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Overtourism e pedaggi

Alcuni operatori turistici propongono un pedaggio per i passi dolomitici, ma la politica della Giunta va in tutt’altra direzione.

Nonostante il cattivo tempo, chi fa una gita in montagna deve prenotarsi, per riuscire a mangiare due canederli. Molti Gasthöfe infatti hanno chiuso o si sono trasformati in hotel di lusso. E i rimanenti sono strapieni, in ogni stagione. Dunque non è stata una sorpresa l’inserimento di Bolzano città e provincia nella lista delle località che soffrono di overtourism, ovvero sovraffollamento turistico. Ciò in base all’Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (ICTS), ideato in chiave ancora sperimentale dall'istituto Demoskopika.

Anche in una città come Bolzano, con poco verde, puzzolente e rumorosa, e con metà dei negozi chiusi, è sempre più difficile muoversi fra le masse in lento movimento. Ma da molto tempo anche in molte località turistiche l’affollamento rende difficile la vita delle persone. In Sudtirolo ci pensa la IDM, Innovators Developers Marketers, dotata dalla Provincia di centinaia di milioni, a fare la propaganda a tappeto che fa arrivare turisti da ogni parte del mondo, in ogni giorno dell’anno. Per ironia, fra i suoi cinque principali obiettivi, l’IDM pone per primo il turismo “sostenibile”.

Il bel libro di Rudolphe Christin, “Turismo di massa e usura del mondo” (2019) spiega però che il turismo è di per sé “insostenibile”, perché non sostituisce affatto l’altro turismo, ma vi si aggiunge, senza evitare le conseguenze che l’esagerazione sta già concretamente portando alla qualità di vita dei residenti e alla natura.

In un articolo apparso su Il Mulino del luglio 2023, si legge: “Se è forse vero che singoli progetti turistici possono essere sostenibili, uno sviluppo sostenibile globale basato esclusivamente sul turismo è semplicemente impossibile per la natura ‘mondofaga’ di questa attività”.

La ministra del turismo del governo italiano definisce il turismo “il petrolio dell’Italia”. Non sembra un grande paragone, ma se si vuole prenderla sul serio, si dovrebbe allora cercare di limitarne i danni, come si fa per il petrolio, consapevoli che in misura ragionevole il turismo è una risorsa fondamentale per la realtà della provincia di Bolzano, che ne ha tratto benefici notevolissimi. Tuttavia non si possono più ignorare le conseguenze di un sovradimensionamento, che non si limita ad alcune date o periodi, ma sta diventando normalità, senza periodi di sollievo, per gli umani e la natura. È necessario che ci sia una presa di responsabilità generale che aiuti a governare i fenomeni. Sovraffollamento e invivibilità dei centri storici, carenza di alloggi a uso abitativo, disuguaglianza economica e danni ecologici sono problemi legati al troppo turismo, di cui soffrono gli abitanti della provincia, sia nelle città che nelle piccole località vicine a luoghi di forte attrazione.

Molte voci si stanno levando a criticare il modello dello sfruttamento intensivo delle risorse naturali, e rivendicano una visione in cui il turismo possa continuare per lungo tempo ad essere un’attività economica che garantisca lavoro e benessere alle future generazioni. No dunque a un rapido arricchimento per pochi. “Il turismo ricava il suo valore dagli ambienti che lo fanno vivere (spiagge, montagne, città storiche); ma nel farlo compromette quel valore stesso. Che si tratti di uno spazio naturale oppure urbano, ogni destinazione turistica troppo sfruttata arriva a perdere la diversità e la tipicità che l’avevano resa tale, a favore dell’omologazione, del sovraffollamento e della distruzione ambientale” (Sarah Gainsforth, Oltre il turismo, Il Mulino, 2020).

Nella scorsa legislatura la Provincia di Bolzano ha più volte respinto le proposte dell’opposizione, TeamK e Verdi anzitutto, per ridurre il traffico sui passi di montagna e per garantire la qualità di vita dei residenti. Si è provato con una legge che limita il numero dei letti, ma senza molto successo, però, vista la rapidità e la frequenza con cui i piccoli alberghi si trasformano in hotel di lusso, di solito due o tre o più volte grandi dei precedenti.

Alla testa del movimento per lo sviluppo senza limiti è sempre stata l’organizzazione degli albergatori. Nonostante la sconfitta elettorale nelle recenti elezioni provinciali, per cui nessuno dei “suoi” candidati è stato eletto, la linea dei turistici e quella dalla Svp è sempre stata la stessa: niente limiti e niente contingentamento dei transiti.

Ma ora sta succedendo qualcosa. Lo scontento per la situazione dei passi di montagna, occupati da code perenni di mezzi motorizzati e usati per gare di velocità e rumore da centinaia di motociclisti, è arrivato ad un punto di rottura. Il traffico è solo un aspetto, ma viene percepito come un segnale fondamentale dell’intera questione. Nelle scorse settimane, per la prima volta, gli operatori turistici della Gardena e della Val Badia si sono riuniti e hanno proposto un pedaggio per i passi dolomitici, come strumento di contingentamento del numero di veicoli a motore. L’assessore Svp alla mobilità, nonché alla scuola e cultura ladina, Alfreider Daniel, ha promesso di rivolgersi al governo per rendere possibile l’introduzione di una simile limitazione, superando i limiti giuridici.

Il fatto è però che nel frattempo le campagne per attirare turisti da ogni parte del mondo e in ogni giorno dell’anno continuano. La proposta di ritornare alla separazione dei settori gestiti oggi dall’IDM, approvata dal Consiglio provinciale, è stata ignorata dalla giunta. Così c’è da dubitare delle reali intenzioni del governo locale. All’assessore, che è ladino, dopo il caos provocato dal passaggio del Giro d’Italia, con migliaia di persone intrappolate e arrabbiate, c’è chi ha chiesto che anche sul Giovo o sulla Mendola e gli altri passi, si prendano provvedimenti, e non solo nelle valli ladine. Ma probabilmente non se ne farà niente in nessun posto.

Nella Svp pare ci sia stato un rovesciamento di fronte: ora ci si appella a Roma e Bruxelles perché permettano il pedaggio (fra due o tre anni).

Forse è un cambiamento vero, forse è uno spot per le prossime elezioni europee, o forse è un modo per scaricare su altri problemi di cui non ci si vuole occupare. Comunque questo voltafaccia dell’Associazione albergatori ha preso di sorpresa i politici. Il fatto è che altre misure a favore della cittadinanza e per un miglioramento della situazione, che rientrano nella competenza provinciale, non se ne prendono: abitazioni accessibili, mezzi di trasporto gratuiti per i residenti e ben funzionanti, accompagnati da limitazioni di transito per tutti; ripristino dell’efficienza della sanità pubblica.

Qui è il contrario: le tasse sulle abitazioni favoriscono gli affitti brevi, i mezzi pubblici sono gratuiti per i turisti e costosi e malfunzionanti per i pendolari, la sanità pubblica è sottomessa agli interessi dei privati. Il governo della Provincia autonoma ha un modo strano di trattare i propri cittadini e cittadine: il denaro delle tasse pagate dai contribuenti onesti non viene usato a favore del benessere generale, ma per soddisfare le pretese dei potenti che non accettano limiti.

La giunta è l’espressione di una classe dominante resa cieca dall’avidità.

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