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La Valdastico e il consigliere Paoli

Che ne penserà ora dei propositi del presidente Fugatti? Se ne farà una ragione o resterà contrario a Valdastico e terza corsia dell’Autobrennero?

Roberto Devigili
Dennis Paoli

Nel numero di dicembre di QT sono state riportate le risposte ai quesiti posti al neopresidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti. A proposito del capitolo “grandi opere”, il presidente Fugatti ha confermato la realizzazione della Valdastico e conseguentemente della terza corsia della nostra autostrada del Brennero. Come noto, governata da oltre vent’anni da amministrazioni in cui la Lega Nord è sempre presente anche con ruoli di vertice (presidente Zaia), la Regione Veneto spinge da decenni per il completamento della A31, cosiddetta Valdastico, con un tratto che deve transitare sul territorio trentino per potersi quindi collegare alla A22. Il progetto, come noto, è sempre stato contrastato dalle precedenti giunte provinciali trentine di centro sinistra autonomista, che avevano puntato per il trasporto sulle lunghe distanze e seppur tra qualche mugugno, sul binario ferroviario di cui la galleria di base del Brennero rappresenta il principale strumento.

Nel tempo, la contestazione della Valdastico (e delle sue ricadute) è avvenuta anche sul territorio (in particolare a Besenello), ma qualche preoccupazione era sorta anche in Rotaliana quando, tra le varie ipotesi progettuali, si venne a sapere che il raccordo A31/A22 sarebbe potuto essere realizzato molto a Nord e precisamente in un tratto compreso tra i comuni di Lavis e Nave S.Rocco. All’epoca (come accadde in tanti altri luoghi) contro l’ipotesi del raccordo ferroviario a Lavis nacque l’ennesimo comitato anti TAV, mentre contro la paventata presenza della terza corsia e del raccordo autostradale, si attivarono “solo” le amministrazioni pubbliche. Il sindaco di Nave San Rocco, sollecitò anche la Comunità di Valle che nelle linee di indirizzo del piano territoriale, in accordo con gli altri sindaci della zona, escluse l’ipotesi Valdastico in Rotaliana. Ma nella zona la contrarietà all’opera era già emersa due anni prima, quando era stata approvata una mozione da parte dell’assemblea della stessa Comunità di Valle; e qui sta il fatto interessante: il rappresentante della Lega Nord, seppur a denti stretti, in quel caso si allineò alla maggioranza contraria alla Valdastico.

L’allora giovane consigliere della comunità di valle Denis Paoli, ha nel frattempo fatto carriera e sull’onda trascinante di Salvini, ha raccolto sufficiente consenso per entrare in Consiglio provinciale. Che ne penserà ora dei propositi del presidente Fugatti? Se ne farà una ragione o resterà fedele alla sua precedente espressione di volontà, appunto contraria a Valdastico e terza corsia dell’Autobrennero?

Incidentalmente è bene precisare che solo a livello di consumo di territorio, la realizzazione della terza corsia di A22 nel tratto tra Lavis e il confine di Salorno (12/13 chilometri) significherebbe la sparizione di dieci ettari di vigneti e frutteti consumati, appunto dalla progettata nuova viabilità. Si aggiunga che molti coltivatori privati ma anche alcune cantine sociali, pressati anche da una nuova sensibilità dei consumatori, stanno abbandonando progressivamente tecniche agronomiche tradizionali (ambientalmente meno sostenibili) per passare al biologico. È ovvio che l’aumento del traffico autostradale inevitabilmente causato dal raccordo dell’A22 con l’A31 vanificherà almeno in parte tale impegnativo percorso di conversione ecologica. Ma vista la situazione, forse bisognerà fare i conti con gli agguerriti contadini di Mezzocorona, la cui rumorosa e massiccia mobilitazione è stata nel tempo determinante in diverse iniziative di contestazione: dalla contrarietà al termovalizzatore di Trento Nord alla lotta contro la Samatec (la fabbrica chimica che sorgeva dove ora sorge lo spumantificio Rotary) e contro la tangenziale di Mezzolombardo, che nella prima ipotesi era previsto dovesse attraversare la piana Rotaliana sul piano campagna e non in galleria come poi realizzata.

Negli anni Novanta, assieme ad altri contadini, quelli di Mezzocorona (iniziativa opinabile e permessa da un governo provinciale debole) sono riusciti addirittura a far deviare il modesto tracciato sotterraneo del metanodotto che nel tratto trentino è stato fatto quindi salire sui monti e fatto scendere al confine con Salorno da dove aveva quindi ripreso il naturale percorso ai margini del fiume Adige senza che i cugini del Bauernbund avessero sollevato particolari obiezioni.

Per evitare l’ampliamento della A22 conseguente al raccordo con la Valdastico potremo contare ancora sulla posizione contraria del consigliere provinciale Paoli o sarà più ragionevole sperare nell’ennesima mobilitazione dei contadini di Mezzocorona?

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