Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

SVP: una e trina

Governa a Bolzano con il Pd, con la Lega in Provincia, e ora va con Forza Italia alle elezioni europee

Herbert Dorfmann con Antonio Tajani

Mio padre ha fatto due guerre ed è rimasto invalido. Ha sofferto per la perdita del suo maestro tedesco, sotto la cui guida sognava di diventare musicista, sostituito dal fascismo con un maestro italiano che non era interessato alla musica. Eppure mio padre non ce l’aveva con gli italiani. Non era colpa loro la follia fascista che aveva danneggiato la sua patria. Berlusconi però non lo poteva sopportare, “un uomo senza morale”, diceva. Non gli era sfuggito che lui e altri nel suo partito parlassero bene del fascismo. Dunque non si è meravigliato che la Mussolini si sia candidata in questo partito. Ma è sbalordito che la ‘sua’ Svp non lo sapesse. Il partito dovrebbe rinunciare a ogni forma di propaganda per l’Europa”.

In cambio Dorfmann avrà la sua poltrona di lusso a Bruxelles. Per questa si può ben fare un matrimonio con la nipote del Duce Mussolini, e con l’estimatore del Duce Tajani. I dolori che il Sudtirolo ha dovuto sopportare dai loro predecessori sono dimenticati. Non ci posso credere”.

Quella sopra è la sintesi, tradotta, di due commenti, fra i molti, critici o addirittura indignati (tipo “un patto con il diavolo”, “progressiva decadenza dei princìpi”, “per questa poltrona la Svp vende la sua anima”) che sono apparsi su tutti i mass-media locali dopo che è stata resa nota la decisione della Svp di presentarsi alle prossime elezioni europee con una lista collegata a Forza Italia. La coordinatrice di F.I. Michaela Biancofiore ha parlato di “accordo storico”. Il Neue Südtiroler Tageszeitung ha titolato “Fine di un tabù”.

Noi rimaniamo noi. - si è difeso il parlamentare europeo Herbert Dorfmann, candidato Svp alla terza legislatura e beneficiario, oltre che artefice, dell’accordo - Siamo l’unica vera lista sudtirolese, con il suo simbolo e i suoi candidati”.

Ha trascurato di dire quanto stretto sia il patto con Forza Italia. E sperava che nessuno si ricordasse che nel 2014, quando Alessandra Mussolini si era iscritta alla delegazione italiana del gruppo dei Popolari, lui ne uscì e chiese l’iscrizione a quella austriaca, dichiarando il 18 luglio 2014 al giornale viennese “die Presse”: “Non posso rimanere in una delegazione italiana nella quale si trova la nipote di Benito Mussolini”. Ora si candida con lei. I voti Svp andranno anche a lei, nel conteggio nazionale che mette tutto in un unico conto.

I candidati della provincia di Bolzano sono in tutto 14. I Verdi staranno con i Verdi italiani, una scelta un po’ suicida, visto che in Italia il partito raggiunge l’1,%, e con il tecnico dell’ambiente Norbert Lantschner, dopo aver respinto la proposta unitaria della lista TeamK. Quest’ultima è andata con +Europa, con una candidata che in passato era stata dei Verdi, l’avvocata Renate Holzeisen. Due candidati con Forza Nuova e due con Casapound, esponenti della destra estrema, che nell’indifferenza e nell’assenza di leggi adeguate si stanno allargando soprattutto nel capoluogo. La vincitrice acclamata di due premi prestigiosi del recentissimo “BolzanoFestivalBozen”, Martine De Biasi (con il film “Becoming me”), nonché attivista per i diritti civili, si candida con la Sinistra. L’ex assessora comunale Monica Franch con i Popolari per l’Italia e l’americano Matteo Gazzini, otto anni in U.S.A., figlio di imprenditori agricoli, per la Lega.

A sostenere Dorfmann, forse l’unico con concrete chance di successo, ci sono Klaus Mutschlechner, segretario giovanile della Svp nella Val Pusteria, in qualità di ladino, Martina Valentincic di Slovenska Skupnost, come rappresentante della minoranza slovena nel Friuli Venezia Giulia, Otto von Dellemann, presidente dei senior Svp, Sonja Anna Plank, che è stata presidente della gioventù Svp, e Claudia Segnana del PATT.

Prima i sudtirolesi

Anche la SVP, lista che pure si proclama contraria ai cosiddetti sovranisti, accusati di voler affossare l’Europa democratica e liberale, ha tuttavia sempre parlato di Europa delle regioni, quella che Ralf Dahrendorf chiamava l’Europa senza l’Europa, composta di realtà piccole, che si pretendono omogenee al loro interno, invece di una federazione di stati eterogenei che garantiscono la cittadinanza al di là delle differenze di lingua, religione, cultura. Per il parlamentare uscente, esponente dell’area di destra del partito etnico, l’obiettivo è di salvaguardare soprattutto gli interessi sudtirolesi: “Il Sudtirolo finora ha solo avuto vantaggi dall’Europa. - ha detto - Nell’ultima legislatura ha avuto un miliardo di euro come fondi strutturali. E sarà così anche in futuro”.

I temi principali della politica europea della Svp sono il traffico (su cui peraltro è in atto uno scontro durissimo con il Tirolo, che ha introdotto limiti per il trasporto pesante per salvaguardare salute e ambiente, limiti che vengono accusati di danneggiare l’economia sudtirolese e nord-italiana, cui salute e ambiente non interessano), politica agricola e politiche delle minoranze.

Una e trina: la Svp governa in Comune a Bolzano con il Pd, con la Lega in Provincia, e ora va con Forza Italia alle elezioni europee. “Noi rimaniamo noi”, è il mantra che il partito etnico oppone all’opposizione interna ed esterna scatenata dalla scelta di candidarsi insieme alla nipote di Mussolini, al forzista Tajani, estimatore delle buone azioni del Duce, e a Berlusconi, che era il grande nemico. Il fatto è che la Svp si considera né di destra né di sinistra, partito di raccolta dove in teoria si tiene conto di tutti e però vincono sempre i più forti.

Dopo il crollo di consensi, la Svp ha abbandonato il Pd, mentre la Lega, con cui ha in corso il patto di governo, viene accusata di voler distruggere l’Europa insieme a AfD, FPÖ, UKIP, ecc.

Lo stesso Dorfmann, però, non risulta che nelle sue precedenti legislature si sia opposto alle politiche di austerità dell’Unione, che ben più dei vaneggiamenti dei partiti nazionalisti o cosiddetti sovranisti (sovranisti- parola che non si che cosa voglia dire, ma sostituisce “cattivi” per definire gli avversari) hanno contribuito ad allontanare dal sogno europeo i popoli impoveriti e impauriti da politiche dissennate e spietate.

Oggi, dopo che l’Unione europea ha dimenticato gli obiettivi di pace civile e i diritti sociali, il popolo fugge dalla padella per gettarsi nella brace. Ben poche delle proposte politiche e forse solo alcune di quelle che non raggiungeranno il quorum (ma non si sa mai) hanno come obiettivo di riparare gli errori delle politiche europee, ma presto, per evitare il disastro del rafforzarsi o della vittoria di estremismi pericolosi.

Dal dibattito preelettorale sono assenti le vere speranze e le vere preoccupazioni delle persone e delle famiglie, perché i figli non trovano lavoro, o si fatica a farli studiare; perché gli anziani non hanno una rete sociale di sostegno, lasciata al privato (=donne) non più in grado di farvi fronte; perché i malati cronici non ricevono cure adeguate e vengono abbandonati a se stessi o ai loro cari disperati nelle fasi avanzate delle malattie; perché la sanità pubblica è in crisi, e accorcia i tempi di attesa solo sulla carta, truffando gli utenti; perché vi è una grave mancanza di servizi sociali, che rende durissima la condizione delle donne sottoposte al doppio lavoro e pagate di meno, sempre a correre e con tutte le responsabilità sulle spalle; perché non si parla seriamente dei problemi ambientali, dell’aria inquinata, della mancanza di un sistema serio dei trasporti pubblici. Non si parla né si fa nulla contro la mancanza di buon senso della pubblica amministrazione e l’ingiustizia, l’evasione fiscale e il costo della giustizia.

Dopo le manifestazioni dei giovani di FridayforFuture, la giunta provinciale (Kompatscher: “Il nostro programma è a favore dell’ambiente a 360 gradi”) ha deciso di fare l’aeroporto, imbrogliando la cittadinanza che ha votato contro nel referendum; si sono comprati decine di autobus diesel; invece di combattere i pesticidi in agricoltura si fa la guerra contro il sindaco e i cittadini del comune di Malles che non li vogliono. Malles, che l’ambientalista indiana Vandana Shiva ha citato come esempio di salvaguardia della biodiversità e dell’ambiente. Nella commissione legislativa l’assessore all’Agricoltura ha fatto una filippica contro l’agricoltura biologica...

Con tutto questo, è ben chiaro che l’accordo Svp-F.I. va molto al di là del carattere tecnico.