Emilio Paternoster lo ricordiamo così
Emilio lo conoscevamo da 30 anni: nel dopo lavoro, da quando da dipendenti regionali ci davamo da fare per Il CRER (il circolo ricreativo della Regione). Era un generoso, uno sempre disponibile a dare una mano. Era una persona che si spendeva per gli altri. Uno che amava la vita. Si divertiva ad organizzare e anche a partecipare. Dai tornei di calcio e calcetto, alle gare di sci, la bicicletta e il tennis e tanto altro. Sensibile fotoamatore, maestro nel cogliere particolari insoliti del paesaggio alpino. La montagna sopra e prima di tutto. La montagna, che nell’attività di topografo rappresenta il posto di lavoro per eccellenza. Acquisire le misure per poi disegnare e aggiornare la carta: la sua professione che amava e aveva scelto e chiesto di fare alla fine degli anni ‘90 dopo aver conseguito il diploma di geometra alle serali.
Era contento di far parte di un gruppo di amici, più che colleghi, con cui condivideva le modalità e la filosofia dell’operare quotidiano. Non era un impiegato da scrivania, ma tecnico di campagna esperto e competente. Poi, nei fine settimana o nelle vacanze, ritrovava la pace della montagna e il sapore di casa quando tornava nel maso della sua Rabbi. Come tanti uomini di monte non amava parlare tanto. Ai brusii e le polemiche di corridoio preferiva chiare e decise considerazioni. Oppure il silenzio.
Noi, suoi compagni di squadra, lo ricordiamo così. Per sempre.
I colleghi-amici dell’Ufficio Geodetico-cartografico