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Dio e mammona

La Compagnia delle Opere, da Milano a Trento, da Malossini a Andreotti a Todesca: gli esiti sconcertanti dell'indifferentismo etico.

C’è un terzo punto che grava sul ritorno di Malossini: la Compagnia delle Opere. L’associazione, braccio economico di Comunione e Liberazione, non si rifà certo al principio evangelico di separare Dio e Mammona, di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio; bensì programmaticamente mescola religione, politica ed affari. Quando poi piazza suoi uomini, come Formigoni alla presidenza della Lombardia, ai vertici degli enti pubblici, gli affari per gli associati diventano particolarmente lauti.

Roberto Formigoni.

E’ questo un modello di potere politico-economico auspicabile?

In Trentino poi, stiamo già assistendo ad un’ulteriore involuzione. Piatto ricco mi ci ficco: ed ecco arrivare nella Compagnia, sulla scia di Malossini, altri personaggi che con la religione hanno poco o punto a che spartire. Infatti della Compagnia è diventato pure Carlo Andreotti, candidato per il centro-destra alle elezioni, e il suo alter ego sul fronte economico, l’avv. Giuseppe Todesca. E lo stesso Todesca, a suo tempo nominato da Andreotti alla presidenza della Tecnofin, è diventato ora presidente della Compagnia delle Opere, anche se non è mai stato un militante cattolico. Insomma, la Compagnia è un mero centro di potere, e come tale sta attirando i professionisti della poltrona.

"Il fatto è che Comunione e Liberazione dal punto di vista teologico, e la Compagnia delle Opere da quello pratico, giustificano l’indifferenza etica rispetto al denaro - ci dice Vincenzo Passerini, consigliere provinciale uscente di Costruire Comunità, cattolico e attento a queste vicende - E’ una sorta di cinismo religioso, per cui, semplificando al massimo, non importa da chi viene il denaro, i soldi si fanno come si può, importa come vengono usati, naturalmente per opere di bene.

E allora si spiega la spregiudicatezza con cui recuperano personaggi condannati da Tangentopoli e mai pentitisi: se Malossini è stato il responsabile trentino della Compagnia, quello altoatesino è Ferretti, già potentissimo esponente democristiano, incarcerato e condannato anch’egli ai tempi di Mani Pulite. E si spiega anche l’ascesa di personaggi non cattolici, ma capaci di gestire affari, come Todesca".

Questa predominanza dell’affarismo, che giunge al paradosso di portare ai vertici di un settore di un movimento integralista persone che con la religione non hanno nulla a che spartire (a meno di recentissime, poco credibili conversioni) non è chiaramente indolore.

"Mentre una volta la Compagnia delle Opere era il braccio operativo di CL – prosegue Passerini – oggi le parti si sono invertite: CL è il ramo spirituale, secondario, della Compagnia, multinazionale degli affari."

Da questo indifferentismo etico segue la scelta politica conseguente: Forza Italia, naturalmente.

In Trentino per ora la Compagnia è soprattutto forte nel settore dei servizi: controlla la Federazione delle Scuole Materne (che gestisce il 75% delle stesse, attraverso un bilancio di 8 miliardi, interamente a carico della Provincia), il Centro Servizi Volontariato, le mense, dei centri di consulenza.

"Il modello - sostiene Passerini - è quello della Regione Lombardia, e del suo presidente Formigoni, di Forza Italia e della CdO: una gestione dell’ente locale basata su privatizzazioni, esternalizzazioni, smantellamento dello stato sociale in favore di soggetti privati, molti dei quali facenti capo alla Compagnia delle Opere, che in Lombardia ha segnato un vero boom".