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È il pensiero che conta...

Neve scaricata nel centro di Trento: la sostenibilità in soffitta

A Dubai,all'interno del grande centro commerciale “Mall of the Emirates”, è in funzione da 18 anni un impianto sciistico coperto che comprende 5 piste da sci, la più lunga di 400 metri, con un dislivello di 60. Il tutto consentito da una temperatura che viene mantenuta a -1° di giorno e -6° di notte. E quando gli sciatori, dopo aver anche ammirato le evoluzioni di un branco di pinguini all'uopo importati, escono all'esterno, si ritrovano una temperatura media che va dai 20 gradi di gennaio ai 36 di agosto.

Cosa c'entra tutto questo con la pista innevata artificialmente fra piazza Duomo e via Belenzani per l'inaugurazione della Marcialonga?

Un po' c'entra. Fatte naturalmente le debite proporzioni, il messaggio è lo stesso. Quando tuo figlio compie gli anni, puoi regalargli dei libri o un'automobile: è il pensiero che conta. Nel nostro caso qual è il messaggio? Ignorare cambiamento climatico, crisi idrica e costi energetici. E, come dice un'esponente di Italia Nostra, una mancanza di sobrietà, “la mentalità ormai regnante di avere tutto a disposizione”.

All'annuncio dell'iniziativa fioccano quindi le reazioni, da parte del mondo ambientalista e non solo.

Qualche esempio: “Un evento pacchiano, che trasuda di indifferenza verso le reali problematiche che l'ambiente ci lancia da tempo” (Franco Tessadri, presidente di Mountain Wilderness).

Un vero e proprio inno al menefreghismo climatico: continuare come prima e peggio di prima ignorando tutto quello che è successo in questi anni” (Alex Marini).

Prima la presentazione alla stampa in aereo, in volo sulle Dolomiti, ora la pista in città quando laghi e fiumi sono in crisi. I dirigenti della Marcialonga sono fuori da ogni realtà, in distonia con quanto sta avvenendo” (Luigi Casanova).

Mancano solo le majorette sugli sci e un pupazzo di neve doc delle valli trentine. Per un politico non saper leggere il proprio tempo è uno dei difetti più gravi”. (Marco Albino Ferrari, direttore editoriale del CAI).

Fino all’articolo, apparso su il T a firma di Paola Giacomoni, docente di Storia della filosofia all'Università di Trento: “Non possiamo più chiudere gli occhi e proseguire con lo stile di sempre nella gestione del nostro ambiente montano. Per questo l'idea di portare la neve in occasione della Marcialonga non è una buona idea. Con una temperatura non gelida, la neve in piazza Duomo portata dai camion è straniante... Porta nostalgia e senso di spaesamento. La neve artificiale in città non ci piace, è del tutto inopportuna e se mai sortisce l'effetto contrario, quello del rifiuto e della distanza. Pensiamo invece a un modo diverso di vivere la montagna, oltre lo sci”.

Le repliche degli organizzatori e supporter della manifestazione alle proteste sono sconfortanti, tanto sembrano non aver compreso il senso delle critiche: “Non vedo problemi nel portare un po' di neve a Trento, una città, tra l'altro, dove ha sempre nevicato” - se la sbriga l'assessore Mario Tonina, mentre il presidente del comitato organizzatore della Marcialonga Angelo Corradini liquida la faccenda ricordando che “il nostro gatto delle nevi con i cingoli di gomma non crea alcun problema alla pavimentazione e già nella notte del 26 riporteremo via la neve”.

Insomma, “non credo ci siano problemi, se è stata spostata della neve artificiale dalla val di Fiemme a qui. Non è questo che causa problemi ambientali” - questo è Nicola Fruner, direttore della scuola di sci da fondo delle Viote.

Un po' meno frettoloso e un po' più imbarazzato, il sindaco Janeselli si rende conto che la carnevalata pone qualche problema, ma la sua argomentazione, tutta sulla difensiva, è ben poco convincente: è il cinquantenario della Marcialonga, “un appuntamento del tutto eccezionale, per il quale abbiamo accettato si derogasse - pur in minima parte, perché la neve trasportata è davvero poca - al rigore con il quale questa amministrazione affronta la questione della sostenibilità. La sostenibilità per me è quella che costruiamo giorno per giorno, ampliando la rete delle ciclabili, installando i pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici o aumentando la raccolta differenziata”.

Janeselli fa poi quello che sembra un accenno di autocritica, dicendosi consapevole del valore dei simboli, “a cui in futuro bisognerà prestare maggiore attenzione”. Come a dire: ok, forse abbiamo fatto una cazzatella, ma la cosa non si ripeterà.

Ma quando stavamo quasi per perdonarlo, se ne esce con un'affermazione sorprendente: "L'innevamento artificiale non è contro la sostenibilità”.

Mah!

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