MCS: la mia esperienza
A seguito dell’intervista che avevo rilasciato a Marco Niro sul tema dell’MCS (sensibilità chimica multipla) e che avete pubblicato sul vostro giornale ormai mesi fa, mi sono arrivate numerose telefonate e mail, in cui mi si chiedeva in modo più o meno esplicito di trovare soluzioni ad una condizione di sofferenza o di condividere il mio percorso, vorrei precisare che attualmente dopo un lungo periodo di studio e analisi della malattia chiamata MCS dal punto di vista di chi si trova nella situazione di viverla e di chi vuole aiutare o saperne di più, mi sono convinta che l’MCS non è una malattia in sé, ma una condizione del sistema immunitario nella quale, per diversi motivi, tra cui molto peso ha l’inquinamento ambientale, ma anche la qualità del cibo e lo stile di vita, ci si trova a cadere. Per questo non esiste la cura ma una serie di possibilità di intervento confezionate sulla singola persona partendo dalla sua storia personale e clinica e per questo non mutuabili con il “fai da te”, che anzi può essere pericoloso.
Mi sono resa anche conto che spesso chi soffre tende a chiudersi nel suo guscio e crede di trovare sollievo scambiando con altre persone che soffrono dello stesso problema dettagliati resoconti della sintomatologia, pensando così di sentirsi accolto nella propria fatica e di “stare meglio”. Inizialmente anch’io ero caduta in questa trappola, ma solo quando ne sono uscita ho potuto utilizzare al meglio le mie energie ed essere proattiva rispetto ad una situazione difficile e non semplicemente reattiva.
Ritengo inoltre che attualmente sia importantissimo agire per prevenire l’insorgere di tutte le malattie legate all’inquinamento ambientale, promuovendo stili di vita ecocompatibili; a volte si tratta di piccoli gesti quotidiani che sembrano una goccia nel mare, ma che fanno la differenza.