In tutto il mondo si allenta pericolosamente il rapporto elettori-eletti e il potere di decidere diventa prerogativa di organi dalla dubbia legittimazione democratica. Gli esiti della crisi di partiti, voto, associazionismo politico.
La questione non è se schierarsi da una parte o dall’altra. Ciò che conta è che Israele e stato palestinese hanno eguale diritto di esistere. E che devono convivere. Invece Bush e Sharon...
A Pratica di Mare una pomposa celebrazione della guerra fredda prossima ventura. Nel resto d'Italia il pessimo governo Berlusconi non viene castigato: è la conferma che...
La barbarie della "guerra preventiva" conto l'Iraq: per il capovolgimento della dottrina di legittima difesa, per le vittime che provocherà, per le reazioni a catena che ne verranno innescate.
Non c'è razionalità, per quanto abominevole, nel frenetico assalto a Bagdad. E' solo una reazione terrorizzata, e quindi disastrosa, alla vulnerabilità americana del dopo due Torri.
La retorica patriottarda sulle vittime (non "eroi"!) di Nassiriya copre il problema vero: che il terrorismo lo si sconfigge non con le guerre e le invasioni, ma con l'azione politica, la giustizia economica, la legalità internazionale.
E' ormai evidente il fallimento della guerra come risposta al terrorismo. Però, mentre la 'vecchia Europa' riacquista spazi, la sinistra italiana stolidamente si divide.
Il ritiro delle truppe è la sola decisione ragionevole. posizione condivisa anche da Spagna, Francia e Germania. Eppure viene presentata come "estremista".
Nel mondo globale anche commozione e solidarietà si fanno planetarie. Occorrerebbe qualcosa in più: la consapevolezza sugli effetti perversi della diseguale distribuzione di ricchezza e tecnologia.
Dal male della guerra irakena sortisce il bene di una pur limitata, ma significativa, prova di democrazia. Ma il giudizio complessivo sulla guerra di Bush non può cambiare.
Riflessione dopo la morte di Nicola Calipari, uno tra i tanti orrori irakeni, solo per noi più doloroso. E la causa prima di tutto è sempre quella: la guerra preventiva.
Scherzare con i santi di un'altra religione: scriteriata imprudenza o consapevole scelta ideologica? Ma l'Occidente delle guerre preventive è anche quello della tolleranza come ricerca delle ragioni del diverso.
L'invasione dell'Irak, un'avventura criminale, per di più fallita. E non serve a nulla piangere i morti: il nuovo governo faccia l'unica cosa saggia e doverosa, andare via.
Se lo scopo è distruggere i Taleban, 30.000 soldati sono assolutamente insufficienti. Se è invece la pacificazione, l'azione militare di stranieri ferisce l’autonomia di un popolo e ne perpetua la disgregazione. E allora?