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QT n. 15, 12 settembre 1998 Servizi

Un referendum ad armi impari

A Mezzocorona si vota sulla destinazione di un'area: ma solo uno dei due contendenti (il Comune) ha i mezzi per far conoscere le proprie ragioni.

Domenica 13 settembre a Mezzocorona si vota. Gli elettori sono chiamati a esprimersi in un referendum sul destino di una piccola area comunale che gli amministratori locali hanno deciso di ristrutturare. Il Comune ha in mente un progetto nel quale appare centrale un campo sportivo destinato ad ospitare gli allenamenti e le squadre minori della locale associazione calcio. Un gruppo di cittadini, appena venuto a conoscenza delle intenzioni degli amministratori, si è costituito un comitato ("Amici di Stont") ed ha avanzato una proposta alternativa nella quale la maggior parte dell'area viene destinata a parco.

Da quel momento le posizioni si sono radicalizzate. E' iniziato uno spigoloso braccio di ferro del quale abbiamo in parte già riferito nei mesi scorsi. Da un lato si sono arroccati gli amministratori comunali che hanno sempre snobbato il comitato popolare, convinti della bontà del progetto e del diritto di delega a loro legittimamente assegnato dalle elezioni amministrative. Dall'altra si sono schierati gli "Amici di Stont" che, forti di centinaia di firme sul loro "progetto" (le virgolette perché loro stessi lo hanno definito più semplicemente un'idea alternativa sulla quale discutere), sono sicuri di rappresentare la volontà popolare del loro rione.

Come già detto, la strada della trattativa non è mai stata imboccata, per responsabilità che a nostro parere, se non altro per il ruolo che rivestono, vanno per lo più attribuite al comportamento degli amministratori comunali (area Ulivo). E così si è arrivati al referendum di domenica prossima.

Il referendum nei comuni è un istituto recente. E' stato introdotto nella nostra Regione solo a partire dal 1993, copiato dalla altrettanto recente legge nazionale del 1990. Quello indetto nel comune di Mezzocorona è uno dei primi nella nostra Regione e sicuramente il primo in assoluto nella Rotaliana e dintorni.

Il referendum comunale, a differenza di quelli nazionali cui siamo abituati (sempre meno) a partecipare, non è vincolante. In sostanza, anche se la stragrande maggioranza degli elettori di Mezzocorona, per altro alle prese con vendemmia e raccolta delle mele, domenica si recassero alle urne e votassero a favore del quesito posto dagli "Amici di Stont", il Comune potrebbe teoricamente farsene un baffo. L'esito del referendum non obbliga gli amministratori a cambiare le loro scelte; tuttavia, è facile pensare che in un'ipotesi del genere difficilmente esso potrebbe venire politicamente ignorato.

n altro aspetto delicato del referendum è rappresentato dal fatto che, come in questo caso, il comitato promotore e l'amministrazione comunale che se ne contendono l'esito, non sono oggettivamente sullo stesso piano. Prova ne è che, per restare al caso di Mezzocorona, a poche settimane dal confronto elettorale, è arrivato in tutte le case della borgata il consueto bollettino con un inserto speciale a colori che illustra la bontà del progetto comunale per l'area Stont. L'iniziativa è sicuramente legittima (chi se non il Comune è il primo rappresentante della popolazione?), ma altrettanto sicuramente inopportuna (dove andranno quelli di Stont a trovare i mezzi economici per rispondere con altrettanta propagandistica efficacia?).

E il consigliere provinciale Renzo De Stefani, partendo dall'episodio di Mezzocorona, ha posto il quesito, sotto forma di interrogazione, al Presidente della Giunta Provinciale. Quali potrebbero essere i correttivi -chiede De Stefani- per far sì che nei referendum comunali le due fazioni contrapposte, soprattutto quando una delle due è l'Amministrazione comunale stessa, possano competere democraticamente su un piano di parità ed eguaglianza?

L'assessore provinciale agli enti locali, Eugenio Binelli, ha risposto un mese dopo precisando che la questione non è di stretta competenza della Provincia e riportando una nota del comune di Mezzocorona nella quale si prende atto della fondatezza della domanda posta da De Stefani, ma della altrettanta correttezza del proprio comportamento. Nella lettera del comune di Mezzocorona si evidenzia la mancanza di una regolamentazione del problema e si auspica un intervento legislativo, di competenza della Regione.

Anche il Presidente della Regione, Grandi, si fa sentire e scrive al sindaco di Mezzocorona a proposito dell'interrogazione provinciale. La questione sollevata è interessante e pone una problematica di carattere generale -afferma la Regione; ma, diciamo noi, chi la deve affrontare e risolvere questa faccenda? La Regione, alla quale lo statuto speciale, assegna il potere di fare le leggi in maniera di ordinamento dei Comuni? I Comuni che devono integrare i loro regolamenti di partecipazione democratica? O la Provincia che deve controllarne la legittimità?

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