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Dieci anni miracolosi

Forza Italia: un prodigio che si rinnova.

Nel marzo del ’94, riferivamo su queste pagine (Così parlarono gli apostoli), esterrefatti più che divertiti (ma più ancora turbati), le dichiarazioni misticheggianti dei candidati trentini di Forza Italia, che si presentavano come "apostoli" impegnati a diffondere il "verbo" di Berlusconi. "Che dio ci aiuti" - si concludeva il pezzo; ma in realtà ci rifiutavamo di credere che potessero vincere. E invece il miracolo avvenne.

A dieci anni di distanza, di quei primi apostoli (i vari Chiesa, Odorizzi, Spisani…) non rimane quasi nessuno, tanto che l’Adige dedica un intero articolo a un tale sconvolgente turn-over. Quello che però non cambia, malgrado tutto, è l’aura sacrale, fondamentalista, con cui i nuovi adepti vivono l’esperienza in Forza Italia e soprattutto il rapporto con Berlusconi. E’ il miracolo che seguita a rinnovarsi.

Alla celebrazione del decennale c’erano anche i trentini: i vip in aereo, la truppa in pullman. Pierangelo Giovanetti, per l’Adige, li ha seguiti e ne ha raccolto le debordanti emozioni, difficilmente concepibili in un paese, come l’Italia, che ha una tradizione culturale di tutto rispetto.

Per Stefano, di Scurelle, reduce dall’epifania berlusconiana, "è come essere rinati. Non lo dimenticherò mai più. La mia vita è cambiata", mentre Alessio, di Nomi, "grida fuori di sé dalla gioia: ‘Anch’io, anch’io gli sono arrivato vicino! Mi ha dato la mano. Ora sono felice’".

Qualcuno prova anche a esplicitare un ragionamento; ma se cala la tensione mistica, resta però l’impressione d’irrealtà: "Forza Italia è il solo partito che è vicino alla gente… l’unico modo per fare il bene del popolo. Se non ci fosse F.I. non so cosa farei. Sarei come spaesato" Conflitto d’interesse? "Non esiste. E’ un’invenzione della sinistra, è la vecchia tecnica comunista di gettar fango per eliminare l’avversario". O ancora peggio: "Il governo Berlusconi ha raggiunto tutti gli obiettivi che si era ripromesso… i risultati a cui l’Italia è giunta sono sotto gli occhi di tutti. Fa i propri interessi? E allora? Facendo i suoi interessi, fa quelli degli imprenditori. E se fa gli interessi degli imprenditori, fa l’interesse dell’Italia".

Questo è lo stato d’animo dei giovani del partito; ma anche i più grandi non scherzano, come Giovanni Tomasi, presidente del Club "Forza Trento! Non solo club" (?!), che ricorda commosso un suo antico pellegrinaggio ad Arcore: "Alla fine Silvio mi ha abbracciato: un ricordo che non dimenticherò mai. Chi non è di Forza Italia non può capire".

Per tentare comunque di capire visitiamo il sito del club trentino di Forza Italia (www.forzatrento. interfree.it), gestito appunto da Giovanni Tomasi; dove troviamo, accanto a scarni comunicati e forum poco frequentati, la pagina dell’oroscopo, che a sua volta rimanda alle foto discinte di attrici e modelle, nonché a 133 "calendari sexy"; e poi la rubrica "Ridiamo", con centinaia di barzellette, il "Vaccabolario" (esempio: "Analista=elenco di buchi del culo"; "Sanculotto=patrono degli omosessuali"…).

Ma la perla del sito la troviamo in un paragrafo dove, tra varie massime, si legge questo puntuale, involontario ritratto di Silvio Berlusconi: "Se i fatti sono contro di te, contesta la legge. Se la legge è contro di te, contesta i fatti. Se i fatti e la legge sono contro di te, strilla come un dannato".

La sorpresa che emerge dall’articolo di Pierangelo Giovanetti non è però l’adorazione nei confronti del Cavaliere, quanto un nascente, analogo culto della personalità di Mario Malossini, che dai militanti del partito riceve apprezzamenti di questo genere: "E’ un idolo per me"; "E’ un uomo carismatico, un grandissimo lavoratore"; "Ha un’intelligenza emotiva che gli fa unire le qualità della donna e dell’uomo insieme"; "Quando lui parla, i fatti convincono"; "Sta dalla parte della gente, sa comunicare, trasmette un modo diverso di fare politica". Per adesso, insomma, siamo ancora all’apprezzamento - per quanto acritico - di tipo politico, ma l’innamoramento religioso non sembra lontano, e sarà bene che Malossini cominci ad allenarsi a far miracoli.

I suoi trascorsi penali non gli saranno d’impaccio: "Anche la Chiesa perdona, - spiega il forzista più ragionevole - perché non dovremmo farlo noi?" Mentre uno più disinvolto anticipa così i temi della futura storiografia malossiniana: "Non si saprà mai con certezza se quello che hanno detto l’ha veramente fatto".