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Il travaglio della sinistra

Aldo Collizzolli

Da qualche tempo appaiono interventi preoccupati sulle divisioni e la frantumazione all’interno della sinistra, in particolare di Renato Ballardini (La sindrome socialista), ma anche di Michele Guarda (Ma sì, facciamoci del male!) nell’ultimo numero di QT. Non so quanto questa preoccupazione sia disinteressata, ma non capisco come si possa affermare che se ci si presenta divisi potrà vincere la destra e che se Dellai non raggiungesse il 40% sarebbe da prendersi a schiaffi. Perché è già stato scritto che Dellai sarà il nostro presidente?

Mi spiace ma su questa impostazione non mi ci ritrovo. Ora forse è il caso di ricordarsi e rileggersi i programmi di legislatura presentati nel ’98 sui quali si è ricevuto un mandato a governare: analizzare chi li ha rappresentati in Giunta provinciale e regionale e con quali risultati; forse, anziché dopo le elezioni del 2003, sarà il caso di darli da subito gli schiaffi, ma a chi ha non solo deluso, ma dimenticato quanto aveva promesso.

I rappresentanti delle cosiddetta sinistra hanno navigato a vista, usando in vari casi ed aspetti le clientele, o le pressioni tipicamente democristiane e solo ora si accorgono che forse in autunno quel posto non sarà più loro (tranne chi una bella sistemazione se l’è già trovata).

Perché non si ricorda come sono stati abbandonati i consiglieri comunali? Perché ci si dimentica delle regole calpestate negli enti locali? Si è sposato un orribile sistema elettorale nei Comuni solo perché i Ds avevano un pugno di sindaci, diversi dei quali però non rieletti. Non c’è una straccio di politica e di atti conseguenti che abbia il sapore di sinistra, altro che buon governo!

Rispetto troppo Renato Ballardini per pensare che i suoi appelli siano funzionali alla salvaguardia di una nomenklatura di sinistra che si è accovacciata ai piedi del "magnifico". Cominciamo a fare un bilancio di questa legislatura, un consuntivo di cose buone o meno buone fatte (poche e male), di quelle pessime approvate con i favori della sinistra, e di quelle finite in soffitta per rimanerci.

Francamente se Dellai non raggiunge il 40%, non me ne importa nulla, anzi forse è meglio così, perché l’investitura di superpresidente già l’ha avuta in questa legislatura e si sono visti i risultati in termini di democrazia sostanziale e di autoritarismo istituzionale.

Faccia una seria autocritica quella parte di sinistra che ha avuto responsabilità in questo; se invece la questione è solo di seggi, di sottogoverno e sottopotere, i risultati già li sappiamo. Curioso sarà vedere come Costruire Comunità potrà collocarsi sotto uno schieramento con contenuti e programmi diversi da quelli che enuncia, ma quello è un problema di coerenza e linearità ideale. Ma si sa, se la politica è l’arte del possibile, non c’è limite a nulla, anche ad una nuova lista di sinistra.