Da qualche mese la nota associazione per la tutela dei consumatori è presente anche in Trentino. Con una notevole attività, soprattutto nella difesa dei soci delle cooperative edilizie.
Il rinnovamento nella cooperazione: indispensabile, annunciato, rimane nei discorsi dei convegni.
Nei vertici resta l’antica vocazione al doroteismo; che a una base fin troppo dinamica, ormai non basta più.
Il mercato della mela non assorbe la produzione trentina. Anche se tutti dicono che è di qualità. La cooperazione agricola, che ha fatto tanto, ora è immobile. Quali le prospettive?
Il dissesto della “Servizio Casa” affossa il modello della cooperazione edilizia a proprietà indivisa. L’aut-aut ai soci: o compri, o paghi un canone doppio. Altrimenti si rischia di perdere tutto.
Il marchio Trentino è un grande bluff? Tutti gli interrogativi dopo la scoperta delle commercializzazioni disinvolte e dei controlli affidati alla buona volontà dei produttori. Il settore agro-alimentare: la storia di un indubbio successo, che rischia di ritorcersi contro se stesso.
Le organizzazioni non-profit: imprese a tutti gli effetti, ma che agiscono per il bene sociale. Cosa è: Babbo Natale, il mondo delle favole? No, in Italia sono 200.000 e in futuro...
I motivi del successo di Superstore, l’ultima iniziativa commerciale della grande distribuzione. E i problemi che pone: concorrenza, vivibilità, dipendenza dalle catene nazionali, prodotti trentini, piccoli negozi...
E’ cambiato il presidente della Federazione, da Angeli e Schelfi. Ma soprattutto, in questi anni ha cambiato pelle il movimento cooperativo. Storia di un successo, e dei non piccoli problemi che esso pone.
All'indomani dell'apertura dell'ultimo centro commerciale - fuori dalle regole, ma benedetta dal grande interesse suscitato - il punto sul commercio trentino: le ripetute forzature sulle norme, ciononostante i meriti della grande distribuzione, le prospettive dei centri storici, la debolezza della politica.
Cantine cooperative, caseifici sociali e consorzi della frutta non vogliono più pagare l’ICI. I Comuni, ovviamente, non sono d’accordo, dopo il trattamento di riguardo che usualmente riservano alle coop..
Le cooperative, in splendida salute, pensano all’ ”internazionalizzazione”. Ma il problema vero è il solito: decisioni e democrazia. Cosa è cambiato nell’era di Diego Schelfi.
Le cooperative, con la presidenza Schelfi hanno affrontato di petto l’antico nodo: democrazia interna, rapporto tra manager e soci. Si aprono però nuovi interrogativi: “nelle valli avanza la cultura dell’IO, invece di quella del NOI” come dice lo stesso Schelfi. E allora...
I negozi cooperativi chiudono in rosso il 2006: i nuovi consumi delle famiglie, le politiche di mercato “aggressive”, le difficoltà dei piccoli punti vendita. Ma anche il dubbio che il consorzio di tutti, il Sait, non sia all’altezza, che giochi in proprio, dettando legge al movimento per poi riversare sulle coop le proprie diseconomie. Storia di una contestazione rientrata, per il desiderio di non rompere un grande e prezioso meccanismo. Ma se non ci sarà rinnovamento...
Al di là delle esagerazioni provincialiste, la visita del presidente Napolitano è risultata importante. A sottolineare un processo di internazionalizzazione del Trentino che in effetti è in corso e può progredire.
Finiti gli anni dai soldi facili, la filiera del vino si ritrova impoverita, indebitata, attrezzata solo per la sfida della quantità, che il territorio non può reggere.
Ora si cerca di cambiare, ma non sarà facile.
I bilanci della cantina LaVis: le perdite, le opacità, i contratti capestro. Con l’uva dei soci pagata sottocosto, per remunerare la speculazione edilizia della finanziaria della Curia.
Un ritorno al Medioevo: soldi dai contadini al vescovo.
I due consorzi che riforniscono i dettaglianti si contendono le Famiglie Coop: sono entrambe cooperative ma una, forse la più efficiente, viene scomunicata: “è tutto il sistema cooperativistico trentino ad essere sotto attacco”. Come mai?
Un lembo isolato di un’area artigianale trasformato in ghetto dell’Itea. Questa la speculazione edilizia ideata dal Commissario Zanoni per racimolare milioni: a carico dei cittadini.
Nuovi documenti sulla LaVis: come la finanziaria della Curia e una oscura società americana hanno impoverito i viticoltori. Naturalmente c’è chi ci guadagna: tutti i nomi, dal vescovo a Diego Schelfi.
Brandendo l’appoggio di Dellai il Commissario Zanoni si trasforma in Amministratore Delegato dagli amplissimi poteri tra cui quello di non ammettere critiche. I contadini, disillusi e intimiditi, disertano o approvano. cooperazione sempre più in bassocooperazione sempre più in basso...
Il vertice nel registro degli indagati, è un sistema di connivenze che inizia ad essere smascherato: i controllori, il Commissario, gli assessori, Dellai..
I revisori giudicano inattendibile il (disastroso) bilancio della LaVis e Zanoni, sostenuto dalla politica, se la prende coi controllori. Così il vulnus contagia le istituzioni.
Il giudice sentenzia: QT ha scritto la verità sul LaVis. I molti aspetti di una sentenza esemplare, che mette al loro posto Zanoni, Peratoner, Isa e Schelfi. Le possibili conseguenze.
Otto milioni di ulteriori perdite,
niente dismissioni, patrimonio azzerato,
a rischio il portafoglio degli stessi consiglieri d’amministrazione.
I padrini politici non ci sono più e comunque
non basterebbero. È un modello di impresa troppo protetta dalla politica giunto al capolinea.
Mentre il Trentino arranca, Rossi sbraca: 10 milioni per la LaVis, un’azienda decotta. L’etica economica stravolta solo per ribadire il proprio potere di Presidente.