Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

I vecchi e il nuovo

Franco Bruno

Ritorniamo dove già fummo”: il motto dannunziano che celebrava la conquista italiana della Libia, già parte dell’impero romano, si adatta – anche se in senso meno glorioso - a quei politici che dopo aver debuttato come consiglieri comunali e dopo un lungo cursus honorum che li ha visti arrivare in qualche caso al Parlamento nazionale, oggi non si rassegnano all’irrilevanza e ritornano al paesello con aspirazioni di sindaco o semplice consigliere.

È il caso di Panizza (evidentemente non gli basta il ruolo di “geografo” di Sgarbi), di Gubert, di Bezzi.

Niente da obiettare. A lasciare perplessi sono a volte le motivazioni con cui costoro giustificano la loro scelta. Vedi Caterina Dominici: “Non rubo il posto a nessuno. Ho detto sì solo dopo un corteggiamento di Claudio Cia durato tre mesi. Ho ceduto perché mi è tornata la voglia di aiutare i ragazzi ad entrare nel mondo politico”. O, ancor più clamoroso, Franco Tretter, 76 anni, candidato a Riva nella lista civica “Ninfea”: “Scendo in campo per il contrasto alle nuove povertà... I giovani devono imparare da chi, come il sottoscritto, ha avuto altre esperienze in ambito istituzionale”; e giudiziario, va aggiunto.

Agli antipodi di questi vecchi lottatori c’è un candidato a sindaco di Trento che almeno da sei anni cerca inutilmente di entrare in un qualche pubblico consesso: ha tentato con due elezioni europee, due regionali, le comunali di Trento del 2015 e perfino con le comunali di Verona del 2017. Non riuscendo mai, finora, a raccogliere le firme necessarie alla presentazione della candidatura. Stavolta finalmente ce l’ha fatta, il che potrebbe essere un piccolo segno dei tempi.

Il suo partito, La Catena (il cui simbolo sembra l’insegna di una ferramenta), si rivolge a un’area – vedremo quanto vasta – che considera anche Salvini un “buonista” e che fa del politicamente corretto il nemico mortale. Vediamo, con le sue parole, alcune idee-guida.

Le donne: “La donna è traditrice di natura... Ti sposa, ti porta via la casa, non ti dà figli e ti manda in mezzo alla strada... Le donne devono fare figli e stare in casa. Le donne sono buone solo per copulare”. (“Lui usa un altro termine più espressivo” – precisa il giornalista.

Prevedibile il suo pensiero sui migranti: “La Costituzione dice che il popolo deve governare. Ma alla gente non è stato chiesto se vogliono i profughi in Italia. Sono anche contro le moschee, è lì che nasce il terrorismo. Via gli immigrati, tutti. Non mi interessa se si comportano bene”.

Particolarmente conflittuali i rapporti con la provincia di Bolzano: “Sono figlio di un’altoatesina e nelle scuole tedesche non mi hanno preso: là sono razzisti... Così ci siamo trasferiti a Trento... L’Alto Adige è terra italiana, rubata dai tedeschi, che pretendono di comandarci”. Quindi il discorso si allarga: “Istria e Dalmazia sono state rubate dagli slavi, dopo che hanno gettato nelle foibe gli italiani”.

Quando c’era Lui, le cose andavano diversamente: “L’Italia era rispettata nel mondo. Non come oggi; non tutti potevano parlare, si andava di manganellate e olio di ricino”.

Riassumendo: “L’Alto Adige è stato occupato dai tedeschi, in Sicilia c’è la mafia, Istria, Dalmazia occidentale, ecc.. sono state rubate dagli slavi e tutto il resto d’Italia è invaso da extracomunitari. Dov’è l’Italia? Dov’è il rispetto dell’ex Impero Romano? Noi ne siamo gli eredi!”.

Le istituzioni rappresentative, in cui pure vuole fortissimamente entrare, non godono però della sua fiducia: “La colpa è di tutta la classe politica, dal sindaco al presidente della Repubblica. Ero anche andato a Roma per far saltare le europee scoraggiando l’accesso ai seggi”. Il suo eroe è quel tale che 7 anni fa sparò ai carabinieri davanti al Parlamento: “Gli è andata male – commenta Bruno - doveva fare in un’altra maniera, ma è l’unico che ha avuto coraggio... Non ho mai votato in vita mia, sono contro i politici perché fanno l’interesse degli spacciatori e dei profughi”.

Neanche le forze dell’ordine gli stanno simpatiche: “Non bevo, non fumo e non mi drogo, ma mi hanno arrestato per aver dato un passaggio a delle prostitute (per inquirenti e magistratura la faccenda fu un po’ più grave, n.d.r.). Tre giorni in galera, un anno e sei mesi a casa e intanto le città sono piene di spacciatori e le forze dell’ordine non gli fanno niente. Un italiano onesto lo sbattono in prigione, chi delinque resta fuori”.

Vista la pars destruens, quali le proposte?

Oltre all’espulsione degli stranieri, Bruno vuole l’eliminazione delle pensioni d’oro, la restituzione “di tutti i soldi che si sono guadagnati i politici”, l’uscita dall’euro, e a livello locale “la chiusura di piazza Dante con un cancello”.

Tutto viscere e quasi niente ideologia, Franco Bruno a volte sorprende: “Nell’emergenza, Conte ha fatto quello che doveva, ascoltando il parere degli scienziati. Salvini lo ha incolpato, ma dovrebbe solo vergognarsi”.