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Le ragioni di Gheddo e Zanotelli

Claudio Forti

Desidero anch’io dire la mia sulle divergenze (che la stampa si diverte ad amplificare) intercorse fra padre Gheddo e padre Zanotelli a riguardo dei problemi nord-sud, sviluppo e sottosviluppo e sulle possibili soluzioni. Debbo dire subito che mi dispiace per coloro che hanno subito preso posizione per l’uno o per l’altro in quanto, come dovremmo sapere questi problemi sono di una enorme complessità e perciò, a mio parere, ognuno dei due hanno le loro ragioni. Gheddo - a mio modo di vedere - ha ragione quando dice che ritiene sbagliato il fare il parallelo: "loro sono poveri perché noi siamo ricchi". Ed è vero che questa è un’osservazione sociologica che ha attinto dal marxismo con la conseguenza che solo con la lotta di classe si può arrivare a togliere al ricco per fare giustizia. In parte però è anche vero che noi abbiamo le nostre responsabilità. Ma è altrettanto vero che le classi politiche corrotte di gran parte del terzo mondo hanno delle enormi responsabilità. Faccio un’esempio di una realtà che conosco abbastanza bene. Non possiamo di certo applicare lo schema di Zanotelli per l’Argentina. L’Argentina aveva delle enormi riserve auree prima e dopo la seconda guerra mondiale ed aveva ed ha delle enormi risorse minerarie, agricole e e zootecniche con possibilià notevoli nel campo dell’industria. Non sarà mica colpa degli Stati Uniti o dell’Europa se loro hanno avuto una classe politica incapace e corrotta che ha mandato allo sfacelo l’economia? E il popolo argentino, non ha nessuna responsabilità? E si potrebbe dire lo stesso per altre realtà.

Qual è allora la soluzione? Difficile certamente, ma non impossibile. Certo, noi dovremmo cambiare il nostro stile di vita. Ognuno fa la sua analisi: i politici, i sociologi e i semplici cittadini come me. Io credo che il Papa abbia ragione quando dice che è necessaria una nuova evangelizzazione perché solo questa può far sì che il povero non invidi o odii il ricco e il ricco si renda conto che le sue ricchezze - materiali e morali - non sono sue proprietà perché tutto viene da Dio, e le metta a disposizione dell’altro. Senza evangelizzazione e conversione, è una pia illusione pensare di poter sconfiggere questi mali che sono un tristissimo retaggio del peccato originale. Su questa realtà - pur ritenendo giusto che un sacerdote si esprima su aspetti sociologici ed economici - credo ci sia molto da lavorare per i preti e per tutti i cristiani consapevoli delle loro responsabilità.

Ringrazio quindi sia padre Alex che padre Piero, come ringrazio la grandissima madre Teresa di Calcutta e tutti coloro che nel silenzio e nella sofferenza, mentre io scrivo, lavorano e si sacrificano per gli altri. Qui e nel Terzo mondo.