Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 19, 9 novembre 2002 Monitor

Massimo Bubola e Fabrizio De Andrè

Se su disco non convince, dal vivo Massimo Bubola affascina ed entusiasma: ottimo concerto all'Auditorium di Lavis.

Davanti ai trecento e più che riempivano il piccolo Auditorium di Lavis, ecco il concerto che non t’aspetti. Un Massimo Bubola completamente a suo agio sul palcoscenico (e pensare che lo immaginavamo un po’ orso), con una gran voglia di cantare e spiegare con poche ed efficaci parole la poetica nascosta dei suoi testi.

Ma se del Bubola sopraffino paroliere già tutto o quasi si sapeva, la sorpresa arriva dal versante musicale. Su disco, confesso, non mi ha mai entusiasmato, per via della voce roca, un po’ artificiosa, e degli arrangiamenti scontati, mentre le sue canzoni, affidate ad altri interpreti (De Andrè über alles) si sono sempre rivelate ottime e molto spesso capolavori. Dal vivo si scopre che il nostro è un’altra cosa: smussate le ruvide asperità vocali da sala d’incisione, esibisce una gran voce da rocker padano, oltre ad una forte presenza carismatica. Tutto questo, unito ad una band davvero brava, e non è poco, consente a Bubola di tenere incollato il pubblico alle sedie per tre ore tiratissime di concerto in cui ci regala tutto il meglio della sua produzione.

Ci sono i capolavori scritti assieme a De Andrè: "Rimini", "Volta la carta", "Sally", "Andrea", "Don Raffaè", "Quello che non ho", che rispetto agli originali vengono quasi completamente cambiati ("Per rispetto di Fabrizio" - ci spiega un Bubola commosso). Rispetto agli originali è qui evidente la profonda influenza rock e dylaniana del cantautore, e non dispiace ascoltare "Don Raffaè", che da tarantella si trasforma in torrido blues. Anche il suo capolavoro assoluto "Eurialo e Niso", che ispirandosi agli originali virgiliani, narra storia e morte di due eroici partigiani, non è esente da traformazione live.

Per una volta spendiamo due parole anche per la band che accompagna la star: la Eccher Band, che unisce a ottime individualità un suono d’insieme travolgente, capace di divertirsi e trascinare il pubblico e lo stesso Bubola. Davvero bravi.

E visto che ci siamo, spendiamo due parole anche per gli organizzatori: Nicola "Bob" Messina della Woody Music e l’Associazione Musicandove, capaci, con un budget limitato, di offrirci uno dei più bei concerti dell’anno.