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QT n. 3, marzo 2023 Servizi

Mira il lago e respira

Le mani sulle città. La grande partita delle rive del Garda, parte seconda.

A Riva del Garda continua incessante la battaglia per il destino urbanistico di alcuni pezzi preziosi delle rive cittadine.

Della vicenda dell’area ex Cattoi abbiamo detto su QT del mese scorso. Ma quell’area è, in un certo senso, niente, se confrontata con quella adiacente a est: la cosiddetta colonia Miralago.

Mentre l’area Cattoi è un grande sterrato - sia pur in posizione pregiatissima - la Miralago è invece davvero un luogo del cuore. Quattro ettari di parco con alberi splendidi, alcuni maestosi e secolari, in cui sono immersi armonicamente gli edifici costruiti a fine Ottocento come clinica di lusso dal viennese dottor von Hartungen. Un polmone verde che arriva fino alla spiaggia sottostante.

Lì von Hartungen faceva fare ai suoi clienti ricchi e/o famosi (alcuni nomi tra gli altri: Franz Kafka e i fratelli Thomas e Heinrich Mann) cure che oggi definiremmo olistiche: bagni d’aria e di luce, esercizi in spiaggia e una vita sana sulle rive del piccolo Mediterraneo casalingo del mondo asburgico.

La Grande Guerra mise fine a tutto questo, ma la cifra “sanitaria” del luogo fu conservata: il fascismo vi installò una colonia curativa per bambini. E tale la Miralago è rimasta anche dopo la guerra e fino al 1993.

Da allora l’intero complesso è stato chiuso fin quando, nel 2012, il parco venne aperto al pubblico. Poi, nel 2020, in uno degli edifici è stato trasferito un corso per OSS dell’Opera Barelli. E tra breve il Comune di Riva ci porterà di nuovo dei bambini: ci staranno temporaneamente un nido e un asilo destinati ai piccoli del rione 2 giugno, giusto il tempo necessario a che la loro scuola venga ristrutturata.

Tutto un po’ temporaneo, parziale, in attesa di un progetto sull’intero complesso.

Le idee sulla colonia si sprecano. E gli appetiti anche.

Il Comune ne sta decidendo il destino urbanistico perché anche la Miralago è inserita nel grande riordino delle rive del lago che va sotto il nome burocratico di variante urbanistica 13 bis, attualmente in gestazione. E dal Comune filtrano idee variegate. La sindaca Cristina Santi dice di volerne fare “il parco più prestigioso del Garda” (ma sui parchi la Santi non ha una grande reputazione, visto che anche dell’area Cattoi aveva detto, in campagna elettorale nel 2020, che ne avrebbe fatto un parco per tutti i rivani; omettendo però di dire che ne avrebbe dato via un pezzo per una speculazione immobiliare). Altri parlano di un complesso sportivo con un sistema di piscine sulle rive del lago, facendo inorridire gli ambientalisti. Mentre un gruppo di giovani promotori della movida rivana ne vorrebbe fare il luogo d’elezione per eventi, musicali e non.

E poi ci sono gli appetiti.

La sindaca di Riva Cristina Santi

Già nel 2018, i soliti Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti, avevano proposto all’allora sindaco Adalberto Mosaner di farci un albergo a cinque stelle da 150 camere a cui annettere un sistema di piscine che, bontà loro, avrebbero messo a disposizione anche della città. E non avevano mancato di far notare che così si sarebbero abbattute le barriere anche con la vicina area Cattoi, già di loro proprietà. Poi i loro progetti su Riva si erano aggrovigliati un bel po’ e di quella proposta non si è più sentito parlare.

Ma a Riva, recentemente, sono arrivati anche gli emissari del San Raffaele (l’ospedale privato milanese tanto caro a Berlusconi) che fanno parte in realtà del più grande gruppo di sanità privata italiana, il San Donato.

Cristina Santi, la sindaca, afferma che è stato solo un “incontro di cortesia”. Sì, e quelli del San Raffaele sono arrivati fino a Riva del Garda e hanno voluto vedere la Miralago per pura curiosità e non per valutare quanto ci starebbe bene uno dei loro centri riabilitativi - ci verrebbe da aggiungere.

Che il complesso possa far gola è un dato di fatto: basta farci un giro per capirlo. Ed è proprio la sua bellezza, l’atmosfera da salto indietro nel tempo che riesce a ispirare, il senso di spazio libero che ti avvolge camminandoci, che rischia di essere una maledizione.

Non è la prima volta che un posto molto bello ispira appetiti di ogni genere e viene deturpato da utilizzi fatti anche con le migliori intenzioni. Perché ci sono luoghi dove la cosa migliore da fare è non fare niente. Rimettere in sesto quello che già esiste e usarlo con cautela e rispetto, lasciando respirare il luogo e le persone.

Questo sta proponendo il Comitato Salvaguardia Area Lago, raggruppamento di associazioni ambientaliste della Busa che si sta muovendo molto per la conservazione del complesso ed ha avviato anche una raccolta di firme per la sua tutela.

Dal punto di vista pratico sarebbe abbastanza semplice, visto che la proprietà è già pubblica, in compartecipazione tra Comune e Provincia.

Ma alcuni movimenti recenti hanno allarmato gli ambientalisti.

Per il momento la colonia Miralago è della Provincia, in uso al Comune di Riva fino al 2050. Però, giusto un mese, fa c’è stato un grande rimescolamento di carte immobiliari tra Comune e Provincia. Un protocollo firmato in pompa magna dalla sindaca Cristina Santi e dall’assessore alle Attività economiche della Provincia, Achille Spinelli, dice che il Comune avrà la proprietà del complesso Miralago. In cambio Riva rinuncia ad avere un teatro e un palazzetto dello sport, per cui i fondi erano già stanziati (sostituiti da un più modesto auditorium e da un centro sportivo polifunzionale). La Provincia qualcosa risparmia e in più fa un ottimo affare, perché cede di fatto solo metà del complesso. Infatti il soggetto giuridico che acquisirà la proprietà dell’area è la società Lido di Riva, partecipata del Comune che ne detiene il 53 per cento delle quote. Ma il restante 47 per cento è di Trentino Sviluppo, ovvero di nuovo la Provincia.

Il parco Miralago

Il dubbio è che dietro questi movimenti ci siano progetti “pesanti”. Perché altrimenti darsi tanta pena, e rinunciare a cose importanti, per avere la proprietà del complesso Miralago?

Questione di soldi, afferma la sindaca, che di professione fa la commercialista. Teatro e palazzetto sarebbero costati troppo. E per la colonia si spendevano quasi inutilmente circa 200mila euro l’anno di “affitto”.

Maledetti commercialisti (detto ovviamente con rispetto) che di tutto fanno una voce di bilancio: quanto spendo? Quanto incasso?

Forse andrebbe chiesto direttamente ai cittadini di Riva quanto vale un polmone verde - l’ultimo polmone verde, sottolinea il Comitato Salvaguardia - che è anche un pezzo di storia della città, visto che nel resto del territorio le gru continuano a spuntare come funghi e costruiscono condomini di appartamenti vacanze che stanno trasformando la città in un vacanzificio. Tanto che trovare una casa ad affitto normale, per abitare, a Riva, è diventata una mission impossible.