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Il complotto

Il preside Mario Casna, candidato leghista, tra crocifissi e propaganda elettorale presso i suoi studenti.

La Lega ha fama di non essere un partito di intellettuali. A ribadirlo, ce ne fosse stato bisogno, l’incursione delle Iene fra i parlamentari del Carroccio, che dimostravano scarsa dimestichezza con le coniugazioni dei verbi e ignoravano se "L’infinito" lo avesse scritto Manzoni o Leopardi. E poi le performances del sottosegretario Roberto Cota, il quale, inviato in talk-show e telegiornali a difendere il decreto Gelmini, dopo aver fatto figure patetiche con Gad Lerner e Mentana, è riuscito a trovarsi in imbarazzo anche con un ossequiente Emilio Fede.

Ma ci sono le eccezioni: come il prof. Mario Casna, candidato leghista al Consiglio Provinciale, preside dell’Istituto "Buonarroti" di Trento (anche se non è automatico che un preside sia un intellettuale...).

L’uomo non ama passare inosservato. Di solito, con le sue bizzarre iniziative, ha provocato soprattutto polemiche e incazzature, ma si sa, almeno fin dai tempi di Cicciolina l’importante è far parlare di sé, e dunque Casna ha buone probabilità di essere eletto. Senza andare troppo indietro negli anni (sui suoi trascorsi politici pubblichiamo una lettera a pag. 37), ricordiamo, nel 2004, quando ancora era preside a Mezzolombardo, una prima crociata pro-crocefisso nelle aule scolastiche, innescata da uno studente leghista e sponsorizzata da Casna, che poi, per placare le acque con una trovata da par condicio, invitò "gli studenti che professano altre religioni a portare a scuola i loro simboli" e ipotizzò una festicciola di fine Ramadan, facendo in tal modo arrabbiare tutti quanti.

Tre anni dopo, sbarcato a Trento, daccapo coi crocefissi: una vera emergenza a suo dire, perché un Regio Decreto del 1924 li prevede, e dunque Casna ne acquistò 70 per dotarne tutte le aule ("Ho tempi stretti, devo far rispettare la legge"), e redarguì i colleghi che non si erano posti il problema. Anche qui, a parte l’entusiasmo della Lega e dell’Udc, le reazioni furono improntate soprattutto al fastidio e al sarcasmo. Allora finì intervistato a "Che tempo che fa", adesso lo ritroviamo sbertucciato su Repubblica, che ha ripreso le notizie dal Trentino del 20 e 21 ottobre.

E’ successo che il candidato Casna ha inviato la propria propaganda elettorale agli studenti – per lo più minorenni – della scuola di cui è preside, utilizzando l’indirizzario dell’istituto; circostanza confermata dal fatto che, accanto al nome del destinatario, sono state coperte col bianchetto le indicazioni relative a classe e sezione, e sopra, a penna, c’è scritto "...e famiglia".

Un comportamento evidentemente disdicevole, che l’interessato riesce a rendere addirittura clamoroso con le sue goffe giustificazioni. "Cado dalle nuvole" – comincia, e poi: "Mi sono fatto dare una mano da un gruppo di giovani volonterosi che forse hanno commesso una leggerezza". Hanno rubato l’indirizzario? L’hanno richiesto in segreteria a suo nome? A che titolo? E perché sono stati accontentati?

La cosa, insomma, non regge, e allora Casna cambia subito strategia, adottandone una ancor più inverosimile: "Forse c’è qualcuno che vuole remarmi contro. Ho saputo che c’è chi fa volantinaggio all’interno dell’istituto nonostante io non l’abbia chiesto a nessuno. Magari hanno anche chiesto gli indirizzi a nome mio per screditarmi...".

Cioè, per danneggiarlo questi anonimi (comunisti? islamici? leghisti concorrenti?) si sarebbero fatti un mazzo tanto diffondendo il suo materiale propagandistico, spendendo in tal modo tempo e denaro, confidando in realtà nel fatto che un tale comportamento, poco elegante se non illegale, gli avrebbe fatto perdere consensi. Diabolico, ma quanto credibile?

E difatti nessuno ci crede, a cominciare dagli studenti: "Casna ha un concetto flessibile della legalità. – dice uno di loro – Prima predica la tolleranza zero sui controlli antidroga e poi utilizza la banca dati della scuola per mandare lettere elettorali". E un altro rincara: "Qualche giorno fa mi ha anche telefonato per un altro motivo e alla fine mi ha ricordato di votarlo".

Una diabolica imitazione alla Fiorello?

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