Le nuove proposte di legge (nazionale e provinciale) sulla materia lasciano irrisolta la questione di fondo: un riequilibrio dei rapporti fra Stato e Chiesa. La posizione di un gruppo di ex-insegnanti di religione.
l "caso" don Farina: vissuto con grande intensità da una parte di fedeli, minimizzato - al di là del verosimile - dalla Curia. E c'è chi pone il problema: il vescovo Bressan ha una qualche "linea" pastorale?
La laicità perduta: i grotteschi travestimenti, gli insultanti integralismi di candidati alla ricerca del voto cattolico. Ma i laici (i non credenti e i cattolici non-integralisti), quelli non votano?
L'approccio culturale, comparativo alle religioni: sempre più necessario in una scuola multietnica. Invece, il monopolio dell'insegnamento religioso...
Il massimo del consumismo e il massimo della repressione portano allo stesso risultato: una concezione distorta del corpo e della sessualità. Intervista a Pier Giorgio Rauzi, sociologo ed ex-prete, su Chiesa e sesso dopo gli scandali dei preti pedofili.
La Chiesa, trentina e non, e la sua crisi, alla luce della recente intervista critica di Mons. Rogger. Don Piero Rattin, parroco di Piedicastello: la piaga più grave della Chiesa è l’acquiescenza al potere.
La pietà per i morti. La preoccupazione per le macerie che hanno sepolto il diritto internazionale. Ma anche la speranza suscitata da un movimento planetario che si oppone all’arroganza dei “liberatori”.
Giovanni Reale, Radici culturali e spirituali dell’Europa. Per una rinascita dell’”uomo europeo”. Raffaello Cortina Editore, pp.185, 18,50 €.
Il Cristianesimo come base culturale dell'Europa: un discorso colto e appassionato, ma non convincente.
Il vicolo cieco in cui ci si è cacciati con l'insegnamento cattolico nella scuola: le richieste degli islamici, le reazioni dei politici, il prurito degli integralisti nostrani. Quale possibile soluzione?
Chiesa e religione, dal referendum sull’aborto a quello sulla fecondazione assistita. Passando per i collateralismi, la repressione interna, la perdita di autorevolezza.
Dalla Fallaci a Ferrara, da Pera a Panebianco: un’armata di laici impugnano la croce per difenderci: dall’Islam terrorista o dai gay. Mentre la sinistra si limita a giocare di rimessa.
La comunità dei fedeli e l’istituzione ecclesiale nella nuova società secolarizzata, con i seminari deserti
e i cristiani sempre più minoranza. Le nostalgie del tempo che fu, la scorciatoia dell’autoritarismo interno, la ricerca di un nuovo patto trono-altare magari fondato sul conflitto con l’Islam. Oppure l’attualizzazione dei difficili principi evangelici: povertà, perdono, solidarietà...
In Russia i cattolici sono lo 0,3% della popolazione, Wojtyla è un perfetto sconosciuto. Eppure, secondo i media, lì avrebbe distrutto un impero. Un esempio clamoroso di servilismo intellettuale.
La figura straordinaria di Karol Wojtyla viene elevata da cardinali, Tv, politici ossequienti, masse di fedeli plaudenti, al di sopra dei comuni mortali: con conseguenze pesanti sul dialogo ecumenico e sulla stessa religione, ridotta ad emozione.
C'è poi il problema del governo della Chiesa...
Le contraddizioni di un lungo papato: la svolta autoritaria e personalistica, la riproposizione di forme di religiosità primordiali, l’appoggio a establishment corrotti. Ma anche il primato dei valori e dell’etica, la strenua difesa della pace, il riconoscimento delle colpe, il secco rifiuto allo scontro tra religioni.
La scelta del Conclave di eleggere Joseph Ratzinger, l'intransigente custode della retta dottrina. Oltre i superficiali trionfi mediatici, la visione spaventata che la Chiesa ha di se stessa.
L’impossibilità - secondo Ratzinger - di un’etica laica oggi adeguata. E la necessità anche per i laici di riconoscere un’Autorità superiore, cioè Dio (e chi lo rappresenta).
Il progetto di Prodi (superare le distinzioni tra laici e cattolici) da una parte, e quello di papa Ratzinger (accentuare l'identità religiosa) e del cardinal Ruini (assicurarne la proiezione politica) dall'altra: radicalmente divergenti. Di qui lo strappo di Rutelli?
Non si chiede alla religione di rinunciare alla propria verità; ma tutti, nello Stato, a prescindere dal loro credo, devono riconoscere la propria casa.