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A volte ritornano...

Ex operatori ambientali

Sono passati più di tre anni dalla nostra uscita di scena provocata dalle scelte provinciali e siamo sempre stati zitti: mai una polemica sui giornali, mai una presa di posizione, anche se per anni i quotidiani locali erano stati invasi da innumerevoli articoli sulle nostre attività. Semplicemente non ne avevamo voglia colti come eravamo da conati di vomito e dal dover pensare al futuro da non augurare neanche ai nostri peggiori nemici: infatti in un attimo, a 35-40 anni di età, da 15 anni di onesto lavoro siamo passati alle liste di mobilità: un anno di integrazione e poi cavoli tuoi. Ma allora perché ritornare su una ferita che per noi (parliamo di circa 25-30 persone, ex "operatori ambientali") è stata lacerante? Semplicemente perché una parte di noi si ritrova ancora e, scambiandosi gli auguri di buone feste, ha messo a confronto la situazione precedente e quella attuale e siccome abbiamo constatato che dopo i danni sono arrivate le beffe, allora abbiamo deciso di dire ancora una volta (l’ultima?) la nostra… insomma un sussulto di dignità mista ad amarezza e disillusione.

Per capire ci vuole una breve cronistoria della vicenda: dal 1986 al 2000 hanno lavorato in Trentino gli Operatori ambientali, dipendenti da cooperative e finanziati dalla Provincia tramite il Servizio ripristino, con il compito di educare all’ambiente: l’ambito privilegiato, ma assolutamente non l’unico, era la scuola. Dal 1997 al 2000 la Provincia taglia ben il 50% del budget, ma l’esperienza, pur tra mille difficoltà, prosegue ed incomincia a rivolgersi anche a mercati esterni. Il colpo finale viene assestato con un ulteriore taglio e con un bando d’appalto che ha premiato l’offerta più bassa. Insomma, a farla breve, costavamo troppo ed in secondo luogo non dovevamo più avere come referente il Servizio ripristino (a cui andava invece una medaglia per aver inventato una figura che ci invidiavano fuori dai confini provinciali) ma l’Agenzia dell’ambiente (che di educazione ambientale non masticava molto, essendo portata per formazione al controllo ed alla repressione).

Vogliamo ora fare un piccolo confronto del prima e del dopo su due punti fondamentali.

Costi. Prima c’erano una trentina di operatori dipendenti da cooperative con un contratto sobrio ma dignitoso ed un funzionario del Servizio ripristino che per alcune ore alla settimana controllava tutte le nostre attività certificate una ad una dagli enti beneficiari. Ora ci sono circa 25 "animatori territoriali", che per due anni sono stati dipendenti delle società che hanno vinto al massimo ribasso e che per questo ultimo anno hanno dovuto aprire partita IVA ed essere pagati dalla Provincia per un massimo di 180 giorni all’anno con una tariffa fissata dalla stessa Provincia, alla faccia della libera professione. Quindi abbiamo risparmiato, direte, dato che abbiamo precarizzato tutti questi bei professionisti dell’ambiente. Certo, sulla loro pelle abbiamo risparmiato, ma non in termini generali, perché nel frattempo l’Agenzia dell’ambiente ha istituito un ufficio apposito con tanto di dirigente ed altri (sette, otto?) dipendenti rigorosamente provinciali!

Scuola. Prima era il nostro vanto; le nostre proposte raggiungevano quasi tutte le scuole trentine ed i ragazzi dalle materne alle superiori con cui facevamo della attività si aggiravano - ma sono solo calcoli a spanna - dai 25 ai 30.000 all’anno. Non passava minuto senza che il telefono del nostro ufficio squillasse perché un insegnante voleva programmare con noi un intervento o un progetto nuovo.

Attualmente, il polso della situazione nelle scuole lo sappiamo, perché molti insegnanti ci contattano ancora, ma ci limitiamo a riportare i numeri ufficiali pubblicati sui libretti delle attività: nell’anno scolastico 2001-2002 i ragazzi raggiunti sono stati 10.047 e nel 2002-2003 sono stati 8.563. Servono commenti?

Alcuni ex Operatori ambientali del Trentino

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