“Arte Vino” a Bolzano
Più buone bottiglie che bei quadri; con qualche eccezione.
Da tempo si succedono manifestazioni in cui l’arte viene abbinata al vino: l’ultima in ordine di tempo Arte Fiera di Bolzano con in assaggio i vini più noti dell’Alto Adige e non solo.
Ma dopo le entusiastiche battute della prim’ora, sembra che la parte più interessante sia toccata ai vini, degustati in aree dove scambiare opinioni e impressioni sullo spettacolo dell’arte.
Il canederlo è risultato l’immagine metaforica che meglio sintetizzava la kermesse bolzanina: un po’ di tutto quel che gira nelle televendite e qualche "gloria" locale, con prezzi assurdi per artisti che hanno la loro squadra di sciacquini che produce per loro (vedi i Mark Kostabi e gli Arman a profusione dell’ultima e della penultima ora). A detta di un gallerista di Firenze, la vendita di opere di questi ultimi permette di finanziare il catalogo di un artista figurativo di fama e di tanto mestiere come Pietro Annigoni.
Nella Galleria Il Cenacolo di Trento non bastavano opere del suddetto Mark: c’erano pure quelle di suo fratello! Lo stesso piatto tradizionale era servito da altre gallerie trentine, dove quadri splendidi di Giovanni Frangi, carichi di silenzi ed atmosfera, si alternavano a sorci, insetti, bucrani smisurati di Marco Fantini; un bel lavoro di Gianni Pellegrini accostato a non ricordo più cos’altro intorno.
L’importante era vendere non importa cosa, visto che le gallerie non sono più luogo d’incontro e di cultura, di sviluppo di tendenze e di presa in gestione del visitatore occasionale che vuole conoscere, mettere in discussione certezze in un percorso di affinamento sensoriale. Il gallerista che fa le scelte appare solo in fase conclusiva, à l’achat: è il pensiero, questo, di tanti artisti che non sono visti di buon occhio dal mercato perché producono poco, che mantengono un livello elevato d’impegno.
Perché queste amare considerazioni? Perché una verità c’è, rilevata e rivelata da altri amici rimasti senza fiato davanti alle poche isole di autentica poesia: i bellissimi lavori di Emilio Scanavino presentati dalla Galleria L’Immagine di Bari, la sensualità tutta veneziana delle opere di Giuseppe Santomaso, la straordinaria infilata dei numerosi e splendidi quadri di Filippo De Pisis raccolti, questa volta, da un privato che ha regalato al Museo di Cortina d’Ampezzo la sua collezione che conteneva un paesaggio del 1909 di Umberto Moggioli, impressionante perché per il mio modo di vedere sembrava anticipare, per le paste materiche preziose, il lavoro di Ennio Morlotti di ben quarant’anni.
Un grande mercatino con pause di commovente bellezza.
Riguardo ai vini mi vien da dire che erano tutti abbastanza muscolosi (uno fra tutti, il merlot in purezza "Sansonina" prodotto da un’azienda di Peschiera del Garda) e un gioiellino sui dieci euro in enoteca di un uvaggio "bordolese" di Terlano, per me la più bella realtà del panorama vitivinicolo italiano: produce bianchi, ripeto bianchi che arrivano fino al 1958.