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“Il gioco delle passioni”

Aldo Carotenuto, Il gioco delle passioni. Dinamiche dei rapporti amorosi. Bompiani, Milano, 2002, pp.359, 8,60.

C’è ancora spazio nell’era del business e del successo per parlare di sentimenti? Siamo ancora capaci di fare breccia nel nostro cuore per cogliere i moti dell’anima, oppure il “fare” ha preso il sopravvento sul “sentire” facendoci perdere il contatto con le nostre pulsioni più profonde?

E’ questa la sfida che Aldo Carotenuto lancia nel saggio, dedicato a coloro che vogliono sfuggire a un’esistenza fatta d’afasia emotiva per lasciarsi travolgere dalle passioni, forze che irrompono prima o poi nell’attraversare la vita e debbono essere ascoltate per dare senso e autenticità al nostro essere. E sono impeti, quelli emozionali, che per molto tempo sono stati considerati per lo più appannaggio dell’identità femminile, espressioni di fragilità e debolezza sovente banalizzati dal sesso forte. Ma è tempo che anche l’uomo si avvicini ad una “visione femminile del mondo”, che mette in secondo piano i valori di successo e potere, per dar voce alla propria interiorità che, se inibita, dà origine ai malesseri dell’anima.

Carotenuto propone un libro che nella società dell’apparire va controtendenza e conduce il lettore in un viaggio intimista alla riscoperta dei sentimenti, ammaliandolo con una scrittura fluente e cristallina. Così, traducendo man mano il linguaggio dell’anima, ci fa comprendere le dinamiche che muovono tutte le nostre relazioni interpersonali. Il saggio abbraccia i temi cari all’autore, qui trattati, in verità, meno approfonditamente e con un taglio più divulgativo rispetto alle opere precedenti. La miscellanea di argomenti non permette di far affiorare appieno la sua intensa capacità introspettiva, frutto del lavoro sul campo come psicoanalista junghiano e della sua cultura polimorfa che da sempre affascina i lettori. Ma accanto a questo piccolo neo rimane il punto forte di Carotenuto: l’attingere dalla dimensione quotidiana per conoscere i chiaroscuri della nostra esistenza attraverso un pensiero interrogante e mai pago.

Di pagina in pagina ci addentriamo nelle dimensioni dell’amore con le sue strategie seduttive fino a lambire gli aspetti del pathos. L’abbandono e il tradimento agito o subìto sono esperienze che ci accompagnano lungo il fluire della nostra vita: dai rapporti che tessiamo con la famiglia d’origine a quelli di coppia. Tutte facce dell’amore che scardinano gli equilibri interiori facendoci però conoscere gli angoli più riposti della nostra mente. Carotenuto ci cala in queste alchimie emozionali, ma si fa interprete anche dello spirito del tempo.

Nella seconda parte del libro troviamo un taccuino di riflessioni a ruota libera, una zoomata che spazia dai fatti di cronaca al malessere esistenziale che oramai colpisce tutte le fasce d’età. Ed è un disagio che si nutre di disamore, di vuoti comunicativi che pesano soprattutto sui giovani, sempre più indifferenti perché poco educati all’affettività e alla sensibilità. Emozioni che se non canalizzate irrompono come un torrente in piena sfociando in episodi di violenza. E’ un invito, quindi, a soffermarsi sulle “ragioni del cuore”, forze che non vanno represse ma coltivate come un giardino.

E sono riflessioni, quelle dell’autore, che ci aprono nuovi orizzonti di pensiero; ben lontane dall’ipocrisia e dal perbenismo collettivo, frugano nell’uomo comune per coglierne i desideri inconfessabili. Mentre scorrono i paesaggi interiori vi è un eco che vibra dalle pagine come filo conduttore di tutto il libro: la ricerca del vivere autentico esprimendo tutte le dimensioni creative della propria personalità, seguendo la “chiamata” che abita in ognuno di noi. Ed è certo che vivere e non sopravvivere implica a volte una strada tutta in salita, fatta di trasgressioni alle regole e rotture con il passato: tutte sfide che c’impongono d’abbandonare la nostra sordità emotiva per essere noi stessi.

E allora perché relegare i sentimenti nell’isola delle banalità? La piattezza delle comunicazioni virtuali ci ha forse fatto scordare il piacere di una relazione empatica? L’antidoto a quest’aridità è in ognuno di noi: l’attenzione alla cura dell’anima. Chissà che non facciamo tesoro del messaggio di Carotenuto: “In una società dove tutto ciò che si mostra allo sguardo altrui punta alla dissimulazione, il corpo e i sentimenti sono forse l’unica verità che ancora ci rende unici”.