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I sadici e il masochista

È lunga la lista delle manifestazioni di sadismo dei leghisti trentini nei confronti dei cittadini stranieri, fra atti legislativi e propaganda a base di bufale. Senza risalire agli scompartimenti ferroviari speciali per immigrati, proposti dal povero Enzo Boso, ecco un assaggio largamente incompleto:

- Dieci anni di residenza anziché cinque per aver diritto a una casa popolare, una misura poi giudicata illegittima dal Tribunale di Trento, che ha anche condannato la Provincia ad una multa.

- Lo smantellamento del sistema di accoglienza diffusa (vedi l’articolo a pag. 16).

- L'opposizione al cimitero islamico col pretesto – fasullo – che non avrebbero seppellito i morti nelle casse (questa è di Rolando Fontan)..

- “Si progetta di inserire ufficialmente l’arabo come terza lingua obbligatoria” (ridicolo allarme lanciato da Fugatti).

- La protesta di Katia Rossato perché i bimbi arabi, nei parchi pubblici, “utilizzano i posti che erano nostri”.

- Il mediatore culturale nella scuola che diventa, per Fugatti & Co., un missionario del radicalismo islamico.

- Il dondolo a forma di maialino eliminato a causa delle (inesistenti) proteste dei genitori musulmani. Fugatti: “Quale sarà il prossimo passo nell’asilo di via Saibanti? Magari vorranno convertire i nostri figli all’Islam?”.

- E poi, naturalmente la questione della moschea a Rovereto. Vicenda di cui troviamo traccia già nel 2012, quando, per lo meno, si ebbe il pudore di nascondere le vere ragioni della contrarietà: Claudio Civettini, dando il via a una raccolta di firme, lamentava “l’oggettiva impossibilità di collocare un luogo di culto che potrebbe richiamare centinaia di persone in un edificio inadeguato, collocato nelle immediate adiacenze di attività commerciali e abitazioni e, oltrettutto, privo di sufficienti parcheggi. Qui non è questione di razzismo, ma una questione di oggettività”. La storia continua poi a bollire, finché due anni dopo Viliam Angeli chiede addirittura l'indizione di un referendum cittadino per bloccare l'opera.

Una ventina di giorni fa la vicenda si riapre con l'annuncio di una raccolta fondi per acquistare uno stabile dove possa insediarsi in modo decoroso una moschea, o centro islamico che sia. Immediate le reazioni della destra. Mara Dalzocchio, fuori tema: “Rovereto assomiglia sempre più a una casbah e noto sempre più bambini con le tuniche e bambine con il velo in giro per la città”.

Ma tutto sommato – nota L'Adige - “la presentazione del progetto in sé non aveva destato forti reazioni contrastanti”. Se non che un personaggio in prima fila nel sostegno al progetto, il consigliere comunale Omar Korichi, se ne esce sui social con una frase sciagurata: “L'Iran ha il diritto di difendersi. L'Iran dovrebbe ora radere al suolo Israele, visto che Israele ha bombardato e ammazzato 11 persone colpendo l'ambasciata iraniana in Iraq”.

Al che inevitabilmente parte la rumba.

Villiam Angeli: “Ma siamo matti? Non possiamo permettere che entrino certi personaggi che cercano di far passare messaggi di questo tipo”, e organizza una nuova raccolta di firme: “Una sessantina di persone si sono presentate in poche ore chiedendo di poter firmare”.

Michaela Biancofiore: “Non si può mettere in mano la creazione e l'organizzazione di una moschea a un predicatore d'odio verso Israele e l'Occidente”.

Alessandro Urzì “Ecco come la Sinistra fa crescere autentici mostri! È la la Sinistra che lo ha allevato e portato sino in un Comune da cui ha annunciato come portare al potere gli immigrati islamici: il suo vero obiettivo. Oltre a radere al suolo Israele”.

Ma a condannarlo sono tutti, dalla sinistra all'imam Aboulkheir Breigheche.

A questo punto, in irrimediabile ritardo, Omar Korichi forse capisce di aver commesso, più che uno sbaglio, un atto di stupido masochismo e prova a rimediare in stile Ferragni, parlando di errore di comunicazione: “Nel mio intento questa esternazione è una chiara iperbole, un’affermazione talmente esagerata che diventa paradossale. Mi sono reso conto che sarebbe stato facilmente fraintendibile, ho sbagliato nella comunicazione”.

Vedremo come evolverà la cosa; resta comunque – al di là dello stolto post-boomerang di Omar Korichi, il problema di fondo, che una ventina di anni fa così sintetizzavamo su questo giornale: “Gli immigrati senza radici diventano malavitosi, quelli che si aggregano in nome della propria cultura diventano terroristi. Ma che devono fare sti benedetti extracomunitari?”.

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