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Quando un prete parla di “guerra santa e giusta”

Franco Zadra

Dopo aver frenato la penna di fronte alle ultime sparate del mio confratello don Rinaldo Bombardelli, che per molti altri aspetti e in altri momenti ho apprezzato, non posso trattenermi oltre leggendo stupito la lettera su L’Adige del 22 settembre a firma di una non meglio identificata suor Teresa. Questo ulteriore intervento ecclesiale ribadisce, come se ce ne fosse stato bisogno, dopo le apprezzate scuse e parziale smentita del mio amico don Rinaldo, gli oscuri concetti già da lui espressi e prendendone le difese come uno dei pochi che ha veramente capito.

In definitiva, per questi due "maestri in Israele", la guerra sarebbe necessaria alla pace e le ingiustizie sociali e l’oppressione dei poveri indispensabili al progresso dell’umanità. Davvero un bel concetto!

Tra uno che prega perchè venga la guerra e l’altra che afferma che non c’è pace senza guerra, prevedo un certo disorientamento tra i fedeli, a spese forse dei più poveri ed indifesi "altri" che si trovino dalla "parte sbagliata"; in molti, infatti, avevamo inteso un altro messaggio dalle parole del Papa, che bollava la "guerra: avventura senza ritorno", oppure, più semplicemente, avevamo colto dalla Bibbia, la chiarissima immagine di Dio, Padre di tutti gli uomini, che stronca le guerre ed è un Dio di Pace.

Come cattolico mi permetto di dissociarmi apertamente dall’insegnamento di questi guerrafondai, dettato dalla paura di chi non sa ancora che Cristo ha vinto il mondo, non certo con la guerra o incenerendo i suoi nemici.

Mi dissocio altresì dalla "Commissione diocesana Giustizia e Pace" che, nella persona del suo Presidente afferma di non volersi interessare a queste cose (evidentemente ce ne sono di più importanti), né alle probabili conseguenze che le affermazioni di questi ecclesiastici occidentalisti avranno su qualche testa calda o sulla salute di qualche malcapitato fratello islamico. Posso infatti capire una Lega che se ne esce con affermazioni razziste ed intolleranti, ma non posso sopportare un prete ed una suora che vengono a parlarmi di guerra santa, giusta e inevitabile.

Personalmente vorrei affermare la mia distanza da queste idee e da chi le propone, non voglio condividere con loro tali posizioni, né spezzare il pane della fratellanza con questi venduti alla logica di Babele.

Per me sono scomunicati, ovvero sono scomunicato io dalla loro Chiesuola.