Il freddo e l’intolleranza
In questi giorni ci sono arrivate notizie di episodi d’intolleranza avvenuti, domenica scorsa, nei confronti di persone senza dimora, tranquille e inoffensive, che cercavano riparo dal freddo nei locali riscaldati della stazione ferroviaria di Trento o, semplicemente, un posto un po’ riparato sulle panche dei marciapiedi fra i binari.
Crediamo non sfugga a nessuno che la stagione è molto fredda, che i dormitori sono aperti solo nelle ore notturne e solo per un centinaio di persone, che la domenica rimangono aperti in città solo i luoghi, pochi, in cui si può sostare solo se si hanno soldi (pubblici esercizi e sale gioco). Per tutto questo crediamo siano quantomeno necessari accordi fra gli amministratori pubblici perché il buon senso e non la rigidità accompagni l’applicazione delle regole. Come crediamo sia necessario che la politica continui a interrogarsi sull’adeguatezza delle risposte date a un problema sempre mutevole perché legato sicuramente alle vicende personali di ciascuno, ma comunque immerse nella fase storica che stiamo attraversando, in un momento pesante dell’economia.
Siamo sicuri che la capienza e la qualità dei dormitori esistenti siano adeguate ai bisogni attuali? Sarà possibile l’apertura domenicale di locali riscaldati accoglienti?
Sarà aperto anche quest’anno il dormitorio temporaneo alla stazione ferroviaria? Non vorremmo assistere anche a Trento, così com’è già successo in altre città, recentemente a Napoli e a Roma, a casi di persone senza dimora decedute a causa del freddo intenso. E crediamo che questa situazione interroghi anche tutti noi.
Se poche decine di scalmanati hanno creato questa estate preoccupazione e, giustamente, allarme sociale, le molte decine di persone invisibili e pacifiche che vivono l’inverno in strada dovrebbero, altrettanto giustamente, creare allarme nelle nostre coscienze di cittadini civili.
Bruno Santoni, Associazione Volontarinstrada, Trento