Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 2, febbraio 2019 L’editoriale

Contrastare il cattivismo

Si inizia a delineare la rotta presa della giunta provinciale a guida leghista, con la creazione ad arte di nuovi "nemici" da combattere... forse per nascondere l'inadeguatezza del proprio ruolo?

Maurizio Fugatti

Nel numero di gennaio avevamo espresso delle prime valutazioni sulla nuova Giunta Fugatti: fortemente negative sui provvedimenti rispetto ai migranti, interlocutorie sul resto.

Nel breve volgere di un mese ci sembra di vedere meglio precisarsi alcune caratteristiche. Consideriamo due recenti provvedimenti. Il primo è la “sospensione” (termine eufemistico, per evitare il più crudo “cancellazione”) dei corsi di “educazione alle relazioni di genere”, cioè alla parità e rispetto tra maschi e femmine, nonché – qui starebbe lo scandalo – tra etero e omosessuali. Ne parliamo approfonditamente nella coverstory, dove anche affrontiamo le motivazioni culturali di questo rigetto.

Qui ci interessano le motivazioni politiche. Che a nostro avviso si possono meglio capire se vediamo un altro indirizzo, sia pur su un tema minore, della nuova Giunta: la dichiarazione di guerra ai lupi. Sì, i lupi, quegli animalacci cattivi. Che Maurizio Fugatti si appresta a combattere in nome della “sicurezza”. Parola magica, che risolve ogni questione.

C’è mai stato un morto, un ferito, un aggredito da un lupo, nella realtà oltre che nelle fiabe? I lupi, in effetti possono essere un problema, ma per la pastorizia, non per l’incolumità degli umani; ma questa è la realtà, e non interessa, ciò che conta è l’individuazione di un nemico, qualcosa che attenti alla “sicurezza” e che occorre combattere. Così come non conta che l’educazione di genere tenda a rendere più gentili e paritari i rapporti tra i sessi, ci si inventa il nemico, l’omosessuale, la lobby gay, cui dare ostracismo. Il negro, l’omosessuale, il lupo mannaro: dietro tutto questo c’è una comune costruzione della paura e del nemico. Uno sdoganamento, anzi un incitamento alla cattiveria. Bisogna essere duri, all’occorrenza spietati. Cacciare dalle case popolari gli stranieri anche se lavoratori e integrati; negare le lezioni di italiano ai nuovi arrivati; ammazzare gli animali selvatici; scacciare chi insegna gentilezza e rispetto.

A dire il vero, i ”buonisti”, quelli che agitano ubbie come umanità, tolleranza, diritti; o semplicemente vorrebbero affrontare i problemi con razionalità (il collegamento immigrazione-denatalità, i rapporti internazionali, i numeri veri dei reati, le reali tendenze della criminalità, le leggi dell’ecosistema) a Trento non sono ancora, come a livello nazionale o sui social, additati al ludibrio. Ma ci siamo vicini.

Eppure, nonostante questo, o forse proprio come salutare reazione, registriamo che ci sono sempre più significativi strati della società civile che a questo imbarbarimento non ci stanno. All’inaugurazione dell’anno giudiziario i rappresentanti dell’Ordine degli Avvocati Andrea de Bertolini e Mauro Bondi (che i nostri lettori conoscono come nostro editorialista) non hanno certo usato parole tenere nei confronti di un potere che mette a rischio “istituti di civiltà giuridica come la prescrizione, i diritti alla persona come l’identità, la sessualità, la genitorialità” e che trasforma la giustizia “in vendetta, nel linciaggio (anche se solo mediatico) della gogna”, in frasi oscene come “marcire in galera”. Fugatti, presente in aula, visto che si stava attaccando il capo supremo Salvini, si è alzato e se ne è andato, salvo poi farfugliare che aveva “altri impegni”. E prendersi così ulteriori accuse di “insensibilità istituzionale”.

Il tutto ci sembra convergere su un quesito: a Fugatti conviene impiccarsi a Salvini? Essere a tutti i costi cattivo quanto il gran capo a Roma? Non avrebbe ampi spazi per gestire un “governo del cambiamento” che rimedi a diverse storture del post dellaismo, invece di cadere in questo miserando cattivismo programmato, dalle dubbie prospettive? Oppure l’uomo non è all’altezza e trova comodo ripararsi dietro l’ombra del grande cattivo e del suo attuale successo?

Paolo Mantovan sul “Trentino” ha analizzato alcune partite (reddito di cittadinanza, viabilità) in cui Fugatti, al rimorchio di Salvini e di Zaia, sta facendo arretrare il Trentino fino a renderlo succursale di Roma e di Venezia. Non sappiamo se questa sia una dinamica strutturale, che si potrà registrare anche in altri ambiti.

Per ora riscontriamo la sconcia deriva cattivista. Che riteniamo devastante per una società che voglia non solo crescere, ma anche semplicemente mantenersi armonica e ordinata. Come giornale ci impegniamo a dare il massimo supporto e pubblicità alle iniziative che si adopereranno per contrastare questo imbarbarimento. Noi crediamo che sia tutt’altro che irreversibile, se in tanti sapremo opporci.