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QT n. 5, 6 marzo 2004 Servizi

500 anni di Guatemala

Paolo Moiola

Fino al 1502: civiltà maya. Le popolazioni maya occupano lo Yucatan, il Chiapas e il Guatemala fino ai confini occidentali di El Salvador e Honduras. Il tramonto della civiltà maya inizia attorno al 1200. Con l’arrivo degli spagnoli (1502) arriva il crollo.

15 settembre 1821: termina la dominazione spagnola. Con la fine della dominazione spagnola, si forma la Federazione centroamericana. Dieci anni dopo una parte del territorio guatemalteco viene concesso alla Gran Bretagna: si forma l’Honduras britannico (oggi Belize). Nel 1839 nasce l’attuale Guatemala.

1898-1920: la vendita del paese. Il dittatore Manuel Estrada Cabrera vende il paese alle aziende nordamericane. Nel 1906 concede alla United Fruit Company, produttrice di banane, i primi 69.000 ettari di terreno fertile. Quell’anno segna l’inizio della dominazione della compagnia bananiera sul Guatemala.

1944-1954: il decennio democratico. Vinte le elezioni, Juan José Arévalo inizia una serie di riforme economiche e sociali. La riforma agraria, che espropria (dietro indennizzo) alla United Fruit Company le terre non utilizzate, viene definita dal governo di Washington "una minaccia agli interessi degli Stati Uniti". Viene scatenata un’imponente campagna contro i governi democratici di Arévalo e Jacobo Arbenz, suo successore. Nel giugno 1954 Allen Dulles, direttore della Cia ed ex presidente della United Fruit, organizza l’invasione del paese e rovescia il governo. Il colonnello Carlos Castillo Armas abroga subito la riforma agraria e tutte le conquiste sociali. Si torna alla "normalità".

1960: la guerra civile. In Guatemala inizia ufficialmente la guerra civile.

Febbraio 1982: movimenti guerriglieri. I principali movimenti guerriglieri - Forze armate ribelli (Far, 1961), Esercito guerrigliero dei poveri (Egp, 1975), Organizzazione del popolo in armi (Orpa, 1979) - si riuniscono nell’Unità rivoluzionaria nazionale guatemalteca (Urng).

23 marzo 1982: il generale Efraín Ríos Montt. Un gruppo di militari destituisce Romeo Lucas García e impone come nuovo capo del paese il generale Efraín Ríos Montt. In poco più di un anno il generale mette il paese a ferro e fuoco. Viene destituito nell’agosto 1983, sostituito dal generale Oscar Mejia Victores. Seguono: Vinicio Cerezo (1985), Jorge Serrano Elías (1991), Ramiro De León Carpio (1993), Alvaro Arzú (1995), Alfonso Portillo (1999). Nonostante il suo passato, il generale Efraín Ríos Montt riesce a rimanere in posizioni di rilievo come presidente del Congresso (dal 14 gennaio 2000 al 2003) e leader del Fronte repubblicano guatemalteco (Frg), partito di estrema destra.

Rigoberta Menchú Tum, Premio Nobel per la pace.

Ottobre 1992: Rigoberta Menchú Tum. Rigoberta Menchú Tum, dirigente indigena di etnia quiché, riceve il Premio Nobel per la pace.

Dicembre 1996: si chiude il conflitto. Termina ufficialmente la guerra civile. I 36 anni di conflitto hanno prodotto: 150.000 assassinii, 50.000 desaparecidos, 1.000.000 di rifugiati, 200.000 bambine e bambini orfani, 40.000 vedove, centinaia di villaggi distrutti.

26 aprile 1998: assassinio di mons. Juan Gerardi. Il vescovo Gerardi, coordinatore del progetto interdiocesano Recuperación de la memoria histórica, viene brutalmente assassinato. Soltanto 48 ore prima, nella cattedrale metropolitana di Città del Guatemala, aveva presentato il rapporto "Guatemala: nunca más", che documenta decine di migliaia di casi di violazione dei diritti umani nei 36 anni della guerra.

Luglio 2003: i paramilitari spadroneggiano. Per alcuni giorni la capitale guatemalteca è nelle mani dei sostenitori del generale Efraín Ríos Montt, che vuole candidarsi alle elezioni presidenziali del 9 novembre, nonostante la Costituzione del 1985 (art.186) non lo consenta. Vince l’ex dittatore: potrà candidarsi.

9 novembre 2003: elezioni presidenziali. In un clima di tensione si svolgono le elezioni presidenziali. Vincono Oscar Berger di Grande alleanza nazionale (Gana, coalizione di destra) e Alvaro Colom di Unione nazionale della speranza (Une, di centro-destra). Ríos Montt rimane escluso, fermo al 17 per cento dei voti, ma il suo partito ottiene numerosi seggi in parlamento.

28 dicembre 2003: al ballottaggio vince Berger. Si svolge il secondo turno delle elezioni presidenziali. L’avvocato Oscar Berger prevale su Alvaro Colom.

14 gennaio 2004: Rigoberta Menchú nel governo Berger. Si insedia il nuovo presidente Berger: starà in carica per 4 anni. Rigoberta Menchú entra nel governo

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