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QT n. 7-8, luglio 2025 Servizi

Villaggio anti-stress a processo

In aula il 14 ottobre a Matera la vicenda Efficient Building/Seac

Sorprendendo un po’ tutti per la rapidità, i giudici di Matera hanno già mandato a giudizio l’affaire del “villaggio anti-stress” di Laviano, detto anche, da noi, processo all’Efficient Building.

Stiamo parlando del grosso guaio in cui è incappata una delle società del gruppo Seac, la Efficient Building, che era nata per fare grandi affari sui bonus del 110 e si ritrova oggi implicata in un processo per truffa aggravata ai danni dell’Agenzia delle Entrate.

Per i distratti ripercorriamo la vicenda.

Seac costituisce Efficient Building qualche anno fa per fare grandi ristrutturazioni dalle quali ricavare cospicui crediti fiscali che avrebbe poi rivenduto con buon profitto. Nel 2022 in effetti Efficient ottiene un grande contratto (decine di milioni di euro) per la ristrutturazione radicale di un vecchio villaggio costruito in Irpinia, nel comune di Laviano, ai tempi del terremoto.

L’operazione parte con le migliori speranze, ma fin da subito ci sono svariati problemi, sia tecnici che di gestione del cantiere, che rallentano la cosa.

Ciononostante ad un certo punto viene richiesta dal committente (una minuscola onlus che si chiama Polis Mathera, incaricata dal Comune di Laviano per l’intera operazione e che a sua volta aveva appaltato ad Efficient i lavori di costruzione) la prima tranche di crediti fiscali: una quarantina di milioni di euro. Crediti che vengono in prima battuta riconosciuti dall’Agenzia delle entrate e girati in pagamento ad Efficient, la quale contava così di avere i fondi per proseguire l’operazione.

Ma, va detto, il capitale di partenza erano parecchi milioni (il nostro conto si è fermato a 26, ma verosimilmente oggi sono di più) forniti da Seac, con i quali erano stati pagati gli acconti ai fornitori per la prima tranche di lavori.

Il problema nasce quando la Procura di Salerno va a verificare il cantiere a Laviano e scopre che dei lavori che dovevano essere già stati fatti con i 40 milioni di euro reclamati come credito fiscale, non c’era quasi niente. Inchiesta penale e sequestro dei 40 milioni che Efficient aveva “incassato” e in parte già venduto.

(Tenete a mente che la vicenda è sia complessa che complicata, quindi per i molti dettagli vi conviene andare a rileggere QT tra settembre e dicembre 2024 e poi ancora a marzo e aprile di quest’anno).

Il terremoto

L’inchiesta terremota l’intera operazione. Le accuse di truffa cadono sulla testa di tutti: dagli amministratori di Efficient Building ai fornitori, ai professionisti che avevano fatto le certificazioni necessarie per ottenere il 110.

Per la parte trentina vengono indagati sia l’amministratore di Efficient nel 2023, Mauro Bonvicin, un “interno” del giro Seac in quanto presidente dei grossisti di Unione Commercio, che il suo predecessore, Alessandro Segale, professore di economia ambientale alla Statale di Milano.

Tra gli indagati anche uno dei fornitori, Pierluigi Reviglio, titolare di una ditta di Rovigo che doveva fornire e montare le strutture prefabbricate delle nuove casette. Reviglio però dice, prima agli investigatori e poi a noi, che per avere quel contratto aveva dovuto pagare delle cospicue “commissioni” ad un architetto forlivese, Fausto Farneti, che gestiva, con la sua società Groma srl, lo snodo tecnico della complessa operazione. Farneti però non è stato mai indagato.

L’inchiesta va avanti lentamente, ma a marzo scorso arriva da Salerno la richiesta della Procura di arrestare tutti gli indagati. Piccolo colpo di scena: la gip salernitana dice che la competenza è di Matera perché è lì che ha sede la Onlus che ha reclamato i crediti fiscali su basi, secondo i pm, inesistenti.

Le casette di Laviano al centro dell'inchiesta

E qui veniamo finalmente all’oggi.

Lo spostamento del procedimento - pensavano tutti - avrebbe comportato tempi molto lunghi. E invece a Matera in un zak e tak il gip decide il rinvio a giudizio immediato con udienza il 14 ottobre prossimo.

Però sfronda la lista degli imputati. Fuori Mauro Bonvicin, probabilmente perché il reato viene incardinato in una data precedente alla sua nomina come amministratore. Fuori anche tutti i fornitori tranne uno, di cui vi diciamo sotto. Fuori, tra i fornitori, anche Pierluigi Reviglio che già la Procura di Salerno e la gip consideravano vittima del reato, pur avendolo inizialmente inserito tra gli indagati. Reviglio, che ha avuto un grave danno economico in questa vicenda, ci dice che intende costituirsi come parte lesa nel processo.

Dovrà invece spiegare molto bene la sua posizione il professor Segale che, nell’interrogatorio davanti al gip, dice più o meno: io non c’ero e se c’ero dormivo.

Ugualmente complicata la posizione dell’unico fornitore imputato, Pasquale Vessa. Il quale viene considerato dai pm, in realtà, l’iniziatore della truffa. È lui infatti che si mette in contatto con il sindaco di Laviano, pure imputato, proponendogli la ricostruzione a costo zero (ma non per le nostre tasche) del vecchio villaggio dei terremotati. E, secondo la Procura, fa anche da tramite per trovare la onlus Polis Mathera che possa fare da capofila dell’operazione. La necessità di trovare una onlus come capofila ha un motivo ben preciso. Le norme del 110 prevedevano dei massimali di spesa, ma questi massimali lievitavano di molto se il committente era una onlus. Semplice, semplice. Va detto che Vessa, ex deputato di Berlusconi, ha anche qualche precedente che non aiuta.

Imputati anche i responsabili dell’epoca della onlus, Gaetana Scarano e Giuseppe Frieri.

A carico di Efficient Building come società viene addebitato un illecito amministrativo, non aver organizzato la struttura societaria in modo adeguato ad impedire al suo amministratore di compiere un reato. Uguale accusa per Polis Mathera come soggetto giuridico.

Infine sono imputati anche i due tecnici che hanno firmato le certificazioni energetiche e antisismiche per lavori che la Procura considera mai fatti e falsamente fatturati.

Ma esce dal processo anche il commercialista fiorentino Maurizio Consonni che aveva dato il visto di conformità per l’invio della documentazione all’Agenzia delle Entrate.

Da codice penale, la truffa aggravata, se verrà confermata in giudizio, comporta pene non piccole: da due a sette anni di carcere. E i magistrati lucani contestano agli imputati anche l’aggravante della rilevante gravità del danno.

Per quel che riguarda Efficient Building, al di là delle eventuali responsabilità penali del suo amministratore del tempo, c’è però l’aspetto economico a pesare tantissimo.

Infatti si fa sempre più incerta la possibilità di recuperare i 40 milioni di crediti fiscali che sono stati sequestrati nel 2023. Milioni che si ribaltano a cascata sul bilancio Seac dal quale finirebbero, in gran parte, per mancare definitivamente.

Nel complesso comunque la decisione dei giudici di Matera lascia la sensazione che l’obiettivo principale sia di chiudere la vicenda velocemente, portando in giudizio solo quegli imputati per cui le prove appaiono più solide ed evitando approfondimenti che, indirettamente, erano stati chiesti dalla gip di Salerno riguardo a soggetti che nell’inchiesta non sono mai entrati, ma sui quali la giudice si era espressa, inusualmente, in modo molto chiaro. .

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