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Tutte le donne del segretario

Finita nel grottesco la ricerca dei diesse dei candidati al Parlamento: ridicolizzate le (pseudo) primarie, silurato l'onorevole uscente (e meritevole) Kessler, violentata la logica e le stesse convenienze di partito. E tutto perché il segretario...

La candidata del segretario, titolavamo lo scorso numero l’articolo sull’arruffata ricerca diessina dei candidati parlamentari: con il segretario provinciale Remo Andreolli fermamente deciso a sbarrare il passo alla vicepresidente della Pat Margherita Cogo, in favore di una sconosciuta, tal Lucia Gatti psicologa.

Soluzione bizzarra; permessa solo dalla legge elettorale attuale, "che consegna il potere di candidare solo ai partiti, senza che poi ci siano le verifiche dell’elettorato attraverso le competizioni tra i nomi; e allora è un disastro – come ci dice Rino Sbop, già segretario dell’allora Pci. "Questa legge costituisce una tentazione enorme per le segreterie. Così a Trento, per ribadire il proprio potere sul partito, il segretario intendeva imporre la Gatti – sottolinea il parlamentare uscente Giovanni Kessler.

Insomma una situazione anomala, anzi preoccupante, per chi ritiene che la vita interna dei partiti sia cosa di tutti. Presentare alle elezioni il candidato che raccoglierà meno voti, ma che è ben visto dal capo, è un sintomo di degrado. "Si vedrà come reagirà il partito; se è ancora un organismo sano, se possiede gli anticorpi – mi diceva un po’ scettico un ex diessino.

La soluzione è stata un patatrac. Che qui raccontiamo con le parole dei protagonisti (tranne il segretario Andreolli, che se in difficoltà, al telefono non lo troviamo mai).

La situazione dunque, era la seguente: i Ds nella lista dell’Ulivo con la Margherita hanno riservati due posti, uno dei quali sembrava appannaggio dell’on. Kessler, a cui nessuno rimprovera alcunchè (vedi Le pagelle ai nostri parlamentari); l’altro era da attribuire risolvendo il dilemma Cogo\Gatti. Il nodo sembrava doversi risolvere attraverso le "quasi primarie", una consultazione avviata in grande stile per "realizzare - parole di Andreolli - un grande processo democratico per l’individuazione del candidato dei Ds". I candidati dovevano essere supportati da 150 firme (e ognuno dei firmatari doveva versare la somma simbolica di un euro) e poi presentarsi a 11 assemblee di base. Alla fine del tour "i candidati saranno scelti dalla direzione del partito" precisava Andreolli, perchè "per mancanza di tempo" naturalmente, non si riusciva a far votare la gente; ma la scelta ovviamente non poteva prescindere dalle indicazioni delle assemblee.

I sette candidati alle pseudo primarie dei DS.

Insomma delle "pseudo primarie". Le 11 assemblee si svolgevano dapprima stancamente, poi davano indirizzi sempre più precisi, fino ad arrivare ad un’indicazione netta, inequivoca, espressa anche, nell’ultima assemblea di Trento, con parole infuocate: niente giochetti, a Roma dobbiamo mandare gente preparata, capace, riconosciuta dall’elettorato, nel confronto con Berlusconi non si scherza.

Il pubblico: quando ancora non sapevano che era tutta una presa in giro.

A questo punto interveniva un fatto nuovo: da Roma si reclamava uno dei due posti, per il senatore Giorgio Tonini. "Alle scorse elezioni mi ero presentato al collegio di Pistoia, del centro-destra, e lo avevo riconquistato – ci dice l’interessato – Ora però la nuova legge elettorale ha ridisegnato i collegi, facendo sparire il mio. Non solo, la Toscana, che eleggeva 29 parlamentari per il centro-sinistra, con il proporzionale si troverà ad eleggerne 19: e i non toscani sono stati messi alla porta." E Tonini, che in questa legislatura ha svolto un lavoro apprezzato dai vertici diessini, che lo rivogliono in Parlamento (vedi sempre Le pagelle ai nostri parlamentari), è stato spostato a Trento, dove peraltro risiede.

Risolto il dilemma Gatti sì o no, Cogo sì o no? Via libera al ticket Kessler-Tonini?

Neanche per sogno.

"Al segretario l’accoppiata Kessler-Tonini andava di traverso, in quanto ritenuti personalità ingombranti e per di più responsabili della soluzione della Giunta provinciale (con il passaggio di Andreolli dal comodo assessorato al Commercio a quello più "rognoso" della Sanità, e con il mancato raggiungimento della vice-presidenza, appannaggio invece della Cogo ndr)– ci dice Kessler – Di qui la sua decisione di sostituire Kessler con la Gatti. Poi, dopo che alcuni dei suoi colonnelli, Albergoni, Sbop, Rella, gli avevano fatto presente l’insostenibilità della proposta, ecco la nuova candidatura: al posto di Kessler Laura Froner".

Ticket Tonini-Froner quindi. Chi è Laura Froner? Diciamo subito che non si tratta di una simpatica novellina come la Gatti: sindaco di Borgo, Laura Froner si è dimostrata amministratrice capace e preparata. Forse non avrà grande seguito fuori dalla Valsugana, ma crediamo possa essere una parlamentare più che degna.

Però questa designazione apre nuovi interrogativi, tutti decisamente antipatici. Primo: perchè mai si manda a casa un deputato sperimentato e capace come Kessler? Secondo: come mai il principio della non candidabilità di chi ha già cariche istituzionali, in base al quale si è voluto cassare la Cogo, non vale per la Froner, la cui dipartita per Roma comporterà nuove elezioni a Borgo? Terzo: ma le famose primarie a cosa sono servite? Se vengono candidate persone che non vi hanno partecipato, non è stata tutta una presa in giro?

Iniziamo dal primo punto. Perchè Kessler a casa?

"Si è detto che i Ds dovevano candidare una donna – risponde lo stesso Kessler – Ma questa è stata una condizione apparsa all’improvviso: a dicembre la direzione aveva votato la riconferma dei deputati uscenti, me ed Olivieri, entrambi maschi. Poi invece... E sinceramente mi sembra pretestuoso che dei maschi decidono che ci vuole assolutamente una donna, che poi scelgono loro."

"Le donne che fanno politica nei Ds, ed io per prima – conferma Marina Taffara, della segreteria diessina – eravamo pronte a rinunciare a una nostra candidatura, pur di non rinunciare a Kessler".

E difatti questo è stato il leitmotiv che abbiamo spesso sentito, e peraltro emerso nelle (inutili?) assemblee: "non usate il discorso della donna in lista per contrapporlo a Kessler". E allora?

"Non è solo il discorso della donna – ci risponde Rino Sbop, che ha votato per la Froner – Si tratta di valutazioni più complessive: un’abbinata Tonini-Kessler savrebbe apparsa troppo sbilanciata, non avrebbe rappresentato l’insieme delle anime del partito."

La cosa ci convince poco: se si vuol dire che Tonini e Kessler sono entrambi cattolici, quale è il problema? In definitiva Tonini è stato relatore per tutta l’opposizione sulla legge sulla fecondazione assistita; e sulla laicità di Kessler non sembrano esserci dubbi; anzi, il deputato ha rappresentato un ponte verso l’area giovanile più radicale, a Genova al G8 era a girare tra gli ospedali a recuperare i trentini manganellati, e ancora era tra i giovani all’occupazione dell’ex-Zuffo e a quella recente della Palazzina Liberty...

"Non abbiamo discusso di tutto questo. Abbiamo avuto poco tempo, l’arrivo di Tonini ci è caduto addosso all’improvviso, è stata un decisione da prendere in fretta, difficile, complessa – risponde Sbop.

Laura Froner, sindaco di Borgo e prossima deputata.

Seconda questione: le incompatibilità che vanno e vengono. La Cogo che deve assolutamente finire la legislatura, altrimenti in Giunta provinciale c’è un rimpasto; e la Froner che invece può andarsene, appena rieletta, da Borgo. Dove, a meno di disastrosi part time Roma-Valsugana, dovranno essere indette nuove elezioni, di cui è incerta la vittoria del centro-sinistra e sicura la rinuncia allo scranno di sindaco da parte dei Ds.

"Il problema c’è, anche se formalmente le dimissioni della Froner non sono dovute – risponde Sbop – Però io dò un giudizio negativo della Cogo, che si candidava un giorno sì e uno no, cercava l’appoggio di questo o di quello. Poi anche il segretario ha sbagliato, scagli la prima pietra chi in questa vicenda è senza colpe."

"Alla fin fine questi sono dettagli – minimizza Tonini – Intendiamoci, sono aspetti importanti rispetto alla vita interna del partito, al suo futuro. Ed è indubbio che il segretario ha pilotato verso questa soluzione. Ma rimanendo alla decisione sulle elezioni, il punto vero era se mandare o no una donna, e mandarne una attrezzata. E il partito ha deciso in questo senso."

Ultimo punto, e forse il più grave: le primarie burletta. Una cosa alla Berlusconi, con i candidati chiamati a sottofirmare documenti, a portare centinaia di firmatari; e poi le assemblee: una sorta di "contratto con gli Italiani", naturalmente tutto da ridere. Per i Ds una caduta di credibilità verticale.

"Una cosa deprimente, che mi ha lasciata molto amareggiata – sospira Taffara – Non si può indire una consultazione presentata come democratica, e poi azzerarla se i risultati non soddisfano. Il problema della democrazia esiste nel partito, ed è grave. Io sono membro della segreteria, ma non vengo avvisata delle riunioni: per esempio la candidatura della Froner è stata decisa in una riunione di parte della segreteria, e poi presentata come decisione comune. E quando in direzione ho voluto denunciare questo fatto, solo con grande difficoltà mi è stata concessa la parola."

Se si è a questo punto, si pone il quesito dell’ex-diessino dell’inizio: a Trento i Ds sono un organismo sano?

"La mia risposta è no – afferma Kessler – Quando le scelte vengono fatte surretiziamente, in riunioni cui alcuni vengono tagliati fuori, non ci siamo proprio. Per non parlare delle pseudo primarie, una pagliacciata gigantesca. E il problema della democrazia si amplifica nel contesto dell’attuale legge elettorale: dove la scelta viene sottratta ai cittadini, affidata ai partiti, al cui interno la democrazia è boccheggiante. Questione che a questo punto non riguarda più solo gli iscritti, riguarda il paese."

Tonini, pur minimizzando, concorda: "Queste consultazioni sono state un’esperienza negativa. Se ne dovrà tener conto. D’altra parte non sono state del tutto inutili: hanno detto al partito chi non candidare".

Più o meno le stesse parole usa Sbop: "E’ stato un fatto negativo. Ma non inutile: ci ha detto che la candidatura Gatti era improponibile". Quindi aggiunge:"Poi è vero, con questa legge elettorale il cittadino non conta più, contano solo i partiti. E non va bene. Spero che la cambino quanto prima. Se poi non dovesse essere cambiata, si dovranno assolutamente indire primarie vere. Dove la gente vota."