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QT n. 22, 24 dicembre 2004 Servizi

Tanti e tanti regali ai cacciatori

Anche i censimenti della fauna (e quindi la decisione sul numero di animali da abbattere) affidati ai cacciatori. che vengono all'uopo ulteriormente finanziati...

Difficile immaginare un bilancio di fine anno, relativamente al settore della fauna, più negativo di questo. Si spara nei parchi; si pratica la caccia cosiddetta di selezione agli ungulati uccidendo le femmine con i cuccioli, invece degli animali vecchi e ammalati; si osteggia la reintroduzione dei predatori naturali, che la selezione saprebbero farla in modo egregio, ma ruberebbero le prede ai cacciatori; anzi, si cacciano i pochi predatori rimasti, come la volpe; si prelevano quantità incredibili di uccelli, più di 200.000 all’anno (secondo i dati ufficiali, figurarsi quelli veri) in quello che appare come un autentico furto alla comunità e agli amanti delle passeggiate nei boschi; si pratica ancora la caccia da capanno, una delle forme più odiose perché per farla i cacciatori utilizzano come richiami prede vive, maltrattate se non torturate; anzi, Dellai in persona ha voluto che venisse attivato un roccolo per la cattura di uccelli da richiamo da fornire, a prezzi stracciati (paga la Provincia) ai cacciatori (vedi I contributi alla tortura).

Uccello da richiamo: da notarsi la ristrettezza della gabbia.

Così nel marzo del 2003 l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea per "reiterata violazione della Direttiva Uccelli". E secondo il rapporto della Commissione, le regioni italiane più carenti, relativamente alle creazione di aree di protezione speciale, sono in ordine di gravità decrescente: Molise, Sardegna, Trentino, Basilicata, Calabria...

Torniamo alle considerazioni di fine anno. Nella legge provinciale n. 25 appena approvata (quel calderone chiamato Legge Omnibus, dove vien messo un po’ di tutto) il presidente Dellai ha fatto inserire due articoli "regalo di Natale" ai cacciatori. Il primo riguarda i censimenti degli ungulati, ossia lo strumento attraverso cui il Comitato Faunistico Provinciale determina i piani di prelievo (cioè la quantità di animali da cacciare). Fino a ieri ciò avveniva, a garanzia di un minimo di serietà, sotto la regia dell’Ente pubblico. Da oggi tutto sarà svolto dall’Ente gestore, cioè dai cacciatori. Uno degli esempi più eclatanti di controllato-controllore-di-se-stesso che si possa immaginare.

Ufficialmente la scelta è stata fatta per rispettare il Piano Faunistico approvato lo scorso anno. In realtà il Piano questa soluzione la prevede come ipotesi, non come obbligo; e poi lo stesso Piano di suggerimenti ne dà molti altri, che, se accettati, risulterebbero assai graditi agli ambientalisti, come quella di coinvolgere nella gestione della fauna non la sola componente venatoria; o quella per la creazione di oasi faunistiche. Ma l’amministrazione segue solo le indicazioni che fanno comodo, all’occorrenza interpretandole come prescrizioni od obblighi.

Emblematica in proposito la risposta di Dellai, nel ruolo di presidente del Comitato Faunistico, in merito alla creazione del roccolo provinciale (quando da decenni roccoli non esistevano più e mai ce n’era stato uno pubblico): "La caccia da capanno è un’attività lecita, per farla i cacciatori hanno bisogno di richiami vivi (non è vero: si possono e si utilizzano richiami sonori e visivi artificiali, ma sorvoliamo, ndr), meglio dunque che li catturi la Provincia o i cacciatori si rivolgeranno al mercato illegale". Bella giustificazione!

Veniamo al secondo regalone per gli amici cacciatori. Per svolgere un incarico (censimenti della fauna) ci vogliono soldi. Ecco pronto un secondo articolo della Legge Omnibus che prevede un aumento del 20% del finanziamento a Federcaccia: 116.000 euro. Un’inezia, penserà qualcuno, per una Provincia ricca come la nostra. Non proprio: i tagli di bilancio sono all’ordine del giorno e così le difficoltà a far quadrare i conti pubblici. Che in questa situazione si trovino soldi per aumentare i finanziamenti ai cacciatori ci appare scandaloso. Un inserto del Sole 24 Ore del 10 novembre titolava: "Scure finanziaria sui parchi - La Provincia di Trento prevede tagli vicini al 20%". Complimenti, Presidente.

Lo scandaloso aumento dei finanziamenti a Federcaccia suona poi alle associazioni ambientaliste come un segnale di chiusura alle proprie richieste. Da anni esse sostenengono che, essendo le due parti, cacciatori ed ambientalisti, espressioni di minoranze di pari rilievo, entrambe interessate alla gestione della fauna, giusto sarebbe che, se soldi pubblici sono elargiti ad una delle due, lo fossero anche all’altra. Su questo Dellai mesi fa aveva promesso una risposta, tuttora non pervenuta. Ecco quindi che gli ambientalisti vedono in questi mesi una sequenza infinita di modifiche di legge sostanzialmente rivolte a favore del mondo venatorio, non ricevono risposta alle proprie richieste, e infine scoprono come invece nuovi fondi vengano devoluti proprio alla parte avversa. E a questo punto l’augurio, fatto in aula dal Presidente, che il clima tra le parti possa rasserenarsi suona vagamente ipocrita. Anche perché per arrivare a un rasserenamento ci vorrebbe anzitutto una parte politica che sapesse mediare, apparendo super partes. Ci sembra che da una simile ed auspicabile posizione, Dellai sia molto lontano.