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QT n. 10, ottobre 2012 Trentagiorni

Foto di famiglia sulla Valdastico sud

Da destra: Zaia (Regione Veneto), Ciaccia (viceministro alle infrastrutture), Schneck (Serenissima) e Coletta (ANAS). Foto tratta da L’Adige.

Sabato 22 settembre è stato inaugurato il primo tronco della Valdastico-sud, quel tratto autostradale che alla fine - nel 2014 - dovrebbe collegare Rovigo con Vicenza, da dove poi l’A31 riparte verso nord, sognando di scavallare fino alla Val d’Adige trentina. Sogno che però si interrompe a Piovene Rocchetta, dove si trova quello che per il momento è l’ultimo casello del tratto-nord, fermato ai piedi delle montagne dall’opposizione della PAT. L’occasione è naturalmente venuta a fagiolo per una performance a favore del completamento: “Valdastico, pressing del governo” titolava in prima pagina L’Adige del 23. Giustamente, dato il tenore delle affermazioni sfoderate per l’occasione dal viceministro alle infrastrutture Ciaccia: “Ritengo - ha affermato - che non sia più tempo per visioni localistiche, di ragionamenti che limitano le politiche di sviluppo in un’ottica strenuamente territoriale”. Pronta, e questa volta senza ambagi, la risposta della Giunta trentina. Dellai - sullo stesso giornale - ha subito rimandato al mittente l’accusa di localismo: “Non riusciamo a capire che senso possa avere costruire una nuova autostrada per portare il traffico pesante a monte dell’ultimo grande nodo intermodale, quello di Verona, nel mentre si stanno facendo sforzi enormi per raddoppiare la ferrovia del Brennero allo scopo di spostare sulla ferrovia il traffico pesante”. Picchia ancora più duro Pacher il giorno dopo, mettendo in discussione una questione effettivamente centrale: a nome di chi parlava Ciaccia? “Fino a meno di un anno fa - ricorda - era amministratore delegato di Banca Intesa Infrastrutture, principale azionista della Serenissima” (vedere QT del mese scorso). In effetti pochi giorni prima dell’inaugurazione il Senato ha approvato il Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi, che le prossime settimane verrà riproposto anche alla Camera, dove in agosto la Lega ha fatto mancare con un giochino il numero legale. “Chi lo sottoscrive privilegia il trasporto su rotaia” ricorda Pacher. A nome di chi parlava Ciaccia?

Naturalmente neanche la Lega trentina si è fatta sfuggire l’occasione di metterci becco. Divina dichiara all’Adige del 24: “La legge dice che i localismi non possono impedire opere di rilevanza superiore”.

Superiore a cosa? L’obbligo dell’intesa con la Provincia di Trento per tracciati autostradali che attraversano il suo territorio è stabilito da regole di rango costituzionale come le norme d’attuazione dell’autonomia.

Cestiniamo l’autonomia come “localismo”? I leghisti vadano a dirlo nelle loro feste, come quella di Ala, dove Maroni ha affermato che la Lega è l’unica vera difesa dell’autonomia trentina, insidiata da questo governo di banchieri! E lo vadano a dire anche alle aziende “padane” che con i trasporti delle loro merci fanno della Serenissima l’autostrada più trafficata del centro-nord, le quali pagheranno per decenni con un alto livello delle tariffe di tutta la Brescia-Padova l’ammortizzazione della costruzione della “autostrada più inutile d’Italia”: sarebbero queste le “politiche di sviluppo”?