"Questi fantasmi" di De Filippo rappresentato con piacevole professionalità (e con istanti da autentico manuale da teatro) dalla compagnia di Silvio Orlando.
"La nave fantasma" su una delle tragedie delle carrette del mare: tanto impegno civico, ma al contempo eccessi di prolissità ed esuberanza anche clownesca.
Il testo di Warren Adler dimostra i suoi limiti di scontatezza. E in questi casi, un'ottima messa in scena (di Ugo Chiti) e un'ineccepibile recitazione (Zanetti e Lattuada) possono ben poco...
"Musica, maestro" di Loredana Cont messa in scena dalla "Filogamar" di Cognola, un bell'esempio del tradizionale teatro amatoriale trentino: dispositivi comici più che collaudati, ma risultato fresco e vivace.
La riscrittura in chiave contadina della Bibbia della pur benemerita Arca Azzurra Teatro non convince. Al di là della stucchevole ricerca dello scandalo (da parte della stampa locale) per un seno nudo.
Il "Galileo" versione Antonio Calenda (regista) e soprattutto Franco Branciaroli (interprete) fa sempre riflettere su scienza e potere; un teatro della parola che comunque riesce ad avvincere lo spettatore.
Leo Gullotta, dismessi i tristi panni del televisivo Teatro del Bagaglino, si dimostra, nel lavoro pirandelliano, attore colto e di talento. Buono questo lavoro del Teatro Eliseo: tutti bravi e simpatici. Forse troppo?
Da discutere se si tratta di teatro da stagione di prosa, per il resto "Infinita", spettacolo clownesco sull'infanzia e l'estrema vecchiaia, diverte, appassiona, commuove.