Cuori derelitti e ricette digitali
Blog trentini al femminile
Donne (trentine) che aprono dei blog dove parlano di sentimenti, dove scrivono di cucina. In apparenza, e solo in apparenza, pertinenze che confermano gli stereotipi più tradizionali di scrittura femminile. Scorrendo i blog si scopre invece come queste tematiche siano affrontate in un modo del tutto nuovo, senza regole se non quelle imposte dalla propria volontà di espressione. La scrittura digitale non si pone nemmeno il problema del superamento dello stereotipo: è il mezzo stesso, direbbe McLuhan, a creare uno stile comunicativo libero dalle convenzioni, senza bisogno di dichiararlo. Nei blog si respira libertà, rilassatezza del racconto, gusto della condivisione. Sono il terreno della comunicazione immediata, aperta allo slancio del momento, privata e allo stesso tempo pubblica, esposta al passaggio, alla lettura, alla visione, al commento dell’amica più cara quanto del navigatore casuale.
I blog che hanno a che fare con i sentimenti si apparentano, pur in modi diversi, con la nuova narrativa femminile che nasce alla fine degli anni Novanta in seguito al successo del Diario di Bridget Jones per diventare un vero e proprio fenomeno culturale - espanso in libri, film, serie tv e in generale in un nuovo modo femminile di raccontarsi e di rapportarsi con l’altro sesso. Questa narrativa - auto-definitasi “chick-lit”, “letteratura per pollastrelle” - afferma con orgoglio una simmetria tra sessi che non è più una rivendicazione femminista ma una sana presa di distanza, ironica ed auto-ironica, rispetto ai ruoli e agli stereotipi di genere. Il maschio, finalmente, diventa anche lui oggetto: di sguardo, commento, valutazione per quanto riguarda le prestazioni; e a volte, per fortuna, ancora d’amore.
Delle ricette, e la voglia di condividerle. Il gusto di cucinare, e di scrivere. Il mestolo, ma anche una macchina fotografica. È su queste basi che si costruisce un blog di cucina. Lungi dall’essere dei semplici ricettari, questi blog sono dei piccoli esercizi di passione, di stile, di comunicazione per immagini. Il piacere della cucina, infatti, non è solitario, va condiviso: con i commensali, certo, ma anche, oggi, attraverso un blog, con degli sconosciuti. Un piatto riuscito è ancora più riuscito se viene ammirato, commentato, magari emulato.
Da Mister Sgrammaticone a Pomolo. Sesso e sentimenti
Una donna riceve da un uomo privo di intenzioni ironiche un sms che dice letteralmente: “Buongionrno mona mur. Come stai?”. Che rimane da fare, di fronte a uno svarione (e di fronte a un uomo) di questo tipo? Nel più fortunato dei casi, si ha a propria disposizione un blog. E si ha la possibilità di postare il testo del messaggio, per prendere in giro l’uomo (presto battezzato “Mister Sgrammaticone”), gli uomini e, certamente, anche la stessa blogger, rivelatasi capace di rimorchiare un uomo così. È questa la mission di Mafalda e Callista, titolari di un formidabile e popolare blog rosa trentino, “Il diario delle derelitte”. L’indicativo sottotitolo recita: “Come soffrire d’amore e sembrare felici”.
Callista e Mafalda sono due giovani donne che, nonostante le disillusioni, non rinunciano ad essere inguaribilmente romantiche. La derelittaggine sta proprio nella sensazione di non trovare nel mondo (maschile) una risposta al proprio sentimento, come se l’amore andasse quasi sciupato. Callista e Mafalda vivono vite sentimentali avventurose: incontrano uomini indecisi, finti machi/eterni bambini, incapaci di assumersi delle responsabilità o di essere davvero fedeli alle loro emozioni. In pratica, Mafalda e Callista incontrano un sacco di uomini che “fanno culo”.
Il termine deriva anche questa volta da un sms. Callista prepara per il suo Lui un calendario dell’Avvento fatto a mano, a punto croce: due mesi di lavoro; grado di derelittaggine (auto-attribuito): 8000. Citiamo dal post: “Al suo interno, una storia di Natale con i protagonisti velatamente ispirati a me e LUI, che non si accontentano del finale ‘e vissero felici e contenti’ ma che - allusione meno velata ma riuscitissima - decidono di scrivere la loro storia piano piano, giorno per giorno (grado di derelittaggine tendente all’infinito)”. Ecco. Una manifestazione di amore totalmente innocente, un modo di esporsi totale, senza paracadute. LUI, dopo che lei ha sollecitato la lettura dell’ultimo bigliettino, risponde così: “Non so cosa dire... Sei davvero una persona speciale... >o<“. Citiamo ancora: “Per uno stitico sentimentale come lui, equivale a una dichiarazione di amore eterno. Sono solo turbata dal >o<, che non riesco a decifrare. Internet non mi aiuta: è una faccina inesistente. Disturbo le mie doti semantiche, mi illudo che sia un bacio passionale, ma somiglia più a un buco del culo. Faccio la finta tonta e mi rivolgo a Mafalda. Io: «Potrebbe essere un bacio, no? Un bacio forte... Tu che dici?». Lei, asciutta: «Sembra un culo». Evviva. Ho ricevuto il messaggio più bello della mia vita: «Non so cosa dire, sei una persona speciale, culo». Come dire: «Grazie, prendo atto, non so che dire, sono lusingato, ma terrorizzato, stai al tuo posto». Inutile dirlo: da allora «fare culo» è entrato di diritto nel vocabolario delle derelitte, come sinonimo di non prendere una posizione, non esporsi, ritirarsi piano piano. LUI fa culo. Azzurro fa culo. Tutti i nostri uomini fanno culo. E noi? Noi lo prendiamo nel culo. E sorridiamo... Ovviamente con una faccina. Smile...”.
Tra i post imperdibili, “Lo famo strano (almeno a parole)” - florilegio delle peggiori frasi che le Derelitte si sono sentite rivolgere nel corso di un rapporto sessuale - e “Mister Suppostone” (di cui non anticipiamo nulla). Visitate il sito. Crea dipendenza.
Meno “chic”, più intimo, ancor più diario, è il blog di Angela. C’è una vena poetica che ispira tutto il suo blog, la ricerca di una creatività diffusa capace di permeare la vita di tutti i giorni. I suoi post più interessanti - più che quelli che vanno in cerca, inerpicandosi, di accedere a vette dichiaratamente poetiche - portano la poesia nel quotidiano, nelle piccole cose della vita di una giovane donna: i capelli, i traslochi, l’arredamento, l’abbigliamento, i lavori domestici... Il lavaggio di un piumino, ad esempio, diventa una piccola epica: “Dopo la valutazione del volume dello stesso ho iniziato a sudare freddo perché non ero certa di essere all’altezza. Ma ormai avevo preso la decisione, e ho cercato di adattare il piumino al bacinellone, riempiendolo di novemila litri di acqua per far buttare fuori l’aria alla coperta. il piumino s’è asciugato tutta l’acqua, e appena ho cercato di lavarlo girandolo su se stesso ho avuto la sensazione di dover ruotare il pietrone del mulino bianco”.
Un’intera sezione del sito è sotto la voce “Dialoghi di Lei e di Lui”, dedicata ai giochi di parole e alle ardite invenzioni linguistiche del fidanzato di Angie, detto “Pomolo”. Si arriva ad ottenere con Angela un livello di intimità che fa quasi arrossire il navigatore occasionale. Come scrive un navigante, Stefano, in un commento a un post particolarmente privato: “La cosa più preoccupante è che io sto leggendo questa cosa!”.
Ma, per fortuna, le blogger possono condividere con il lettore anche dei piccoli ma inequivocabili segni d’amore: “Sabato 7 marzo / il mio 38esimo compleanno / ma non si direbbe, sono ancora convinta di avere 17 anni / giornata strana, inizio con un funerale, poi due raggi di sole in città, / e dopo, raptus forbicesco davanti allo specchio che sacrifica il cespuglio di otto lunghezze diverse, e così i miei capelli finalmente sono tutti pari, e se si asciugano in versione arricciolata (in alternativa alla versione liscio piastrato) sembro la sorella mora del Mago G / o forse il clown Krusty / per fortuna Pomoletto appena mi ha vista col nuovo look, dopo il primo attimo di sorpresa, si è incespicato le mani sbuffolandomi i capelli, sorridendo... il test è passato...”.
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“Comida de mama”, “Profumi e colori”, “Il mestolo di legno” sono blog che aprono le porte delle loro cucine, svelano i trucchi, preparano i piatti e fanno le foto.
“Comida de mama” è il blog culinario trentino più ricco e più noto, segnalato anche dal settimanale Grazia (“100 siti per 100 desideri”), pieno di immagini perfette e di ricette stimolanti. Elena dà molto spazio alla cucina etnica (giapponese in particolare) e dedica attenzione anche a piatti che possano piacere ai più piccoli. Il menu è diviso per argomenti, con un lungo elenco (77) di “antipasti stuzzicanti” (cantuccini salati al gorgonzola, cavolfiore arrosto al curry e limone, zucca arrosto con cranberry e salvia...), “contorni saporiti” (limoni sotto sale, flan di cardi, fagottini di zucchine...), “primi deliziosi” (malfatti alla farina di castagne con sugo di zucca e noci, cous cous alle erbe fresche d’estate e mandorle...), “secondi succulenti” (polpo for dummies, pesce al vapore al lime, arrosto di maiale ripieno di prugne in salsa di mele, sarde a beccafico...). Dal menu si possono raggiungere direttamente le proposte di world-kitchen - piatti americani, indiani, magrebini, mediorientali, nipponici, piemontesi, provenzali...
Manu, 46 anni, gestisce “Profumi e colori”. È al suo blog che si può fare riferimento per andare in cerca di ricette trentine (canederli, bigoi co le sarde, polenta di patate e coniglio, stinco, tortel de patate... per finire con strudel, zelten, torta di castagne...). Stimolata dall’acquisto di un castagneto abbandonato, Manu propone delle ricette con le castagne (10, dolci e salate) veramente splendide. Di lei stupisce la capacità di allestire con una facilità invidiabile pasti estremamente complessi. Si veda il post “Cena sprint”, in cui organizza per il compleanno della suocera, rincasando alle 19, una cena che prevede le seguenti portate: spiedini di pane, antipasto con pagafrati, calle, rapanelli, rotoli di zucchine con robiola, arista tonnata, semifreddo mille foglie: “Il dolce più impegnativo per fortuna era pronto in freezer. Alle 12.00 uscita dal lavoro di corsa a fare la spesa, le ultime cose. Poi di corsa a casa e dalle 13 alle 15 ho cercato di fare il massimo. Per prima cosa impasto per il pane (per fortuna c’è la macchina del pane che impasta). Poi preparo il primo per il pranzo dei ragazzi e per la cena. Alle 14.00 faccio i panini e poi dopo mezz’ora inforno. Preparo l’arista tonnata - ero riuscita a cuocerla la sera (benedetta pentola a pressione). Alle 15.00 di corsa al lavoro. Alle 19.00 viene a prendermi Matteo al lavoro così recupero i dieci minuti dell’autobus. E via di corsa. Preparo il centro tavola con i fiori e la tavola. Poi di corsa in cucina. Accendo subito il forno per i rotolini, preparo gli spiedini di pane e poi l’antipasto con pagafrati, calle, rapanelli (decorati la sera). Finisco di decorare il semifreddo. Alle 20.30 tutti a tavola”.
Contiene ancora poche ricette, ma veloci e appassionate, il blog “Il mestolo di legno”, on line da febbraio del 2009 e gestito da un’altra Manu. Dichiarazione d’intenti: “In questo blog troverete idee semplici, veloci da cucinare e accessibili anche a chi per cuocere la pasta guarda l’orologio invece che avvertirne semplicemente la consistenza attraverso lo sguardo”. Manu propone vellutate di zucchine e menta, seppia al cartoccio, strangolapreti di biete, zuppa di zucca... Il complimento più bello lo fa Diletta, visitatrice del blog, che in un commento scrive: “Una volta, in una cucina quasi di campagna in una casa quasi di campagna nel quartiere di santandreu a barcellona, io chiedevo a manu: l’hai messo il sale nella pasta e lei mi rispondeva, non lo senti dall’odore che la pasta è salata, e io pensavo, accidenti sta ragazza”.
La sit-com di Angela (Angie the mad)
Nel tenere un blog, la tua esigenza primaria è comunicativa (dire delle cose a qualcuno che può leggerle) oppure espressiva, legata più che altro al mondo della parola?
Prima di tutto riflessiva. Il primo spunto viene dalla voglia di descrivermi per vedermi come se mi guardassi in uno specchio.
Ti sei costruita un personaggio, “Angie the mad”, o sei davvero tu che parli in prima persona nel blog?
È tutto vero, tranne dei piccolissimi particolari. Racconto semplicemente me stessa. Quello che scrivo è quello che vivo. Sono una persona che vive una vita normale, ma la vivo come se fossi un personaggio di una sit-com, come se fossi finta e vera allo stesso tempo.
Di te si sa dove lavori, cosa fai, quanti anni hai... Nessuna maschera...
Una cosa che non riesco a capire del web è quella di avere una seconda pelle, fingersi qualcuno che non sei. Non è più semplice tentare di rendere reale quello che vorresti essere, invece di farlo solo in alcuni ambiti protetti? Cercare di essere coraggioso, di esprimere veramente quello che sei, procura sicuramente dei vantaggi anche nei rapporti con le persone che hai vicino. Io invece di nascondermi provo a vivere cercando di realizzare pienamente me stessa, il mio potenziale.
Cosa dice il protagonista maschile, “Pomolo”, del fatto che tu renda pubbliche le vostre chiacchiere?
Lui è entusiasta, contento e orgoglioso. Il blog è fatto a due, come se fosse una cosa a due teste. È solo molto meno coraggioso di me.
La parola alle Derelitte
Che ne pensate della Chick-Lit? L’impulso a scrivere con questa limpida, ironica sincerità proviene (anche) da Sex & the City, Bridget Jones, la nuova narrativa post-femminista?
Più che eroine di Sex & the City (visto che di «sex» se ne fa poco e Trento è meno «city» di quanto servirebbe) ci sentiamo un po’ Bridget Jones, soprattutto per le forme! Questo fa capire che apprezziamo la nuova letteratura al femminile e anche da lì abbiamo preso ispirazione. Ma il nostro blog è nato per contrastare con una risata le piccole disavventure della vita: una sorta di antidepressivo naturale, insomma. La sincerità, in questo caso, è parte della terapia.
Ci sono delle cose che non scrivete nel blog? Che tenete per voi? Dove collocate il confine - oggi sempre più sfumato - tra pubblico e privato?
Il «diario delle derelitte» è appunto una terapia, non un reality: non su tutto si può sorridere o scherzare, e non tutto ci va di mostrare. Callista e Mafalda sono i nostri alter-ego, quelle che si permettono anche qualche trasgressione e qualche irriverenza: poche persone, anche tra i nostri amici, sanno del blog e raramente accettiamo di conoscere persone che ci leggono, anche se abbiamo trovato alcuni amici meravigliosi tramite il web. Non ci piace molto mescolare reale e virtuale: ma ci teniamo a sottolineare che ogni cosa raccontata nel sito è rigorosamente vera.
La derelittaggine è una caratteristica della donna single? O si può essere derelitte anche quando si è fidanzate?
Essere derelitta è un lavoro a tempo indeterminato, non un co.co.co. legato a una persona. Ossia la derelitta diventa tale quando è innamorata e lo resta anche se è ricambiata: e ne è pure orgogliosa! In poche parole, rimane sempre quella che non rompe, non chiede, fa cinque squilli al telefono e poi mette giù, e tutto quello che prevede il nostro decalogo: si aggiunge solo un uomo che non fa culo (incrociando le dita).
Oltre ai commenti sul blog, tutti complimentosi e divertiti, ricevete anche, nella posta privata, proposte da parte di uomini che vorrebbero conoscervi? O la vostra ironia - il rischio di finire magari nel post “Lo famo strano (almeno a parole)” - dissuade il povero maschio contemporaneo?
Più che proposte «indecenti», riceviamo decine di mail di uomini che chiedono consigli su come comportarsi con le donne, segno evidente che la derelittaggine non è solo femminile. Quelli che invece vorrebbero conoscerci, di solito spariscono dopo un «Ma sei pronto a concederci la liberatoria per finire sul blog?». Li scoraggiamo subito, perché, come detto, raramente diamo confidenza a chi ci legge.
Ma dove li trovate tutti questi uomini assurdi? Vi cercano loro o ne andate in cerca voi?
Evidentemente abbiamo una calamita per gli uomini bizzarri: andarli a cercare sarebbe troppo anche per due derelitte doc. E questo porta a una tragica riflessione: forse la normalità è la vera eccezione? Facciamoci una domanda e diamoci una risposta, alla Marzullo...
Secondo voi perché il maschio contemporaneo “fa culo” [v. testo dell’articolo] così spesso?
Se lo sapessimo probabilmente saremmo milionarie oppure sposate (oppure sposate con un milionario, per non mettere limiti alla provvidenza...). Scherzi a parte, non si tratta solo di un problema maschile: anche le donne fanno culo, eccome. Tutto nasce dall’incapacità di affrontare un rapporto maturo con una persona «impegnativa»: ma basterebbe un po’ di chiarezza per evitare di creare generazioni di disgraziati che passano i giorni a chiedersi «Perché non mi ama?»