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QT n. 17, 16 ottobre 2004 Speciale QT

A che serve questo giornale?

Un "padre nobile" della politica e la sua esperienza di redattore di un piccolo giornale.

Cosa resta di un articolo di giornale, di un articolo su Questotrentino? Se uno scrive un libro è diverso. Che si tratti di un romanzo o di un saggio, in ogni caso il suo contenuto ha un significato che travalica il tempo della sua pubblicazione. Che sia o non sia valido, che abbia cento o centomila lettori, che sia lungo o breve, non è legato alla stretta attualità del suo tempo. Ed anche se lo fosse resta come testimonianza della cultura del tempo in cui è stato concepito, e quindi come documento per gli storici, come sintomo affidato all’interpretazione dei posteri.

Ma un articolo di giornale, un articolo su Questotrentino, che segno lascia, che incidenza può avere, quale eco fa risuonare nella mente del prossimo? L’attualità che si riflette sui giornali, ed anche su Questotrentino, è un getto schiumoso che scarica ogni giorno uomini e fatti nuovi, ma anche un bolide impietoso che li macina il giorno dopo con altri uomini ed altri fatti più nuovi ancora, un fluire inarrestabile proteso su un presente che vive lo spazio di un giorno e poi precipita nel buio del passato. E’ dunque questa infinitesima precarietà il destino di un articolo di giornale, anche di Questotrentino?

Insomma a cosa serve scrivere su Questotrentino, a cosa serve pubblicare Questotrentino?

Si potrebbe rispondere ciò che fu risposto a chi chiese a cosa serve la filosofia: la filosofia, e così anche Questotrentino, non serve a nessuno! Anzi disturba tutti. Talvolta anche in malo modo. Lo attestano i numerosi processi per diffamazione che i nostri direttori hanno subito, peraltro tutti finiti bene o con remissione di querela o con ben motivate sentenze di assoluzione, tranne uno. La critica era rivolta all’ancien régime democristiano, quando c’era. Ora è contro la destra perché l’orientamento del suo corpo redazionale e dei suoi collaboratori è di sinistra. Ma è anche contro la Margherita di Dellai e contro i DS, perché il nostro direttore è di sinistra radicale. Ma non serve nemmeno la sinistra radicale. Ma allora a chi serve Questotrentino?

Serve a me, perché la collaborazione quindicinale mi costringe a riflettere sui fatti del giorno almeno due volte al mese, ciò che, tenendo conto della frenesia dei tempi moderni, costituisce una media per niente trascurabile.

Ma serve anche ad altri. Non so quanti. Osservate quale ricambio di redattori e collaboratori vi è stato nel corso degli anni della sua esistenza. Vi hanno scritto politici, politologi, uomini di cultura, giovani e di età matura. Uno stuolo vario di uomini e donne che hanno trovato in Questotrentino lo strumento per esprimere il proprio libero pensiero. Suo tramite si sono deposti nella società trentina semi di pensiero che hanno alimentato il molecolare formarsi di una cultura critica che costituisce l’humus di una civiltà liberal democratica.

Mi è capitato più volte di incontrare persone giovani, a me sconosciute, che di loro iniziativa, spontaneamente sentivano il bisogno di manifestarmi il loro apprezzamento per qualche mio articolo. Testimonianze talvolta sorprendenti che mi hanno recato la confortevole constatazione che nulla va perso, che tener duro alla fine giova, che lo sforzo di comunicare un pensiero onesto non è inutile.

Naturalmente non abbiamo sempre ragione. Ma Questotrentino è aperto anche ai contributi dei nostri critici. Lo è sempre stato nei suoi venticinque anni di vita trascorsa, si propone di continuare ad esserlo.