Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Il patto col diavolo

Il tradimento di Arno Kompatscher: si va verso una giunta provinciale di destra-destra.

La destra Svp, le lobby, l’Athesia e il Bauernbund hanno perso le elezioni. Hanno vinto però il dopo-elezioni. Non è un loro merito: il fattore decisivo è stato il segreto ben custodito del presidente Kompatscher, che ha fatto una campagna elettorale sui temi urgenti della società sudtirolese, crisi climatica, mancanza di alloggi, retribuzioni troppo basse con un’inflazione troppo alta. Tacendo del patto che aveva stretto con Meloni: competenze perse nel corso del tempo e nuove (ambiente) e una specie di distacco dalla Costituzione italiana. In cambio, una giunta di destra-destra. Alla sua ambizione di diventare il riformatore dell’Autonomia Kompatscher sacrifica le priorità di cui con abile retorica ha parlato fino ad ieri.

Il tradimento, per omissione ma ben studiato, è stato verso tutti, verso gli italiani autonomisti che vedranno al governo i nemici storici dell’Autonomia, e verso le migliaia di persone che hanno votato lui stesso e i suoi candidati perché credevano di contribuire a un cambiamento profondo del loro partito. La Svp, impaurita dalla sconfitta elettorale e dalla necessità di avere un altro partito di lingua tedesca per formare una maggioranza, si è ricompattata su quello che l’ex senatore Karl Zeller, ispiratore di Kompatscher, ha chiamato “patto con il diavolo”. Un successo, come ha fatto osservare il presidente uscente e rientrante. Continueremo come prima, come sempre, ha detto anche. Quindi le migliaia di voti persi dal partito etnico e la richieste di una modernizzazione urgente cadono nel vuoto.

Si torna al passato nei metodi e negli obiettivi. Sempre più competenze e non importa come vengono amministrate, gli scandali non insegnano nulla. E non contano. Anche in passato la storia dell’Autonomia è fatta in buona parte da accordi sottobanco e di esclusione dei gruppi linguistici minoritari. Così la prima proposta del segretario Achammer e del presidente Kompatscher alla direzione del partito, di continuare le consultazioni solo con i partiti di destra, Fratelli d’Italia, Lega e Freiheitlichen, con l’aggiunta del jolly della Civica, ieri assessore con giunta di centrosinistra a Bolzano e da domani nella maggioranza di destradestra, ha avuto un risultato chiaro: 41 voti contro 17, (a favore anche due esponenti della corrente del lavoratori e lavoratrici dipendenti!) anche se subito non tutti avevano capito che di lì non si sarebbe tornati più indietro.

Per la prima volta centinaia di persone soprattutto di lingua tedesca, sono scese in piazza per manifestare la loro delusione e indignazione. Non per la contrarietà ad adeguare l’Autonomia, ma per la scelta di far gestire un’agenda politica sempre più urgente a partiti negazionisti della crisi climatica, populisti, e che a livello nazionale cercano di ridurre la libertà di stampa e i diritti civili in particolare delle donne e dei migranti, usando anche a livello pubblico un linguaggio e un clima d’odio.

Che si sia trattato di una disillusione tremenda lo dice il giovane consigliere dei Verdi, Zeno Oberhofer, leader dei Fridays For Future, che ha partecipato al primo giro di consultazioni: “Per me è crollato il mondo, l’Arno Kompatscher che ho conosciuto prima non è quello vero. La storiella del povero Kompatscher che avrebbe preferito fare una coalizione di centro sinistra non è credibile. Questa giunta, questa costellazione è il progetto di Arno Kompatscher”.

Sabato 23 dicembre erano più di mille nel corteo contro la coalizione chiamata “rechts rechts rechts” (destra destra destra). Il movimento civico “NO Excuses” è cominciato giovedì 7 dicembre con 300 persone che hanno camminato lentamente con le candele in mano e in silenzio da piazza Magnago, sede delle istituzioni provinciali, fino alla sede della Svp in via Brennero. Giovedì 14, i partecipanti sono quasi raddoppiati. E hanno alzato la voce. I giovani gridando di volere un futuro più sostenibile e solidale. Diversi anziani, che non riuscivano a credere al rovesciamento di atteggiamento nel loro partito, ripetevano le dichiarazioni antifasciste che erano usate fino a poche settimane fa.

La prima volta

Mai nessun Landeshauptmann aveva aperto le porte all’estrema destra: Durnwalder in cinque legislature nelle quali i rappresentanti di destra erano molti di più, ha sempre respinto la loro richiesta di entrare in giunta. Già nella precedente legislatura, invece, Kompatscher ha fatto la coalizione con la Lega.

Una manifestazione di protesta del movimento “No Excuses”

Alle manifestazioni era presente anche Albert Pürgstaller, storico capo della corrente degli Arbeitnehmer, che si è dimesso dal partito. Nel corteo numerose associazioni ambientaliste movimentiste e istituzionali, che chiedono che il “piano clima” diventi una legge, per evitare che sia svuotato o dimenticato da una giunta composta anche di negazionisti della crisi climatica, e associazioni di solidarietà sociale, che si occupano di senzatetto e migranti.

Un appello di artisti ed esponenti della cultura ha raccolto 200 adesioni, diventate 356 dopo le minacce di denuncia del Fratello Galateo, futuro assessore e forse vicepresidente, che ha una concezione della libertà di espressione del bel tempo che fu. In una lettera di Scientists For Future, firmata inizialmente da 100 accademici, scienziati, storici, ricercatori, si legge fra il resto: “FdI non ha mai preso chiaramente le distanze dal fascismo che ha cercato di assimilare la minoranza di lingua tedesca. La Lega è un partito antieuropeo che vuole recedere dal progetto di integrazione e di pacificazione europeo. I Freiheitlichen sono un partito populista di destra. E i primi due relativizzano le evidenze scientifiche sul cambiamento climatico. Lo scambio tra la partecipazione al governo provinciale ed alcune norme di autonomia non fermerà l’imminente catastrofe climatica e la distruzione dell’ecosistema, ma dividerà ulteriormente la nostra società e indebolirà la nostra democrazia. Tutti noi abbiamo una comune responsabilità per il nostro territorio, per la tutela di tutte le minoranze, per la convivenza pacifica e costruttiva tra i gruppi linguistici e per il rispetto della dignità umana”.

Il gruppo SUSI Südtirols Sisters in 72 ore ha raccolto 2.300 firme, facendosi portavoce dell’allarme delle donne e di molte associazioni femminili e femministe per le idee dell’estrema destra sul ruolo sociale e culturale delle donne nella società e sui loro diritti.

Il presidente dell’associazione delle biologhe e dei biologi ha scritto: “Il partito dei Fratelli nega il cambiamento climatico e la biodiversità” e chiede che si formi una coalizione che “protegga i nostri ambienti naturali, che agisca attivamente contro la crisi climatica e permetta a tutte le persone di vivere bene“. Per questo “sono necessari partiti che riconoscono la scienza e che sono orientati al futuro. (…) Preservare la varietà è necessario, perché la varietà si ritrova anche tra le persone; perciò troviamo preoccupante la vostra intenzione di coalizzarvi con partiti che non riconoscono la varietà degli esseri umani e delle opinioni”.

Anche Oskar Peterlini, consigliere provinciale e senatore Svp per 12 anni, ha firmato l’appello.

Si poteva fare diversamente

Quella di Kompatscher non era una scelta obbligata, i numeri permettevano anche un’alternativa. In una riunione a Nalles la sera del 28 dicembre, l’organizzazione del partito, cioè il direttivo allargato agli eletti e alle elette, ai segretari dei vari distretti, ai sindaci ha approvato la proposta di Achammer e Kompatscher. Ai tavoli tematici dei partiti di coalizione e nella riunione si è sottolineato il clima disteso e costruttivo, “sorprendentemente armonico” soprattutto sulla questione della sicurezza (priorità per i partiti di destra che vogliono un assessorato su questo argomento).

Parecchi di coloro che oggi marciano contro la scelta di destra-destra, e di coloro che firmano a centinaia lettere e messaggi di protesta e piene di preoccupazione per il futuro, hanno probabilmente votato per Kompatscher, o hanno creduto che nella sua ultima (terza) presidenza avrebbe provato a occuparsi soprattutto delle priorità del popolo, che sono anche le sue –dice. Tremenda delusione. Eppure Kompatscher ha presto perso la volontà di riformare il partito e il Sudtirolo. Ha continuato a dire cose giuste e condivise, ma ha preso decisioni clamorosamente contrarie alle sue stesse parole. Aeroporto contro il referendum, Olimpiadi invernali, rifugio a passo Santner, Sanità pubblica in grave crisi, di cui è stato anche assessore, mentre le cliniche private crescevano come funghi e si arricchivano con fiumi di denaro in convenzione.

A queste e altre cose pensano le persone quando lui dice: non preoccupatevi, sarò il garante che i nostri valori verranno rispettati e i diritti delle persone non verranno colpiti. Come farà con un team che non condivide molti di questi valori e questi obiettivi? Lui e Achammer dicono: noi siamo 13 e loro sono solo 5. E pensano di poter fare come con i tre leghisti che hanno firmato tutto e poi detto sempre di sì a tutto.

Sarà lo stesso con i Fratelli? O questi, che si sentono forti – non per i loro scarsi consensi elettorali, ma per il governo a Roma - non pretenderanno di attuare i loro valori e loro obiettivi? Sulla Tageszeitung, un lettore ha chiesto: che ne sarà di onestà, giustizia sociale, diritto a un salario sufficiente a vivere? Dove rimane il diritto ad avere un tetto sulla testa e dove il valore dell’inclusione al posto dell’esclusione? E il diritto alla salute per tutti?

Dove rimane la lotta contro l’evasione fiscale, con cui si potrebbe aumentare il bilancio provinciale di due miliardi e finanziare molti progetti sociali?

In che posizione sta la difesa dell’ambiente che ora si dice sia la priorità?

L’operazione del trio-ZAK (Zeller, Achammer, Kompatscher) è stata liquidata dallo storico ed ex consigliere provinciale Hans Heiss, dicendo che in cambio di piccoli vantaggi in materia di Autonomia si avranno pesanti perdite nella giustizia sociale ed ambientale. E il politologo Günther Pallaver ha detto che i partiti popolari, cristiano democratici e di centro, già nel passato e ancora oggi aprono le porte alla partecipazione politica di partiti di ultradestra. Amaro frutto di un’ingiustificata ambizione.