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QT n. 15, 11 settembre 1999 Scheda

Giustizia

Alcuni quesiti referendari riguardano la giustizia. Tra essi spicca - e dà il senso dell’insieme - quello sulle carriere dei magistrati. Intervenire su tale tema è doveroso; il problema è che Bonino & C. intervengono, ma per riportare tutto indietro.

Oggi i magistrati progrediscono con l’anzianità e - un po’ - con il merito (alla Procura di Palermo abbiamo per esempio avuto magistrati relativamente giovani); e soprattutto la qualifica (cioè l’avanzamento del magistrato in carriera) non è collegata alla specifica funzione che egli svolge (ragion per cui dei magistrati di Cassazione come ad esempio Borrelli e Colombo lavorano in Procura), in un’ottica per cui tutte le funzioni, dal giudice di primo grado a quello di Cassazione, hanno pari importanza e dignità.

Con il referendum invece il magistrato progredisce (in stipendio, ecc.) solo passando dal primo grado all’Appello e poi alla Cassazione.

Risultato: il primo grado (dove si fanno le indagini, dove il giudice si sorbisce tutti i testi, ecc.) ne esce delegittimato, poiché i migliori tendenzialmente lo abbandonerebbero; la carriera dipende dalle valutazioni dei giudici di ordine superiore, con il ritorno al conformismo giudiziario.

Come ai bei tempi, quando di indagini e processi scomodi non se ne facevano.