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Trentino “laboratorio politico”??

Dai Codici Etici in soffitta, alle candidature dei voltagabbana, alla riconferma di tutti i notabili: il Trentino politico si distingue per l'assenza di ogni novità.

In "sfogliando s’impara" parliamo dell’allegra interpretazione del Codice Etico nel Partito della Libertà: dove, dopo le candidature concesse agli inquisiti in "processi politici" (gli amici del giro di Berlusconi) si ampliano le maglie ai condannati "che hanno già pagato" (Mario Malossini da noi).

Anche nel Partito Democratico è in vigore un Codice Etico che prevede la non candidabilità degli eletti in altre assemblee; a iniziare quindi dai sindaci, sempre che non si dimettano. E’ il caso dei nostri Claudio Molinari e Laura Froner eletti rispettivamente al Senato e alla Camera, e contemporaneamente sindaci a Riva e a Borgo. Come faranno a svolgere in contemporanea i due ruoli? - ci si chiedeva tutti. Non è umanamente possibile, risponde il PD. Appunto, ci sembrava.

Solo che... Ecco che per le elezioni di aprile rispuntano i due nominativi. Si dimetteranno, si dirà. Neanche per sogno. E allora?

"Era problematico cambiare in corsa – ci risponde Giorgio Tonini, del Pd anch’egli, anzi, del giro stretto dei consiglieri di Veltroni – Abbiamo così deciso che, per questa volta, le esclusioni sono solo quelle previste dalla legge".

Veramente Veltroni, in corsa di cose ne ha cambiate tante. A iniziare da quelle che puntellavano il governo Prodi. Resta comunque una conclusione: nel Pd il Codice Etico va in soffitta.

Va in soffitta un altro punto che sembrava un’architrave del nuovismo veltroniano: il concetto di responsabilità. Il caso clamoroso è quello di Bassolino. Cui Veltroni si rifiuta di chiedere le dimissioni per le responsabilità politiche certe (per quelle penali si vedrà più avanti) per il disastro monnezza: "Intanto Bassolino deve affrontare l’emergenza (accidenti, è da 14 anni che l’affronta!) – afferma il segretario – Poi trarrà le conseguenze."

Poi = "magnana" in spagnolo = domani = tra altri 14 anni. Questa sì che è etica della responsabilità.

Detto tutto questo, bisogna riconoscere che Walter Veltroni dei corposi segnali di novità li ha dati. Con la decisione – colpo d’ala obbligato ma pur sempre coraggioso – di non rieditare la consunta coalizione; e con quella di esprimere una serie di candidature della società civile, emblematiche di temi e ceti sociali cui si intende prestare attenzione.

E in Trentino? Nel sedicente "laboratorio politico"?

Nulla di tutto questo. Ma proprio nulla. Dunque: riconfermati i parlamentari uscenti, Gianclaudio Bressa (paracadutato da Belluno, la strada per Trento la trova solo il giorno in cui si compilano le liste) Mauro Betta (in politica da oltre trent’anni) Laura Froner e Claudio Molinari (ottime persone ma gravate dal conflitto d’interessi di cui sopra); new entry, si fa per dire, il consigliere provinciale Sergio Muraro (collaudato voltagabbana ora posizionato nel Patt, "è in grado di rastrellare voti in Valsugana") e l’assessore all’urbanistica di Trento Alessandro Andreatta, responsabile di vari scempi urbanistici, in Consiglio comunale ha perso ogni credibilità, ma nelle stanze dei partiti questo non conta. Unica novità da Bolzano, Luisa Gnecchi, assessora provinciale all’istruzione.

Panorama desolante. Che non migliora se guardiamo al centro-destra: avanti i soliti noti, con in più l’usuale tormentone imbastito da Mario Malossini, che un posto fortissimamente lo vuole, a costo di bloccare tutto.

Un unico barlume di novità. Nella Sinistra Arcobaleno: al posto del veterano Marco Boato - sei legislature alle spalle, grande lavoro svolto, incarichi di responsabilità, risultati talora discutibili (il ruolo nella disastrosa bicamerale di D’Alema) ma più spesso utili e talora preziosi (soprattutto per l’impianto normativo dell’Autonomia, in particolare per la legge elettorale) – c’è Klaudia Resch, esponente dei Verdi sudtirolesi, trentanovenne dirigente del movimento cooperativo altoatesino.

In questo caso, onore a chi lascia e auguri a chi subentra.

In tutto il resto la politica in Trentino arranca; si è passati da laboratorio a zavorra.