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QT n. 6, 22 marzo 2003 Monitor

Ultimissime da Bolzano

Il nuovo direttore dell'orchestra Haydn, il salisburghese Gustav Kuhn presenta il suo programma e propone tre sinfonie di Mozart: interpretazione intensa eppur equilibrata, una produzione culturale che si preannuncia entusiasmante.

L’insediamento del nuovo direttore artistico dell’Orchestra Haydn ha portato in dono uno splendido concerto, che ha avuto luogo venerdì 14 marzo all’Auditorium Haydn di Bolzano. Niente dell’organizzazione e dell’esecuzione può essere definito meno che perfetto. Il salisburghese Gustav Kuhn non poteva scegliere altro che tre sinfonie di Mozart per il suo debutto alla guida dell’orchestra di Bolzano e Trento. Nel luminoso e sobrio spazio di via Dante 15 sono state proposte al pubblico le sinfonie 39, 40 e 41 "Jupiter". Sinfonie di un genio perfettamente compiuto, in cui l’orchestra ha brillato per brio e precisione.

Gustav Kuhn.

Bolzano dimostra di precedere Trento non solo per ordine alfabetico, ma anche per l’adeguatezza dello spazio riservato alla musica classica (magari Auditorium S. Chiara o Teatro Sociale offrissero la stessa acustica della sala Haydn!) e per il comportamento del pubblico (la perfida cronista giurerebbe di aver sentito un telefonino squillare e qualche carta cincischiata, se non fosse certa che si tratta di un’allucinazione uditiva causata dall’invidia nei confronti di persone che riescono ad ascolatare senza bisbiglii inutili in sottofondo).

Il concerto ha avuto inizio con un simpatico siparietto in cui flauto e tromba, rispettivamente in mezzo e dietro al pubblico, si davano battaglia con accenni di melodie, quindi Kuhn ha preso la parola esprimendosi sia in tedesco che in italiano, e per una buona mezz’ora ha cercato di promuovere le linee guida del suo impegno con l’orchestra Haydn, ricordando inoltre che la conoscenza di diverse lingue può voler dire ricchezza, invece che divisione. Ha rischiato, dunque, di offendere tutti affermando che aveva intenzione di utilizzare l’italiano, non il tedesco sua lingua madre, per questa presentazione, perché "l’italiano lo sanno tutti, il tedesco invece no".

Dopo questa vivace introduzione la musica ha avuto il sopravvento, con l’esecuzione della Sinfonia n. 39 in mi bemolle maggiore KV 543 e della n. 40 in sol minore. Kuhn aveva imposto una disposizione insolita dei musicisti, contrapponendo violini primi e secondi, posti ai due estremi dell’emiciclo formato dall’orchestra, divisi da sinistra verso destra da violoncelli e viole.

Il risultato è stato dei più felici, anche se è difficile, a questo punto, capire se l’interpretazione intensa eppure equilibrata fornita dall’orchestra regionale non sia da imputarsi più alla nuova disposizione sul palco, all’influenza della nuova personalità sul podio o alla serata "di gala".

Dopo una breve pausa è stata eseguita la "Jupiter" in do maggiore. Kuhn aveva illustrato, già nel discorso iniziale, come nel primo movimento della sinfonia si alternino principi maschili, aggressivi, e femminili, dall’orchestrazione più ampia e rilassata, e come, se la musica di Bach può a buon diritto essere considerata la colonna sonora del paradiso, quella di Mozart si lega ad un raffinato erotismo d’alcova. Grazie al magnetismo di Gustav Kuhn, le sue parole sono rimaste nell’aria insieme alle note, rendendo ancor più piacevole l’ascolto.

Leggo nel bel pieghevole che introduce il concerto l’augurio di Franz von Walther, presidente della Fondazione "Orchestra Haydn di Bolzano e Trento" e lo confronto con l’intervista che Kuhn ha concesso all’Adige di venerdì 14 marzo, e mi colpisce la lungimiranza e l’apertura mentale che sottendono il programma dei due. In un’epoca in cui, grazie a Internet e alle webcam sparse per il mondo, posso vedere in tempo reale i passanti davanti all’Empire State Building e le piste di Madonna di Campiglio, riconforta riscontrare uno sviluppo alla pari nei piani di chi promuove la cultura in Trentino Alto Adige-Südtirol, perché la provincia non sia un limite ma un trampolino di lancio.

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