo pachiderma provinciale, trasformato in Spa, ma mi sembra di aver capito che il tutto deriva dalla tassazione alla quale le società per azioni debbono essere sottoposte, a prescindere dalla formazione del proprio capitale sociale.

Se questo è quanto, mi appare assurdo e fuorviante tentare di questuare norme di salvaguardia per permettere ad una SpA di eludere normative fiscali già fin troppo aggirate ed eluse in questo nostro Paese.

Probabilmente la “sofferenza” di ITEA SpA deve essere ricercata proprio in seno alla sua trasformazione da Istituto a Società per Azioni ed allora sarebbe il caso di andare a comprendere quali sono state le motivazioni politiche o funzionali che ne hanno determinato a suo tempo la trasformazione e chiedere di renderne conto a coloro i quali hanno deciso, forse senza approfondire, in tal senso.

Bisognerebbe anche sapere il motivo per cui ITEA di fatto è diventata una società Immobiliare che persegue lo scopo, tra gli altri, di realizzare alloggi di edilizia popolare, per poi procedere alla vendita e/o svendita degli stessi (non sono in grado di sapere i prezzi delle cessioni) e successivamente costruire altri immobili.

Non voglio entrare nel merito della duttilità, della manovrabilità, dell’efficacia e/o dell’efficienza di questa SpA che si è data una struttura alla stregua di un ministero. Preferisco non farlo con una lettera ma sarei ben lieto di trattare la questione direttamente con gli interessati sia “politici” che “funzionari”, non si sa bene se provinciali o dipendenti di SpA.

Sono a conoscenza che ITEA, quale amministratore condominiale è una cosa che si ingarbuglia e si sgarbuglia quando e come vuole, non accetta le regole dettate dalle normative civilistiche in materia della gestione di beni e servizi di carattere condominiale, anzi le viola pretendendo di imporre illegittimamente il proprio volere, avendo, tra l’altro, una struttura farraginosa che non è neanche in grado di redigere consuntivi di spesa, mai sottoposti agli altri condomini, se non con ritardi di oltre due anni e con costi fumosamente rappresentati!! Vogliamo approfondire? Sono a disposizione.

Sono convinto che la ricerca di una “norma salva ITEA” sia opera ardua. Ci vorrebbe forse un miracolo.

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