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Punti Nascita periferici: solo promesse!

Massimo Cecconi

Non so se una campagna elettorale possa influire o meno su certe uscite in pubblico degli eventuali candidati. Sicuramente la paga ed i privilegi inclusi in una nomina a Consigliere provinciale potrebbero influenzare parecchi di noi. Fatto sta che su L’Adige del 21 gennaio viene riportato un articolo dal titolo "Il presidente Cristofolini annuncia i temi ‘forti’ per la sua ricandidatura alle provinciali 2003. Ecco il mio programma elettorale. Facoltà di Medicina, parco scientifico-tecnologico, guide alpine".

Discutendo sul progetto di istituire una Facoltà di Medicina, l’attuale presidente del Consiglio provinciale si esprime in questi termini: "Quanto alla facoltà di medicina, io vedo in giro troppo pochi medici trentini. Si vogliono punti nascita dappertutto, e poi manca il personale". Dando con ciò sicuramente prova di essere al corrente del polverone che, dallo scorso giugno a questa parte, si è sollevato in Trentino sulla questione dei Punti Nascita periferici, ma anche lasciando emergere il Cristofolini-pensiero sull’attuale sistema neonatale in Provincia. Sì, proprio quel sistema tecnico-organizzativo neonatale che ha portato le sale parto trentine ai più elevati livelli di sicurezza d’Italia e fra i più alti nel mondo.

Altro che storie! I diktat dell’OMS, cui Cristofolini stesso accenna in una sua replica a Luigi Casanova su Questotrentino (n° 15 del 14.9.2002), per il Trentino non valgono. Anzi, l’OMS stessa, come pure anche il nostro Stato, dovrebbero assumere il sistema tecnico-organizzativo neonatale trentino a modello per gli altri. Semplicemente perché lo dicono i numeri e le tabelle. E’ assurdo attaccare il sistema dei Punti Nascita periferici sostenendo che non ci sono medici trentini, caro Cristofolini. Si rende conto che siamo su suolo italiano ed i medici possono avere qualunque provenienza. Scherziamo? Certo è che, invece che forzare il processo di aziendalizzazione della sanità pubblica, stimolando fra l’altro primari e medici a corsi per "manager" (ridicolo), bisognerebbe forse darsi più da fare per rintracciarli e dare loro maggiori incentivi e/o rinforzi o, per lo meno, lasciarli fare il loro mestiere in modo sicuro senza sommergerli di burocrazia che li toglie dal contatto col malato ed il bisognoso, il vero compito di un medico e di un infermiere. E’ d’accordo?

Quanto all’assessore Magnani, ha sospeso la soppressione dei Punti Nascita di Borgo, Tione e Riva, ma momentaneamente. Almeno fino al novembre 2003, mese di elezioni provinciali. Infatti, prendere una tale decisione impopolare, appunto la chiusura di alcuni Punti Nascita periferici, sarebbe elettoralisticamente controproducente.

Meglio, semmai, prenderla dopo e, alla peggio, lasciare questa patata bollente all’avversario politico. Le valli si sono sentite offese da quella decisione di togliere loro un importantissimo servizio sociale come il Punto Nascita.

Lo testimoniano le proteste arrivate un po’ da ovunque ai vertici della Provincia, costretta ad un temporaneo dietro-front. Tuttavia quei Punti Nascita penalizzati sono tuttora in seria crisi di risorse. A Tione si sta trasferendo l’attuale primario Zucchelli; a Riva c’era l’ottimo primario Ioppi che ora è stato trasferito nella più importante Rovereto per farle recuperare numeri di parti (a danno di Riva, ovviamente) e che sta facendo spola tra i due reparti con sede fissa, però, già a Rovereto; a Borgo c’e’ il personale ostetrico ridotto all’osso e "preso in affitto" dalla Divisione di Chirurgia (come nel caso di Tione).

Gli eccellenti risultati ottenuti in tutti questi anni dalla rete neonatale trentina, esempio per tutta Italia e per gran parte del mondo, sono stati ottenuti con la collaborazione ed il sacrificio di tutti ma, in particolar modo, di questi centri periferici, costretti a dividersi in quattro con, oltretutto, meno risorse dei più grandi. E, peggio ancora, col rischio di essere diffamati sui giornali da certa gente ignorante appena capita qualche inconveniente del mestiere. Così come successe all’inizio del 2000, quando al Punto Nascita dell’Ospedale Civile S.Lorenzo di Borgo Valsugana vi fu un grave caso di asfissia neonatale. I giornali, allora, titolarono "Si nasce a rischio nelle vallate" e poi "Mamme, perché rischiare?" e, rincarando la dose, "Chiudere i centri piccoli e poco attrezzati", col discutibile messaggio che solo a Trento c’è sicurezza. Risultato?

Lo ripeto. Come riportato dal Trentino lo scorso 12 novembre, i Punti Nascita periferici sono stati "massacrati" soprattutto dagli addetti ai lavori, che hanno contrapposto l’efficienza del Santa Chiara ai rischi per la madre e per il bambino nei punti nascita degli ospedali di Cles, Cavalese, Tione e Borgo, incapaci di garantire un’assistenza di qualità in caso di emergenza.

E’ giusto questo? Nessun Punto Nascita ha "rischio zero". Tuttavia quello che importa è che il nostro sistema si è rivelato un grande successo offrendo oltre tutto alla gente delle comunità montane di valle una comoda alternativa al difficile e problematico trasferimento in città.

Per farla breve. Il presidente Dellai e l’assessore Magnani devono dire chiaro e tondo ai trentini cosa intendono fare ora dei Punti Nascita periferici.

Non possono rassicurare i rappresentanti del Comitato di Distretto Sanitario della Bassa Valsugana e Tesino dicendo che la Provincia non ha mai avuto intenzione di chiudere i Punti Nascita periferici, nemmeno quello di Borgo (riunione in Provincia del 6 novembre scorso) quando pochi giorni dopo si legge (vedi il Trentino del 14 novembre) del progetto del nuovo ospedale cittadino (nella cui commissione-gruppo di lavoro c’è anche Magnani) che dovrebbe ospitare tutte le partorienti trentine a causa dell’eventuale soppressione dei Punti Nascita periferici.

Non è una continua contraddizione? Siamo in campagna elettorale e se l’attuale Giunta non vuole prendere ora seri e concreti provvedimenti volti a rafforzare gli attuali Punti Nascita di Borgo, Tione e Riva, che almeno dica coraggiosamente chiaro e tondo ai trentini cosa ha intenzione di fare. Stessa cosa che, sia chiaro, devono fare i candidati dell’alternanza. Il popolo ha il diritto di saperlo per prendere la mira!