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La strada e gli ulivi

WWF Trentino

Si è costituito a Nago-Torbole un comitato spontaneo di cittadini con lo scopo di opporsi alla realizzazione di un progetto stradale, la cosiddetta "strada delle Busatte", destinata a collegare il lungolago di Torbole con la soprastante zona sportiva delle Busatte.

La realizzazione della nuova arteria comporterebbe la distruzione di un oliveto secolare composto da circa 350 piante, lo stravolgimento del tradizionale paesaggio agricolo a terrazze sostenute da muri a secco (il più tradizionale e antico paesaggio del lago di Garda) e la scomparsa di importanti opere militari risalenti alla seconda guerra mondiale. Sarebbe poi condannato a sparire un gruppo di antichi cipressi, facenti parte dello storico giardino di Casa Giuliani, che costituiscono un importante punto di riferimento e una tradizionale componente del paesaggio per quanti da sud si avvicinano a Torbole.

La nuova opera, di notevole pendenza, di discutibile tracciato e di notevolissimo costo, va inoltre considerata come un cuneo di penetrazione urbanistica nelle aree, d’estrema importanza naturalistica ed ambientale, delle Busatte e dell’ Agort, caratterizzate da un microclima unico e dalle quali è possibile godere di un eccezionale panorama sul lago. E’ facile prevedere che la potenziata accessibilità automobilistica comporterà una immediata "valorizzazione" dei suoli quale terreno edificabile, con conseguente incremento di un’urbanizzazione il cui sviluppo è già oggi assolutamente intollerabile.

La Delegazione Trentino-Alto Adige del WWF concorda di conseguenza con le valutazioni e con le richieste del Comitato "Tutela dell’oliveto in fascia-lago Torbole", e chiede a sua volta l’accantonamento del sopracitato progetto stradale.

Osserviamo come la costituzione del comitato contro il progetto di nuova strada per le Busatte non sia un episodio casuale e isolato, ma venga ad aggiungersi ad altri analoghi episodi nel Basso Sarca trentino, con la nascita di gruppi spontanei finalizzati ad esprimere una opposizione di base a questo o quel progetto promosso o patrocinato dalle pubbliche amministrazioni. E’ il segnale di un rapido aumento, in quella parte della popolazione che pensa al futuro del territorio, della preoccupazione e dell’allarme provocati da un processo di sviluppo economico, progressivamente accelerato, che sta portando rapidamente alla distruzione delle tradizionali caratteristiche ambientali della piana, minandone alla base addirittura la vivibilità.

I pochi superstiti spazi ancora utilizzati dall’agricoltura, che pure rimane un’insostituibile componente del paesaggio e una fonte non secondaria di posti di lavoro e di reddito, scompaiono senza rimedio per far posto a nuovi quartieri ad alta intensità abitativa e soprattutto a grandi supermercati e caotici agglomerati di informi capannoni industriali.

Nulla si intraprende per frenare la continua espansione delle cave e degli stabilimenti per la lavorazione degli inerti. Il traffico automobilistico e non, che ormai soffoca la "Busa" e che è evidente conseguenza di un esasperato e incontrollato sfruttamento del territorio, è usato dagli amministratori comunali e provinciali quale sistematico pretesto per sempre nuove strade e bretelle, che a loro volta divorano il territorio senza rimedio e sono destinate a moltiplicare ulteriormente traffico ed inquinamento. L’industria turistica, che pure dovrebbe trovare il proprio fondamento e la propria giustificazione in primo luogo nella tutela del paesaggio e nella difesa ambientale, contribuisce invece largamente al progressivo degrado e si guarda bene dal confrontarsi con i problemi reali.

E’ davvero straordinaria la stolida cecità del mondo politico e amministrativo, nonché dei rappresentanti delle più influenti categorie economiche, di fronte alla rapida saturazione di ogni spazio disponibile e al conseguente moltiplicarsi del traffico e dell’inquinamento.

I fondi pubblici disponibili sono indirizzati alla realizzazione di una nuova inutile "città dello sport", di campi da golf, centri commerciali, nuove strade, e si finge di non capire che la dinamica in atto, sempre più incontrollabile, costituisce una minaccia mortale non solo per la "Busa", ma per l’equilibrio ambientale dello stesso lago di Garda.

E’ questa la riprova di una sostanziale impotenza e di una vera e propria inadeguatezza morale, che stanno portando alla distruzione uno dei più straordinari complessi ambientali, storici e paesaggistici non solo d’Italia, ma dell’intera Europa.