"Vero West" di Sam Shepard per la regia di Sergio Maifredi con D'Elia e Ferrini, grandi aspettative, ma solo sulla carta: al Cuminetti pubblico sparuto, attori disimpegnati, testo così così.
Da discutere se si tratta di teatro da stagione di prosa, per il resto "Infinita", spettacolo clownesco sull'infanzia e l'estrema vecchiaia, diverte, appassiona, commuove.
Forse non adatto (il teatro e l'opera) alle scuole, il lavoro di Fabio Conti da Dostoevskij risulta comunque pregevole, per musica, libretto, scenografia, interpretazioni.
Leo Gullotta, dismessi i tristi panni del televisivo Teatro del Bagaglino, si dimostra, nel lavoro pirandelliano, attore colto e di talento. Buono questo lavoro del Teatro Eliseo: tutti bravi e simpatici. Forse troppo?
Veramente un peccato perdere il convincente "Andrea Chénier" messo in scena al Teatro Sociale di Trento (regista Paul-Emile Fourny del Teatro dell'Opera di Nizza). Eppure in sala le poltrone vuote non mancavano...
Il "Galileo" versione Antonio Calenda (regista) e soprattutto Franco Branciaroli (interprete) fa sempre riflettere su scienza e potere; un teatro della parola che comunque riesce ad avvincere lo spettatore.
La riscrittura in chiave contadina della Bibbia della pur benemerita Arca Azzurra Teatro non convince. Al di là della stucchevole ricerca dello scandalo (da parte della stampa locale) per un seno nudo.
"Musica, maestro" di Loredana Cont messa in scena dalla "Filogamar" di Cognola, un bell'esempio del tradizionale teatro amatoriale trentino: dispositivi comici più che collaudati, ma risultato fresco e vivace.
Il testo di Warren Adler dimostra i suoi limiti di scontatezza. E in questi casi, un'ottima messa in scena (di Ugo Chiti) e un'ineccepibile recitazione (Zanetti e Lattuada) possono ben poco...
Musica di alto livello a scuola, al Liceo "Rosmini" di Trento: questa volta di scena la musica di Piazzolla e i ballerini di Tango: per uno spettacolo encomiabile.
Ultima delle rivisitazioni di Mario Martone della trilogia mozartiana, il "Figaro" al Sociale di Trento diverte e ancora convince. Anche se realizzato con impegno minore di quello profuso nelle altre due opere.
"La nave fantasma" su una delle tragedie delle carrette del mare: tanto impegno civico, ma al contempo eccessi di prolissità ed esuberanza anche clownesca.
Memorabile esecuzione nella chiesa di S. Francesco Saverio a Trento del lavoro di Haydn, grazie alla direzione di Davide Lorenzato, che ha saputo magistralmente assemblare solisti, orchestrali e soprattutto coristi.
"Questi fantasmi" di De Filippo rappresentato con piacevole professionalità (e con istanti da autentico manuale da teatro) dalla compagnia di Silvio Orlando.
Una delle migliori opere liriche viste a Trento negli ultimi anni la versione del Teatro di Rovigo della pur improbabile storia di Verdi e Piave. E il pubblico se ne è gustato tutti i 190 minuti.
Il difficile lavoro di Benjamin Britten, una parabola per chiesa trasformata in opera per teatro, ottimamente reso dal regista Andrea De Rosa. Una scommessa ardita; e vinta.