Nato a Riva del Garda nel ’27, redattore dall’83. Giovanissimo partecipa alla Resistenza, per poi impegnarsi nel Partito socialista. Sportivo, pratica diversi sport, tra cui il pugilato, che abbandona dopo aver subito un rovinoso Ko. Più profittevole lo studio: si laurea in legge ed esercita la professione di avvocato. Contemporaneamente si impegna in politica, dove utilizza, con risultati controproducenti, l’esperienza pugilistica: in una manifestazione di piazza (nel luglio ’60 contro il governo Tambroni) ingaggia un corpo a corpo con i celerini e ne esce con le ossa rotte. Nonostante questo, si ritiene una persona equilibrata: sembra glielo riconoscano anche gli elettori, e così diventa prima consigliere comunale, poi nel ’58 deputato alla Camera dove rimane per 21 anni (uno in più del cavaliere Benito Mussolini e, sperabilmente, molti in più del cavalier Silvio Berlusconi). In Parlamento colleziona anche incarichi di rilievo, presidente delle Commissioni Lavoro, Affari Costituzionali, Pubblica Istruzione. Per quattro anni fa parte del Parlamento europeo, di cui diviene vicepresidente. Tale brillante cursus honorum si interrompe nell’81 quando entra in contrasto con Bettino Craxi, che lo espelle, assieme ad altri, dal partito, perché reo di averne denunciato la decadenza del costume morale. Si ritira in Trentino, per mezza legislatura siede in Consiglio regionale, si dedica soprattutto all’attività professionale, partecipando ad alcuni importanti processi come quello sulla strage di Piazza della Loggia, o sugli autonomi padovani di Toni Negri. Diventa un guru della sinistra locale, entra nella redazione di Questotrentino (che difende in molteplici processi per diffamazione intentati da vari esponenti politici) e un padre nobile del Pds. Passati i 75 anni, vive attivamente quella che lui definisce una “giovanile maturità”.
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