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QT n. 13, 26 giugno 2004 Monitor

Massimo Bubola a Tione

Dopo il travolgente successo dell’anno scorso, che ha visto il Teatro Comunale di Tione gremito in ogni ordine di posti per il concerto di Davide Van De Sfroos, l’associazione "Accordi & ricordi" di Alessandro Franchini mette a segno un altro bel colpo con la seconda data regionale di Massimo Bubola, che avevamo visto a Zambana non più di due mesi fa e di cui non avevamo ancora finito di lustrarci gli occhi per la qualità del live set offerto (Massimo Bubola e un concerto che ricorderemo).

Sabato 12 giugno il ritorno di Bubola in regione con la rinnovata Eccher Band è merito della competenza di Alessandro Franchini che, non avendo particolari mezzi a disposizione, ha optato per la strada della musica di qualità organizzando un appuntamento all’anno, ma di alto livello.

Chi si intende di musica italiana sa che con Massimo Bubola si va sul sicuro trattandosi di uno dei migliori cantautori italiani che, pur non avendo la notorietà dei Guccini, Dalla o Venditti, con il suo ultimo album "Segreti trasparenti" dà parecchi punti ai tre illustri colleghi.

La serata è stata aperta dall’esibizione dei giudicariesi "Foolish Monkey", vincitori del premio "Accordi & ricordi 2004" riservato alle giovani band regionali emergenti che propongono un repertorio di brani rigorosamente originali. La loro energica performance, ispirata al grunge di band come Nirvana e Pearl Jam, ha messo in evidenza le notevoli doti di Raoul Terzi, il ventiquattrenne batterista di Spiazzo Rendena che già può vantare nel suo curriculum la partecipazione al tour europeo di Angelo Branduardi.

Attorno alle 22 entra in scena Massimo Bubola, accompagnato dalla band che già avevamo potuto apprezzare nel concerto di Zambana, con Michele Gazich (violino e pianoforte), Simone Chivilò (chitarre), Enrico Mantovani (bouzouki, mandolino e steel guitar), Edu Hebling (basso elettrico e contrabbasso), Moreno Marchesin (batteria) ed Elena Colombari (voce). Il concerto parte sulle note de "La sposa del diavolo", lo splendido duetto che ricorda le atmosfere tenebrose del Nick Cave di "Murder Ballads", e si conclude con una partecipata e coinvolgente versione di "Andrea", canzone che ha avuto origine proprio sui monti di Trento. Nel mezzo, due ore di grande musica, che ci hanno regalato un Bubola più loquace del solito in sede di presentazione dei brani. Non manca una frecciata agli organizzatori del primo maggio a Roma e a Genova (che lo hanno platealmente escluso dal tributo dedicato a Fabrizio De Andrè) dopo la sua superba interpretazione di "Fiume Sand Creek" e "Una storia sbagliata": "Queste canzoni le suoniamo noi e non er Piotta… è una questione di rispetto".

Toccante la versione di "Capelli rossi", ispirata ad un tragico evento di cronaca nera accaduto a un amico e interpretata a due voci con Elena Colombari. Omaggio irlandese sulle note di "E una tirata d’orecchio", splendida e fedelissima traduzione di "And a bang on the ear" degli Waterboys, e "Il cielo d’Irlanda", probabilmente la canzone più nota del cantautore veronese. Proverbiale è la forza e l’intensità che sprigiona l’esecuzione dal vivo di "Cento volte", tratta dall’album capolavoro "Doppio lungo addio", dal quale va a pescare un altro gioiello come "Niente passa invano", per poi offrire delle perle di musica e poesia come "Rosso su verde" e "Tre rose".

Il repertorio di una carriera quasi trentennale consente a Bubola di offrire ad ogni concerto una diversa scaletta di assoluto valore: peccato che il teatro non fosse gremito come meritava, ma i presenti sono usciti visibilmente soddisfatti.